Recensioni per
Volo di Morte
di MaryMatrix

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
12/03/18, ore 20:52

Ciao, cara! Ti lascio il mio commento alla storia. Purtroppo stasera sono di fretta e sto solo lasciando le recensioni, ma in questi giorni, con calma, risponderò al punto che mi compete nel messaggio che hai lasciato sul topic del contest :) a presto!

Punteggio: 1
Purtroppo questa storia non mi ha convinto. 
Inizio col dire che ho letto le note e ho visto quanta attenzione tu abbia posto nei dettagli temporali, informandoti per filo e per segno su date e avvenimenti, cercando di e riuscendo a far combaciare il tutto. Questo è sicuramente un aspetto degno di nota. Ciò che però mi ha perplesso è stato poi trovare scritto GRINDERWALD. Per carità, errare è umano… però non capisco come si faccia a mettere tanta cura nei suddetti dettagli, e sbagliare poi (più e più volte, quindi non si è trattato di una svista una tantum) il nome di un personaggio tanto importante sia per la saga che per la storia in sé (è vero che è Tom il protagonista, ma gran parte delle sue riflessioni ruotano attorno a Gellert GRINDELWALD, quindi ciò lo rende un po’ un protagonista indiretto). Stessa cosa per il termine “Mezzosangue”: Tom è un Mezzosangue… non ti pare strano che ce l’abbia così a morte con i propri simili? Tom ce l’ha con i Nati Babbani (o Mudblood/Sanguemarcio, come li chiamerebbe Tom molto poco carinamente). 
Poi, non amo le storie puramente descrittive… posso capire in una OneShot o una Long, ma in una flash dedicare così tanto spazio alla descrizione di paesaggi e clima (per quanto ben fatte) mi sembra un po’ assurdo. Mi aspettavo di trovare più introspezione e, visto il limite delle parole, le descrizioni dei paesaggi dovevano essere ridotte all’osso. Nonostante ciò, ho trovato calzante il modo in cui hai allacciato il tema della neve con la riflessione di Tom ("Curioso. Essere sepolti pur essendo ancora vivi. Per poi rinascere a vita nuova."): molto originale e inaspettato. Ho apprezzato anche il modo in cui hai inserito la citazione e il paragone tra il volo dei fili e il “volo di morte”, anche se trovo che in quell’ultima parte ci sia una ripetizione eccessiva: la citazione di Rosmary e la frase che la precede dicono praticamente la stessa cosa. Forse le due frasi andavano in qualche modo “fuse” fra di loro, per evitare le ripetizioni. 
Tornando alla questione introspezione: ce n’è davvero poca e non sono riuscita a empatizzare per nulla con il protagonista. Un po’ per l’eccessiva presenza di descrizioni, un po’ per il linguaggio e lo stile troppo semplici per i miei gusti e non capaci di evocare alcunché. Hai scelto un personaggio super interessante e complesso, perverso e malefico (anche a 16 anni!)… mi aspettavo pugni nello stomaco, riflessioni morbose, deliri di onnipotenza, sangue, tenebre, morte… e invece mi è parso di leggere quasi di una persona “normale”, senza percepire nessuna delle caratteristiche pregnanti di quello che è uno dei personaggi più oscuri della saga. 

Buona serata,

Giulia

Recensore Master
12/03/18, ore 19:53

Quinta classificata al contest Citazioni in cerca d'autore!

Grammatica: 9.2/10
Ottima, solo una svista:
“Grinderwald”: -0.80 (0.20x4); la grafia corretta è Grindelwald, l’errore è ripetuto quattro volte.

Stile e lessico: 6/10
Ho riletto diverse volte la tua storia e mi è dispiaciuto non assegnarle un punteggio superiore a 6/10, ma ho reputato fosse il punteggio più giusto. Cercherò di spiegarti nel dettaglio il mio parere.
In questo caso, parlerò contemporaneamente di stile e di lessico, perché alcune situazioni sono comuni a entrambi gli aspetti. Hai scelto una narrazione al passato, in terza persona e sintatticamente molto lineare (linearità di cui è un chiaro esempio l’uso abbondante dei due punti, inseriti quasi in ogni periodo per semplificare la sintassi e ovviare a costruzioni più ostiche). È sicuramente uno stile molto descrittivo (come risulta evidente dalla descrizione del cielo nella prima parte della storia), il che è comunque un tratto positivo, perché dimostra che hai grande dimestichezza con la descrizione del contesto entro cui si muovo i tuoi personaggi – in questo particolare caso, come poi approfondirò più avanti, questa tensione alla descrizione e dunque al “dire” si è purtroppo rivelata penalizzante per la narrazione. Non fai uso di escamotage per porre in evidenza espressioni o per dare un certo ritmo al testo – la punteggiatura non è sfruttata a questo fine, è utilizzata invece in maniera nettamente “grammaticale”, cioè inserita laddove la sola grammatica, e non anche il ritmo, lo richiede. Solo in due casi usi la punteggiatura per dare ritmo o espressività, in un caso è ben gestita, nell’altro meno. Te li riporto entrambi per chiarezza:

• “Grinderwald… Tom si distese sull’erba a occhi chiusi”: in questo caso, i puntini di sospensione sono efficaci, perché riescono a comunicare al lettore il passaggio dall’osservazione alla riflessione. Peccato che sia l’unico caso di “sospensione” dell’intero testo, l’unico caso in cui mostri Tom e ne fai intuire l’atteggiamento.

• “Riddle trattenne a stento una smorfia, spostandosi un ciuffo nero dal volto, come se in realtà volesse scacciare quel pensiero. Che assurdità! Se solo ne avesse avuto la possibilità, anche lui avrebbe potuto battere Grinderwald”: in questo caso il discorso si estende anche al registro linguistico. La scelta di inserire un’esclamazione nel discorso indiretto non è stata la migliore. Il tuo è un narratore esterno, che guarda il protagonista da un punto di vista esterno; tuttavia, in questa fase del testo il punto di vista sembra diventare quello del protagonista (l’espressione in grassetto), al punto che sembra di essere davanti a un discorso indiretto libero. Nel caso in cui il tuo obiettivo fosse proprio questo, cioè l’inserimento di un discorso indiretto libero, il passaggio troppo repentino tra un piano e l’altro della narrazione ha fatto sì che risultasse male inserito nel testo, tanto che trovo più corretto parlare a tale riguardo di uno slittamento verso il basso del registro linguistico (testimoniato anche dalla scelta del verbo “battere”, che è decisamente colloquiale).

Completando il discorso sulla struttura del testo, in poche occasioni hai fatto uso di periodi brevi isolati in un capoverso per dare, immagino, enfasi al concetto lì espresso, ma nel complesso i capoversi scorrono l’uno dopo l’altro senza che l’attenzione del lettore sia chiamata a focalizzarsi su delle espressioni in particolare.
Questo tipo di impalcatura stilistica è gestita bene nella misura in cui riesci a essere abbastanza coerente alla stessa, ma manca di incisività e di personalità. Una storia di sole cinquecento parole, affinché sia efficace e quindi riesca a coinvolgere il lettore, necessita di uno stile in grado di trainare il lettore e di inglobarlo nella trama – necessita quindi di quella che ho chiamato incisività e personalità, ossia dettagli in grado di mostrare piuttosto che dire ciò che avviene nello spazio e nel tempo del racconto. Ti riporto un estratto del testo come esempio del mio pensiero:

• “Li fissò con raccapriccio: i Babbani e i Mezzosangue non erano degni di vivere come i maghi. Al massimo avrebbero potuto servirli”: in questo punto Tom è nauseato dalla presenza di coetanei che reputa inferiori; è un momento importante, perché qui emerge la disumanità del protagonista. Eppure tu non la mostri, ma la “dici”. Non descrivi al lettore il raccapriccio di Tom, lo citi e basta; così come esprimi con una sorta di discorso indiretto libero (anche qui) il pensiero di Tom, quando sarebbe stato più efficace mostrare il protagonista nauseato oppure usare immagini più forti per descrivere la sensazione di superiorità che lo invade.

In linea generale, a mio parere, a questo testo mancano dunque le sfumature e il ritmo: non vi sono momenti di tensione né momenti di quiete, non si accelera e non si decelera, è tutto posto sullo stesso piano – ciò nonostante la trama passi da riflessioni sul paesaggio a riflessioni sulla vita, quindi il contenuto evolve dal semplice al complesso (e sarebbe stato coerente che anche lo stile crescesse assieme al contenuto).
Il registro linguistico non aiuta a creare sfumature, sia perché è talvolta disomogeneo (il caso di “battere”), sia perché i termini utilizzati appartengono a un registro tutto sommato d’uso e poco espressivo. Vi sono dei momenti in cui il registro diviene più efficace e ricercato (“l’uggioso cielo scozzese”, ad esempio), ma rappresentano una minoranza. In tal senso, il prompt scelto non si amalgama perfettamente al testo, l’aggettivo “irrisori” stride, perché appartiene a un registro linguistico diverso dalla cornice in cui è inserito.

Concludendo, è uno stile che ha di certo dei tratti positivi (motivo per cui il punteggio non è inferiore a 6/10), che sono la capacità descrittiva, la scorrevolezza del testo e la sommaria coerenza degli elementi che lo compongono. Anche il lessico ha dei momenti, come già detto, decisamente apprezzabili – e ti invito ad affinare la tecnica del discorso indiretto libero, che se limata può diventare un valore aggiunto nei tuoi testi. Il mio consiglio, se vorrai accettarlo, è di dare al testo (in generale) maggiori sfumature, perché le potenzialità per arricchirlo e renderlo più incisivo ci sono. Spero di essere riuscita a spiegarti il mio punto di vista!

Titolo: 5/5
In questo parametro hai fatto un buon lavoro! Trovo che il titolo sia adatto a questa storia. Non solo stilisticamente non si allontana dalla linearità della narrazione, ma riprende il concetto chiave del racconto, che è l’evoluzione di Tom O. Riddle in Voldemort. Inoltre, il fatto che tu abbia scelto l’espressione che traduce “Voldemort” dà al titolo una sfumatura molto particolare: sei riuscita a intitolare un racconto con il nome proprio del suo protagonista senza cadere nella banalità, perché hai camuffato questa scelta optando per l’espressione che rappresenta quel nome. L’ho trovata molto arguta come scelta! In più, credo che sia anche un titolo in grado di attrarre lettori e lasciar loro intuire che il protagonista sia un personaggio appartenente al lato oscuro della saga. Molto brava!

Utilizzo del prompt: 6/10
La citazione da te scelta è “Amava strappare i fili d’erba e disperderli al vento: per irrisori istanti, erano in grado di volare”. È sicuramente un prompt complesso, perché è un’immagine prima ancora che un concetto. Tu hai scelto di inserirla fisicamente nel testo e di estrapolare dalla frase “i fili d’erba” che sono diventati metafora prima di vite recise e poi del rapporto tra vita e morte relativo al vissuto di Tom Riddle. Sicuramente, in quella specifica parte del testo, il prompt è presente e collabora a trainare il lettore verso il significato del nome “Voldemort”, quindi lo traina verso il futuro di Tom. Tuttavia, fatta eccezione per questo momento, il prompt è assente, tanto che non riesco a considerarlo il prompt su cui si è articolata la trama. È uno dei tanti elementi presenti, ma non il più importante né il più incisivo. A una prima lettura ho avuto anche l’impressione che il riferimento ai fili d’erba fosse forzato, inserito più che altro per necessità (la traccia del contest) e non perché davvero funzionale al racconto. Per questi motivo, il punteggio non è superiore a 6/10; un punteggio comunque alto sia perché i tratti positivi ci sono (e sono quelli detti), sia perché questo era oggettivamente un prompt molto difficile, quindi complimenti anche per averlo scelto!

Caratterizzazione e IC dei personaggi: 5/10
L’unico personaggio del tuo racconto è Tom O. Riddle, ma prima di addentrarmi nell’analisi della sua caratterizzazione del suo IC, ti riporto in questa voce una svista che considero legata al lessico di Harry Potter e non alla biografia del personaggio: tu utilizzi il termine “Mezzosangue”, ma i maghi contro cui Tom agisce sono i “Sanguemarcio/Sanguesporco”, ossia coloro che hanno entrambi i genitori maghi (come Hermione); “Mezzosangue” indica chi ha un genitore mago e uno babbano (come Piton, Seamus, Tom stesso). Purtroppo, l’errore fu commesso anni fa dai traduttori italiani dell’opera, che in una prima fase non distinsero tra “Mezzosangue” e “Sanguesporco” (tanto che l’errore ricorre anche nei film). Proprio perché l’errore è attribuibile a versioni in stampa mal tradotte dell’opera, non ti ho detratto punti per questo, però lo preciso per completezza e anche per consentirti di modificare.
Passando alla valutazione vera e propria, ho trovato sia dei pro che dei contro e la media mi ha portata al punteggio che vedi. Per un verso, ci sono degli elementi coerenti all’IC del personaggio, che risulta razzista, ambizioso e pronto a tutto – persino a spezzare la propria anima – per ottenere ciò che vuole, ossia il potere e l’immortalità. Purtroppo, al di là di questi elementi che fanno parte della caratterizzazione originale del personaggio (e che sono il motivo per cui il punteggio non è inferiore a 5/10), tra le tue righe non ho ritrovato il Tom O. Riddle della Rowling.
In primo luogo, ci sono due incongruenze con i libri: la prima è che scrivi che a morire, grazie alla magia oscura, sarebbe stata solo l’anima di Voldemort, quando in realtà l’anima è tutto ciò che sopravvive, è il corpo a morire – è plausibile che tu abbia voluto usare l’espressione “senza anima” come sinonimo di “spietato/senza cuore”, ma, considerando quanta rilevanza abbia l’anima di Voldemort ripartita nei vari Horcrux ai fini della trama, è un parallelo poco efficace –; la seconda incongruenza è legata al nome: è vero che fonti esterne ai libri riportano che il nome Voldemort significhi “volo di morte”, ma è ancora più vero che nei libri è lo stesso Voldemort ad affermare che “Lord Voldemort” è l’anagramma del proprio nome di battesimo (nei libri non c’è traccia di “volo di morte”).
Per il resto, a questo personaggio manca una caratterizzazione vera e propria intesa come spessore e tridimensionalità. La scelta di non usare uno stile introspettivo ha fatto sì che il lettore potesse osservare il tuo personaggio solo esternamente, senza indagarne l’animo. Anche le sue riflessioni risultano poco approfondite, e sin troppo frettolose considerando attorno a quale tema ruotino (potere e immortalità). L’ho trovato poco convincente, anche immaginarlo seduto sul prato a osservare il cielo è poco in linea con quanto sappiamo di questo personaggio (sempre molto pratico), così come sono poco contestualizzate le divagazioni di Grindelwald, che appare e sparisce nell’arco di un paio di righe – inoltre non credo che Tom agisse con tanta presunzione nei suoi riguardi, è più plausibile che a sedici anni lo ammirasse (per quel che ne sapeva Tom, coltivavano un’ambizione simile). Nell’insieme, i suoi pensieri e la maniera in cui vengono resi mancano di maturità (il concetto di “battere Grindelwald”, ad esempio, è di per sé un pensiero immaturo, formulato in maniera a sua volta immatura); il Tom dei libri è al contrario molto maturo e molto pragmatico, ha un modo di ragionare già complesso a undici anni, quando incontra Silente e si rapporta a lui come se fosse un adulto – ma questa maturità (e quindi questa “eccezionalità” del personaggio, che è oltre i limiti della propria età) non emerge dalla tua caratterizzazione.
Mi dispiace davvero molto, ma a mio parere, al di là delle incongruenze, ciò che manca a questa caratterizzazione è la complessità del personaggio. In generale, l’impressione che ho avuto è che tu sia abituata a rapportarti con storie più lunghe (se non erro, sei tu che mi hai scritto nelle note che questa è stata la tua prima flashfic) e quindi ad avere più spazio per caratterizzare i personaggi; questo perché l’intenzione c’è, ma sembra che non abbia avuto modo di svilupparsi pienamente.

Totale: 31.2/45

Recensore Master
12/03/18, ore 01:29

Ciao, ti lascio anche qui il mio commento!
3/5 
Comincio col dire che Tom Riddle non mi sembra un personaggio da riflessioni sul paesaggio, ma più uno che il paesaggio nemmeno lo vede. 
Tom non mi è sembrato Tom, troppo grezzo nei suoi pensieri, troppo poco raffinato e completamente privo del fascino che lo caratterizza in quel periodo. 
Non ho francamente capito il riferimento a Grindelwald: Tom non è una persona che si interessa agli altri e stento a credere che si interessasse a qualcuno come Grindelwald senza uno scopo preciso. Può essere che fosse per pura curiosità, ma non mi sembra in linea col personaggio: sarebbe stato meglio approfondire l'idea o non inserirla affatto, dal mio punto di vista. 
L'uso della citazione non è male, ma non la vedo bene per questo personaggio e l'avrei preferita inserita in un contesto diverso. 
L'idea del titolo e di questo “Volo di morte” non è malvagia, ma “Voldemort” deriva dall'anagramma di Tom Marvolo Riddle (“I am Lord Voldemort”), e non mi piace quando il canon non viene rispettato alla perfezione. 

A presto,
Mary