Recensioni per
Cieco
di Queila

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Master
17/03/18, ore 10:47
Cap. 1:

Decimo turno del contest: Ten little Indian Boys
SECONDA CLASSIFICATA ASSOLUTA: S.Elric__ con: Cieco
Grammatica: 4.75/5

non puoi espugnare la nave = abbordare; l’unica cosa che si può espugnare è un luogo fortificato
Stile: 15/15
È uno stile vicino al sublime.
Il lessico è curato, incisivo, drastico in alcuni passaggi; travolge il lettore, e lo porta a trattenere il respiro parteggiando per il giovanissimo Sherlock, malgrado sappia perfettamente che è inutile.
Quel “corri” ripetuto tanto, ma non proprio come un’anafora ― più come un mantra ― da respiro alla lettura, che è veloce e ansiosa.
Le informazioni e le frasi si affastellano, complice la struttura estetica con il testo centrato, quanto mai adatta.
C’è tutto il modo personale di questo bambino di affrontare la Morte, come se lo sentissimo respirare sempre peggio, fino allo svenimento per mancanza d’ossigeno… ma non succede, la mente superba di Sherlock lo soccorre ― o crede di farlo ― con uno switch irreversibile. Almeno così crede.
I particolari come il conteggio del tempo sono di una perfezione incantevole, e danno brillantezza a una storia di una tristezza meravigliosa.
Il latrato del cagnetto alla fine, un annuncio di sventura. Poveri piccoli.
IC/caratterizzazione: 20/20
Ho avuto due drabble sullo stesso momento, ma con mia gioia sono state diversissime!
Qui c’è solo Sherlock da osservare, con tante sfumature e introspezione. Questo è stato il giorno in cui la sua vita è cambiata completamente, crollando.
Si vedono tutta la sua intelligenza e chiarezza di ragionamento anche in un frangente di tale disperazione; conosce la velocità del suono, il terreno da coprire per effettuare la ricerca prima che sia tardi, e addirittura porta il conteggio perfetto dello scorrere del tempo.
Ma il dettaglio più speciale è il castello mentale, non palazzo.
Era ancora un bambino pieno di fantasia, trovo splendido che anche il luogo dei pensieri fosse quello delle favole, in proporzione alla nave pirata che immaginava di avere ancorata lì, sulla spiaggia.
E così il piccolo Trevor diventa il cane Barbarossa. Io Eurus la mettevo in galera lo stesso, ma per quasi tutti è molto diverso! ^^
Utilizzo indicazione/prompt/richiesta: 15/15
Lo spezzarsi dentro di Sherlock, fino a diventare un’altra persona, è senza dubbio un trauma infantile che ha segnato ogni secondo della sua vita, almeno fino all’incontro con John. E neppure quello è bastato, in sé. Il tuo racconto richiama tanto quegli incubi che tutti abbiamo fatto davanti a delle prove insuperabili, nei quali si corre ma si resta sul posto. Sherlock si muove, ma il mancato effetto dei suoi tentativi, della sua intelligenza, lo sta per bloccare nel modo più infido, dalla sua stessa mente.
Gradimento generale della drabble: 5/5
Bellissima nella sua angosciosa atmosfera, che ti fa respirare tutto il malessere profondo che invade il personaggio fino a saturarlo. Il titolo, dapprima non accattivante, si insinua man mano nel lettore, fino a convincerlo della sua adeguatezza. Sherlock non “vede” la soluzione e svenendo ― o offuscando la sua coscienza ― perde la percezione di una realtà che non può tollerare. Ti prende male, insomma. O dovrei dire: ti prende benissimo!
Totale: 59.75/60

Recensore Master
13/03/18, ore 15:28
Cap. 1:

Ciao, questa cosa è molto interessante. Non soltanto la tua drabble in sé. Ma il fatto è che ho appena letto un'altra drabble che partecipa allo stesso tuo contest con, naturalmente, lo stesso tema del trauma infantile. Non mi sento di fare paragoni, perché non sono nella posizione per farne e poi perché non sarebbe giusto, ma è stato interessante leggere quella e poi questa e notare come avete interpretato similmente uno stesso prompt, pur scrivendo due storie completamente differenti.

Anche questa è davvero stupenda. Scritta benissimo, e con uno stile incisivo che ha una struttura alternata. Certe frasi sono brevissime, altre un po' più lunghe, il che ti consente di dare un determinato ritmo alla drabble che va di pari passo con i sentimenti del protagonista. Su tutto arriva l'angoscia, il senso di corsa. Si percepisce il pianto di Sherlock, la preoccupazione che diventa paura. E questa corsa che non finisce mai e che lui va avanti a fare, fino a svenire. Molto cupa e drammatica, hai calcato la mano sul dolore interiore di Sherlock senza concentrarsi sui bei ricordi che aveva con Barbarossa, ma puntando unicamente sull'angoscia.

Sì, ne sono rimasta vagamente turbata... specie dall'immagine finale, ma essendo questo lo scopo presumo tu l'abbia centrato in pieno. Complimenti.
Koa