Recensioni per
poche parole
di OneNight

Questa storia ha ottenuto 71 recensioni.
Positive : 70
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Recensore Master
13/04/19, ore 09:47
Cap. 1:

Io sono una persona estremamente distratta, con la testa fra le nuvole e persa in una dimensione parallela, lo ammetto, e forse è per questo che mi sono lasciata sfuggire questa raccolta che è a dir poco sorprendente.
Ciao cara, sono felicissima di poter rimediare!

Finalmente parto dall'inizio, da questa prima drabble che è un piccolo capolavoro, secondo me.
In sole cento parole (cento! Non centodue, non novantanove, CENTO, perfection!) riesci a delineare perfettamente una situazione che ne richiederebbe almeno duemila.

Siamo in un contesto post Reichenbach, Sherlock è "morto", John lo piange di fronte alla sua lapide.
La pioggia, il terreno bagnato i caratteri d'oro con cui è scritto il nome di Sherlock...tutto è vivido, reale per il lettore, al punto da farmi sentire ogni sensazione sulla pelle e nel cuore, al punto da sembrare un dipinto dinamico e VIVO.

Che dire?
Ripeto, hai un dono che io non possiedo.
Bravissima!
Baci
MissAdler
(Recensione modificata il 13/04/2019 - 09:47 am)

Recensore Junior
21/07/18, ore 01:05
Cap. 1:

È comunque una poesia. Intensa e coinvolgente. Il buio del dolore illuminato da pennellate di colore, che ne fanno risaltare ancora di più la profondità e scavano l'anima.

Recensore Master
22/04/18, ore 23:05
Cap. 1:

Buonasera, cara
guarda, forse non sarà una poesia come rime, ma lo è come contenuto
Ogni colore - che idea deliziosa! - si esprime nel massimo della sua simbologia; e dire che Sherlock non può definirsi "fandom romantico", quindi in teoria era un mezzo azzardo, una cosa che poteva sembrare fuori luogo
invece è davvero bello come i colori contrastino, si riuniscano in brevi immagini efficaci.
ovviamente la lapide nera con la scritta d'oro forma gli opposti più suggestivi, ma apre anche alla speranza, perché la vita splenderà di nuovo
un bacio grande,
Setsy

Recensore Master
24/03/18, ore 11:31
Cap. 1:

Il tuo pezzo non sarà poesia dal punto di vista metrico, ma per me lo è ugualmente perché, in esso, hai rappresentato degli eterni sentimenti umani attraverso poche parole. Anzi, l'hai fatto mediante immagini concatenate l'una all'altra, in una successione che, a loro volta, le rende elementi costitutivi di un quadro più grande. In esso ci sono la terribile sorpresa di un avvenimento improvviso e devastante, la tristezza profonda di un vuoto incolmabile, l'amore che reclama un unico, grande miracolo. Nelle pennellate di colore che ci fanno entrare nella pace e nel silenzio di quel luogo di malinconia e ricordi tu, sorprendentemente, aggiungi una sfumatura diversa, brillante: quella dell'oro dell'iscrizione che è incisa sulla lapide nera che contrassegna la tomba di Sh. Quella tinta brillante, che si riflette sul verde sul verde del prato, è come un richiamo consolatorio per John: forse l'uomo di cui egli è innamorato tornerà da lui.
Una ff piccola e dolcissima, che parla, per l'ennesima volta, di quel terribile post Reichenbach che ha segnato le vite di più personaggi delle Serie BBC, sfiorando anche la mia perché, sinceramente, non mi era mai capitato di piangere di fronte ad una finzione televisiva. Ma quella del "volo" dal Bart's è stata troppo coinvolgente.
Tu mi hai riportato il clima di vuoto, di triste consapevolezza che un'epoca mitica era definitivamente finita ma, al tempo stesso, anche dell'accendersi di una speranza in un ritorno.
Di ciò che hai scritto, mi è piaciuta anche la scelta del POV, quello di John, mediante il quale l’immagine del teatrale, (finto) suicidio di Sh si sovrappone a quella, più sfumata e dolce, della trasformazione che subisce la Natura in autunno: molto suggestivo il paragonare la caduta drammatica di Sh, al volo, meno tragico, delle foglie morte. Ed è proprio quella sovrapposizione d’immagini che darà a John la folle ma consolante speranza che tutto non sia finito su quel dannato marciapiede.
Complimenti per lo spazio che hai dato alle esigenze estetiche, mediante immagini bene assemblate, in un’armonia di colori e sentimenti, il tutto scritto in un’altrettanto attraente lingua italiana.

Recensore Master
23/03/18, ore 20:13
Cap. 1:

Ciao, ho riconosciuto subito il tuo nome tra gli altri e avevo intenzione di leggere prima queste due drabble, ma questa è settimana è stata un po' così... Mi ci metto ora e scopro con molto piacere una piccola perla di rara bellezza. Già avevo tanto apprezzato la poesia, per stile e incisività, ma questa drabble di cento parole è altrettanto notevole. A mio avviso scrivere poesie sì, è difficile ma se si scelgono versi liberi in realtà si scopre che c'è tanta libertà. In una drabble, pur trattandosi di prosa, resta un tetto massimo entro il quale dover stare per forza. Resta la difficoltà del dove trasmettere, del dover essere specifici pur in poche parole.

Cento parole per fare un ritratto perfetto di una situazione e di uno stato emotivo ben specifico. Al centro della scena c'è John, ma tu nemmeno lo nomini. Non lo fai né con lui e nemmeno con Sherlock. Basta solo un rapido accenno agli occhi blu e a una lapide nera, ed ecco che ogni cosa diventa chiara. Hai detto tutto e senza nemmeno far pronunciare a qualcuno una parola. Sei stata bravissima a inquadrare la scena da un punto di vista visivo, ci si immagina perfettamente tutto quanto. Il fiore, la tomba, la terra, il prato... E persino il dolore di John che pure resta speranza, anche se forse ancora tenuta segreta. La speranza che Sherlock non sia morto davvero e che, credo, in John è sempre rimasta.

Un lavoro ottimo, complimenti.
Koa

Recensore Junior
19/03/18, ore 16:38
Cap. 1:

Mi perdo un attimo e hai già scritto un'altra poesia. Che dire? Amo in modo particolare le atmosfere autunnali, la nebbia che rende lontane le cose, il turbinio colorato delle foglie rosse e gialle che cadono dagli alberi. Adoro anche le gocce di pioggia autunnale che come lunghi singulti cadono sull'intorno dipingendo tutto di tristezza. E anche qui, la danza colorata delle foglie lascia spazio alla pioggia. Il cielo sembra piangere con John. È un autunno che porta un grembo tristezza, non le delizie di questa stagione, ma malinconia di ciò che poteva essere e non è stato. A simbolo del loro amore grande, quel fiore indaco che spicca sulla lapide nera,.sotto quel cielo plumbeo, vicino e contemporaneamente distante e sovraccarico di tristezza. Un fiore indaco, un amore imperituro, una speranza crlhe spera contro ogni ragionevolezza tanto da sembrare folle.
Complimenti, aspetto la prossima poesia!!!
Un abbraccio grande.

Recensore Veterano
19/03/18, ore 00:33
Cap. 1:

Tu mi vuoi morta vero? Mi vuoi sotto quella lapide nera, dillo?? Mi vuoi far piangere lo so.... Però adoro l'autunno, la malinconia della pioggia e del suo suono, le fogli che cadono nei colori caldi del rosso e dell'arancio. Ma il verde dà davvero speranza e il sole tornerà davvero a splendere❤️