Recensioni per
La richiesta di aiuto
di BakemonoMori
A volte basta fermarsi....poggiare saldamente i piedi a terra, magari sull' erba fresca, chiudere gli occhi e immaginarsi in un posto felice ed associare a quel posto... A quella felicità qualcosa di bello che per forza dovrà esserci nella vita.....È poi....ascoltare...Non sentire ma ascoltare....ascoltare chi è intorno a noi con orecchie diverse...provando a fidarsi...in fondo..cosa c è da perdere? A volte bisogna buttarsi è vivere al momento....mettendo da parte idee e censure personali...alleggerendo il fluire dei pensieri che corrono veloci come se fossero vomitati in un caos che ci impedisce di "vederli tutti è comprenderli " Rischiare...rischiare di incontrare l altro che non è sempre è necessariamente ostile...Ma a volte ci appare così perché gli scarichiamo addosso le nostre paure....i sensi di colpa...i drammi passati è presenti....solo ponendoci in posizione di ascolto possiamo cogliere l altro ed il bene che a volte nel mondo c è e.....cogliendo il bello del mondo diventiamo più belli pure noi fino ad accettarlo come individui sufficientemente adeguati. |
Le budella mi si torcono… possibile sia così difficile differenziare il “dolore” dalla “sofferenza”? Cosa porta a pensare che il sangue che scorre rappresenti la sofferenza? I nostri avi incidevano le vene per far uscire “gli umori venefici” e lo scorrere del sangue rappresentava l’accesso al benessere… dove ci siamo persi? O confusi…? Nel teatro greco e romano la “maschera” era indicata con il termine “persona”: serviva per “sonare” far sentire qualcosa agli altri (in assenza di altoparlanti o microfoni le “maschere” amplificavano la voce affinché tutti udissero…), non per nascondere. Penso che l’Autrice stia cercando di dire qualcosa, ma… Consiglio: “Concerto in O’ minore per arpa e nitroglicerina” di Hugo Pratt. |
Buon pomeriggio. |