Buonasera tesoro, eccoci nuovamente qui.
Prima di cominciare l'esamina delle parti di questo capitolo, ci tengo a ringraziarti della dedica finale e anche a farti i miei più sentiti complimenti per la tua testardaggine, determinazione e infinita pazienza con cui stai affrontando questa ulteriore revisione. Credimi, non faccio fatica a confermare quello che avevo già scritto: questo è uno dei capitoli più intensi di sempre. Lo è sempre stato. Ma le scene che hai aggiunto, in seguito al cambiamento della protagonista, sono state a dir poco perfette, seppur siano state inserite per smorzare l'atmosfera e strappare al lettore un sorriso, dopo una serie di vicende "shondiane" ;) Senza contare che, come dicevamo ieri sera, sembra davvero, con il senno di poi, che tu avessi posto le basi del racconto che sta diventando attualmente. Ed è stupefacente ed emozionante insieme. E una conferma che tutte le fatiche valgano la pena.
Ma veniamo al capitolo.
Come se il parto di per sé non fosse un evento complesso e potenzialmente traumatico, per quale motivo non farlo con una simile scenografia, dopo esser scappata da uno psicopatico pretendente del passato e costretta a fermarsi nel bel mezzo del nulla, pronta persino a far nascere il bambino da sola. Mi sono venuti alla mente due parti traumatici che ho visto di recente in Grey's Anatomy (uno dei quali della protagonista mai-una-gioia) ma almeno le due sventurate avevano a loro disposizione un ospedale durante un black-out e il marito del Primario dell'ospedale che ha praticato un cesario senza anestesia e con un coltello da cucina. E qui mi fermo un attimo a contemplare come Ginny sarebbe stata un personaggio stra-adorato da Shonda, quindi vittima di ulteriori e continue vessazioni fisiche e psicologiche. Senza contare lo stato d'animo della ragazza che ha passato l'ultima ora a rimproverarsi della propria imprudenza e con un lancinante senso di colpa all'idea di aver messo a rischio la vita del bambino.
Grazie al cielo, o alla magia, è giunta in soccorso della sventurata mamma una coppia ormai anziana ma dai modi premurosi che sono riusciti a prestarle assistenza, fino all'arrivo dell'ambulanza. Certamente hanno preso entrambi un 110 e lode all'Università della vita, mi sembra giusto sottolinearlo, visto il ruolo fondamentale che hanno avuto nel momento drammatico. (Comunque sono sposati anche nel mio immaginario, alla faccia di J. K. Rowling).
Dopo tutte le traversie affrontate da Ginny, questi fantasmi del passato e tutte le difficoltà ed incertezze, è un attimo delicatissimo quello in cui guardiamo il suo bambino attraverso i suoi occhi.
E qui giungiamo ai primi due cambiamenti rispetto alla versione originale. L'aspetto del bambino e, inevitabilmente, il nome che hai scelto. Non so se mi abbia più fatto ridere fare il collegamento da sola, oppure guardare i meme che hai allegato nella nota, con tanto di fotografia del piccolo Tom Felton nei panni dell'omonimo personaggio. Credo sia stato il primissimo film che tu mi abbia mandato per ovvie ragioni e anche questo sembra un segno del destino ;)
Un piccolo Weasley non poteva che avere il tipico colore di capelli, ma il fatto che ad esso si associ dei lineamenti simili a quelli di Tom è semplicemente meraviglioso. Ancora prima di leggere le parti successive stavo pregustando il momento in cui Lucius lo avrebbe visto per la prima volta (e ho quasi sputato un polmone nel vedere il meme di Lucius e di Draco che si auto-denuncia come un Weasley XDDD).
La scena in ospedale, alla rivelazione del nome scelto, è stata a dir poco esilarante. Vedere come Ginny fosse da un lato intestardita e determinata, tanto da fregarsene dei commenti espliciti o meno della famiglia e dei compaesani e dall'altra come si sia offesa in modo quasi puerile, tanto da scacciare i genitori e rispondere in malo modo al fratello. Come accennavo prima, mi è sembrato un colpo di genio inserire una scena più leggera e divertente dopo l'esordio di capitolo tutt'altro che allegro. Senza contare che, al di là delle allusioni per le quali hai scelto quel nome, ho trovato dolcissima l'idea che si sia ispirata al suo film preferito che ha visto infinite volte con il fratello a cui è più legata. Lo stesso, infatti, che la supporta anche in questo caso.
Ho trovato molto dolce e più che comprensibile la decisione di Ginny che proprio quella coppia di soccorritori fossero madrina e padrino del bambino.
Mentre la neo mamma osserva il piccolo Peagreen la gioia e la tenerezza lasciano spazio a un po' di malinconia. Fa davvero effetto l'idea che quel bambino sia nato mentre il padre si trova in carcere e, soprattutto, che quando finalmente potranno incontrarsi, il figlio sarà ormai un adolescente. Trovo molto coraggioso e lodevole l'intento di Ginny di voler assicurare a suo figlio una famiglia unita. Tanto persino da dover ricorrere a misure estreme e dover invocare l'intervento dei nonni paterni. L'atmosfera natalizia sembrerebbe degna di un romanzo di Dickens nella speranza che gli antichi rancori e l'orgoglio vengano messi da parte, ma sappiamo che la vita spesso va in un'altra direzione, soprattutto se è coinvolta una ragazza come la nostra protagonista. La decisione viene ponderata e maturata a lungo, prima di essere messa in pratica, ancora una volta con il sostegno della famiglia, nella fattispecie Arthur.
Ed eccoci giunti all'estate del 2014 e al fatidico incontro coi genitori di Tom. La villa dei Felton sembra rispecchiare perfettamente la personalità del padrone: all'apparenza perfetta ed elegante, di uno splendore che lascia senza fiato, ma quella grazia è anche accompagnata dalla freddezza. Sembra una bellezza fine a se stessa, quasi austera. L'esordio effettivamente non sembra preannunciare nulla di buono, tanto che Ginny per ben due volte, a pochi minuti dal suo arrivo, viene invitata ad andarsene. E meno male che in questo background le due famiglie non hanno un rapporto conflittuale come si evince dai libri di Harry Potter.
I genitori di Tom non sembrano neppure volerle dare adito a una spiegazione che già rinnegano quel figlio che li ha messi in estremo imbarazzo di fronte a tutto il paese e verso il quale sembrano del tutto indifferenti. La stessa indifferenza meschina quando si tratta del bambino, tanto da pensare che l'unico intento di Ginny sia quello di estorcere loro del denaro. Ho adorato il fatto che in questa versione tu abbia voluto dare un ruolo più attivo al padre della protagonista che, giustamente, si risente del giudizio del Signor Felton e si affretta a difendere la dignità e l'indipendenza di sua figlia. Nonostante tutti i guai della sua vita, non ha mai mancato di assumersi le proprie responsabilità e ciò è divenuto ancora più vitale con la maternità. Ammetto che quasi speravo in una trasposizione simile a quella della Rowling con tanto di zuffa finale, ma dopotutto è stato decisamente meglio non cadere in simile melodramma :D
Ancora una volta Lucius dà prova della sua natura meschina e snob, tanto da squadrare l'uomo con presunta superiorità, semplicemente per il fatto che non rientra nella sua cerchia sociale. Ciò sembrerebbe per lui implicito segno che non sia degno della propria considerazione. Arthur non si lascia intimidire e non si nasconde dietro la propria posizione sociale che sembrerebbe tanto inferiore a quella del suo interlocutore.
Ho apprezzato che tu abbia caratterizzato la madre in modo simile a Narcissa: il personaggio può piacere o non piacere ma ciò che è innegabile è che il suo sincero amore per suo figlio sia stato determinante per la vittoria di Harry su Voldemort. Ed è stato bello rivedere questo amore in questa versione, nel modo quasi tremulo con cui si avvicina al bambino e ne resta commossa nel vedere l'evidente somiglianza a Tom.
Anche Lucius è emozionato seppur sia più restio a darlo a vedere.
E anche in questo contesto ho adorato le modifiche che hai apportato: l'intervento di Arthur che, con una comprensibile dose di orgoglio personale, ci tiene a precisare che il nipote, benché somigliante a Tom, abbia caratterialmente più tratti Weasley. I suoi e della figlia.
Si giunge alla svolta del capitolo e probabilmente anche della vita di Ginny e di Tom. Di fronte al breve racconto di Lucius e ciò che si coglie nella descrizione di questa scena, non si può che provare un po' di empatia per il ragazzo. Certamente non deve essere stato facile crescere ed essere sottoposto a simili pressioni perché lavorasse per l'impresa di famiglia. Viziato e pieno di soldi ma sembrava quasi doversi guadagnare l'amore dei genitori, accontentando ed esaurendo tutte le loro aspettative e le loro necessità. Questo rende anche più comprensibile la sua fuga e la vita sregolata. Ed ecco che l'unica possibilità che ha Tom affinché possa crescere Peagreen insieme a Ginny: accettare di lavorare per suo padre e ritrattare la propria posizione.
Tra l'altro ho trovato molto interessante il fatto che tu abbia sottolineato quanto Lucius si sentisse a disagio a dover svelare gli scheletri di famiglia, soprattutto di fronte ad Arthur. Sembra che quella cortina di eleganza e di perfezione si sgretoli e Lucius debba ammettere che, benché meno abbienti di loro, i Weasley abbiano una famiglia più unita e in cui si percepisce l'amore che a Tom sembra mancato.
L'accordo sembra stretto, ma ecco che il confronto termina con una nota dolce e una comica. La prima è dovuta, ancora una volta, a Narcissa che sembra disperare affinché, a prescindere dalla decisione di Tom, possa costruire un rapporto con suo nipote. Forse spera che così facendo possa rimediare agli errori compiuti nell'educazione di Tom e fare pace con i propri sensi di colpa. E' emozionante vedere che, dietro quelle apparenze perfette e austere, si cela una donna con le proprie debolezze, fragilità e l'immenso amore per la sua famiglia.
Ed ecco che giunge la "sottotrama comica", quando, in tono quasi casuale, le chiede il nome del bambino e Ginny è non poco sgomenta a rivelarlo, avendo quasi il timore che possa compromettere tutto. Oltre al meme di per sé, non ho potuto fare a meno di ridere al pensiero della faccia schifata di Lucius e della sua voce scandalizzata nel ripetere quel nome a voce alta. Narcissa se non altro si risparmia commenti ma appare evidente quanto la decisione la imbarazzi. Credo che la standing ovation di questo capitolo debba essere solo per Arthur che interviene ancora una volta e stempera i toni con una bugia da Premio Oscar, tanto da associare il nome del bambino a un ricordo di famiglia. Di fronte all'idea di un eroe nazionale persino lo snobismo di Lucius sembra dover capitolare, tanto da congedarsi in maniera frettolosa.
Il capitolo ci lascia un bel cliffhanger con camera su vista sulla prigione di Azkaban. Effettivamente non poteva esserci luogo diverso per la detenzione e sono sicura che la Rowling in persona ti ringrazierebbe. Probabilmente tuttoggi rimpiange che Draco non ci sia finito davvero, ma non resta che attendere per scoprire l'esito del colloquio tra lui e Ginny.
Ancora una volta complimenti, tesoro, per il tuo impegno! Mantenendo l'impronta del progetto originale, stai dando nuova vita e spessore a questa storia e ai suoi protagonisti e non vedo l'ora di leggere che cosa ci riserverai in futuro, di inedito e di revisionato.
Un abbraccione e al prossimo capitolo. (Recensione modificata il 01/05/2019 - 02:57 pm) |