Recensioni per
Lights.
di PathosforaBeast

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
13/05/18, ore 10:09
Cap. 1:

Ciao, questa settimana il tema della Challenge era davvero molto delicato. Scrivendo principalmente in questa sezione, a me è venuto subito in mente Sherlock e i suoi problemi con la droga, la connessione è stata istantanea. E noto che non sono stata la sola ad averlo pensato. Infatti la tua storia riguarda principalmente questo: Sherlock e la droga. Ambientata non durante la serie come mi sarei aspettata, ma in quella che è l'adolescenza (o comunque la giovinezza) di uno Sherlock che ricorda poco o niente di Redbeard. Uno Sherlock che forse cerca di ricordare qualcosa che ha dimenticato, ma senza sapere bene dove mettersi a cercare, quale cassetto della memoria aprire. Sherlock soffre moltissimo, è sopraffatto dal dolore e anche a distanza di anni. Io credo che l'aver dimenticato tutto, crei in lui ferite inimmaginabili. Mi è piaciuto davvero molto fatto che, nonostante ogni cosa parli di lui, il protagonista della storia è Mycroft. L'ho ritrovato in ogni scena, associandolo immediatamente a te perché non è la prima volta che scegli un giovane Mycroft Holmes per le tue storie. Qui ci mostri le cose dai suoi occhi, suo è il punto di vista, sue le azioni che fa mentre va a recuperare il fratello. Vediamo un Mycroft oppresso dai suoi sentimenti, questa è la sensazione che ho avuto. Sopraffatto probabilmente anche dal peso che deve portare da solo. Dalla preoccupazione e l'inadeguatezza nel dover gestire Sherlock senza un qualche aiuto. Mi piace come hai descritto le sue azioni. Fatte quasi meccanicamente e senza lasciar trapelare delle emozioni. Almeno finché non vede Sherlock ridotto in quello stato, a quel punto è doloroso e grandioso allo stesso tempo, il suo lasciarsi andare al dolore, e alla preoccupazione. Mi ha colpita molto questo Mycroft che piange, alla fine della storia. In uno dei momenti peggiori della sua vita, forse credendo d'aver sbagliato ogni cosa e magari dandosi la colpa di tutto (quando non è così).

Una storia molto delicata a mio avviso, come una qualsiasi storia che tratta questo argomento dovrebbe essere. Complimenti.
Koa

Recensore Master
10/05/18, ore 16:35
Cap. 1:

Una storia, questa, in cui s’intrecciano sentimenti ed emozioni in un quadro che ha l’intensità di un grande affresco.
Infatti seguiamo un Mycroft molto giovane, ventitrè anni, ma già coinvolto responsabilmente in quel turbine impetuoso che è la vita di suo fratello Sh. Rapporto fraterno, questo, sempre molto tormentato, ma presente, indubbiamente, nonostante le irritanti dispute, le battute taglienti, le decisioni pesanti ed a doppio taglio, come sarà quella che porterà al “volo” di Sh, e delle sue possibilità di pensare ad un futuro con John, giù dal tetto del Bart’s.
Ciò che ci permette di entrare e di sentirci veramente coinvolti nella storia è l’uso che hai scelto del POV di Mycroft. Decisione, questa, che ammiro, perché il personaggio in questione è molto complesso, pieno di zone d’ombra e d’inquietanti silenzi.
Come trovo conferma nella tua risposta ad una recensione a questo pezzo, la scelta di far agire un Holmes, fratello maggiore, molto giovane rispetto a quello che abbiamo conosciuto nelle Stagioni BBC, ti ha permesso di farci guardare all’espressione dei sentimenti, non ancora mascherati e protetti dalla maschera d’impassibilità cui siamo abituati. Per questo possiamo comprendere i suoi movimenti, i suoi sguardi, le sue reazioni di fronte al disastro di Sh.
“…Sherlock è il mare che ti colpisce e tu sei lo scoglio…”: ho scelto una frase in particolare che, secondo me, condensa tutto quello che Mycroft è per Sh e viceversa. Lo scoglio lotta contro il mare, lo trattiene, lo riduce alla ragione di un movimento più controllato ma è il mare che dà un senso all’esistenza dello scoglio. Così è e sarà per i due fratelli Holmes.
Il riferimento a Barbarossa, che esce dalle labbra di Sh, è davvero coinvolgente e inquieta Mycroft che, in quel periodo, ha ancora il terribile segreto di famiglia nascosto nel suo cuore. Le parole che fai pronunciare a Sh riguardo a Barbarossa mettono i brividi, davvero, perché così evochi una voce lontana che Mycroft credeva muta per sempre.
Ma il trauma di quei drammatici accadimenti, che hanno sconvolto quel bambino “con gli occhi che splendevano di una luce tutta loro”, riemerge in quello squallido luogo senza nome e senza storia, dove i disperati perdono volontariamente la propria anima.
Il ritratto di Sh, in cui hai fatto dominare il nero, è superbo ed esprime tutta l’angoscia ed il tormento di chi non riesce a dare un senso alla vita perché delle ombre terribili, provenienti dal passato, riemergono spesso a cancellare la speranza di poter andare avanti.



P.S. Suggestivo il titolo sfumato però mi manca la tua consuetudine di presentare la ff con un’immagine che ne condensi il significato, come in quelle precedenti, davvero espressive e coerenti con il testo. Cito, in particolare, ma sono tutte valide, quelle relative a “La maschera” e “It’s all about appearance”.
Mi rimarrà il vuoto di quello spazio in cui, di solito, inserisci un messaggio visivo, ugualmente significativo rispetto a quello che tu trasmetti attraverso le tue parole. Ma non è un grosso problema perché il valore di ciò che hai scritto è sinceramente importante.

Recensore Master
10/05/18, ore 11:26
Cap. 1:

La challenge mi sta piacendo da morire! Vorrei leggere tutte le opere prodotte, ma alcune riguardano serie che non seguo (Black sails o One Piece, ecc.) o contengono spoiler per Infinity war. Ma con Sherlock vado sul sicuro! Il personaggio di Mycroft mi piace molto più nella serie che nei libri di Doyle: nella serie la sua inerzia fisica, che si contrappone all'acume mentale, è meno evidente e ha un po' più di senso pratico nel prendersi cura del fratello con cui ha un legame molto particolare.
Mi è piaciuto molto che tu abbia calcato più la mano sulla parte emotiva sia dell'hurt che del comfort piuttosto che sulla parte descrittiva dei gesti.