Recensioni per
Arcano Maggiore n° 11
di Qwerty from Wilde

Questa storia ha ottenuto 1 recensioni.
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Nuovo recensore
14/06/18, ore 23:05


Ciao Jess!
Finalmente riesco a leggere e recensire. Avevo visto che il capitolo era molto lungo quindi ho aspettato che finissero gli esami per dedicarmi alla lettura. Che dire, questa volta il capitolo mi è piaciuto meno del precedente. Mi sono sentita meno catturata, meno coinvolta, ho trovato il testo un po' lento in alcuni momenti e poco espressivo - in contrasto invece a quanto mi aveva fatta emozionare "...Oui, le monde est trop petit pour qu'ils ne se rencontreront pas". Inoltre, ho degli appunti personali da farti sulla narrazione. Penso di lasciarti una bandierina grigia per via di questi diversi fattori, e ora spiegherò tutto per bene, sottolineandoti poi anche le cose che mi sono piaciute di questo capitolo! Perché, ovviamente, ce ne sono.

Per quanto riguarda la prima parte, mi piace il fatto che Ren scriva e mandi foto nella chat con Goro, cosa che si comprende facilmente anche se non dici mai esplicitamente nel testo chi sia il destinatario. Chissà se non arriverà mai una risposta? Alla fine, siamo sempre in ambito di fan fiction, ma dubito sia questa la tua intenzione. Mi sono piaciute anche particolarmente alcune descrizioni iniziali, molto evocative, nelle quali hai operato una scelta molto attenta delle parole! Me ne sono anche segnata una per quanto mi è piaciuta, così ogni tanto posso rileggerla e capire bene cos'è che mi ha colpita. 
Andando avanti, comunque, il discorso tra Ren e Morgana sulla faccenda dei suoi genitori ha senza dubbio dei contenuti con un messaggio bello e che penso faccia bene a Ren, tuttavia ho trovato un po’ out of character per Morgana fare discorsi di questo tipo, soprattutto perché, essendo ciò che è, non ha nemmeno mai avuto un’esperienza diretta di cosa sia una famiglia e di come sia il rapporto tra genitori e figli. Pure nel corso del gioco questo non accade mai, se non vogliamo fare eccezione per il caso di Haru e di suo padre, che è la rappresentazione più diretta di una relazione malsana padre-figlia. Certamente c’è anche Goro… ma lì il discorso è più complesso, perché i PT non pensano mai davvero così tanto a Goro e Shido come padre e figlio soltanto, ma incorniciati nei loro ruoli di cattivo e assassino. Penso che il ragionamento sul rapporto tra genitori e figli sia più qualcosa che siamo portati noi giocatori a operare, piuttosto che i personaggi interni al gioco, se sempre escludiamo il protagonista - che secondo me pensa a queste cose, ma nel gioco non viene mostrato esplicitamente quasi mai. Ovviamente questa è solo la mia opinione personale e non voglio andare fuori tema, quindi tornando semplicemente al punto di partenza, sebbene sia solo una mia impressione soggettiva, mi è sembrato di sentire più la tua voce che la voce di Morgana, in quello scambio di parole.

Nella scena con Chihaya, quando descrivi l’illustrazione sulla carta del tarocco della giustizia, mi chiedo quanto sia davvero necessaria la menzione dettagliata di come fosse seduta la donna, del trono e delle colonne. Non dico che tu non debba nominarle, ma tutta la sottolineatura di come il trono non avesse importanza reale nella “scenografia” e di come invece fossero presenti le colonne, e il modo in cui questi due elementi possano affermare ancora di più il potere della donna, mi è poco chiaro. Più che la dimensione data dalle colonne alla “scenografia”, penso sia il fatto che la donna tenga in una mano una bilancia e nell’altra brandisca una spada a dare rilievo al suo potere agli occhi di chi guarda per la prima volta.
Scusami se magari ho fatto un commento che ti sembra superfluo o non giustificato. Mi è sembrato solo che questa descrizione non mirasse al punto, anche perché la domanda che Ren si pone subito dopo è chi sia questa donna, mentre le colonne e la scenografia penso costituiscano i dettagli che meno avvicinano l’attenzione alla figura della persona raffigurata. Fanno più pensare, appunto, all’illustrazione in sé, come quando si osserva criticamente un dipinto in un museo e se ne studiano i soggetti e le proporzioni. Poi magari ho solo fatto un lungo volo io ahaha non è un errore, è solo che leggendo quella parte mi sono distratta dal soggetto principale. Ad ogni modo, ripeto, non credo tu non debba nominarle, perché più avanti Chihaya le riprende per darne una spiegazione - ma al tempo stesso, mi domando, su cosa davvero si è focalizzata l’attenzione di Ren nel momento in cui guardava il disegno?

Ti segnalo poi diversi passaggi tra passato e presente in un punto della narrazione, affinché tu possa farci caso!
Themis era madre di Prometeo, un personaggio che affascina molto Ren: Prometeo è il titano che ha dato il suo prezioso aiuto per forgiare una nuova stirpe divina”
La cosa che stona, più che altro, sono le due parole che ti ho evidenziato in grassetto, e si sente molto lo stacco con “affascina”.

Mi sembra ci siano, in diversi punti del racconto, momenti in cui non fai altro che riversare informazioni sul lettore. Tutto lo stesso discorso che fai fare, in maniera indiretta, a Ren sulla dea Themis mi stona molto. Semplicemente, non ce lo vedo a iniziare ad elencare tutte queste cose così, “distrattamente”, tra l’altro, come se non se ne accorgesse. Si tratta di dire un sacco di informazioni, non poche parole mormorate in un attimo di realizzazione, ad esempio se si ricordasse improvvisamente di chi si tratta. Ren a quanto pare non cerca nemmeno una conferma delle proprie conoscenze in Chihaya, semplicemente le dice tutto quello che sa su Themis, come uscito da un manuale. Mi è sembrato OOC, capisco che la necessità di te narratrice fosse quella di informare il lettore al riguardo, ma al tempo stesso mi è parso forzato sulla sua caratterizzazione. Sarà forse perché siamo abituati nel gioco a non veder mai parlare molto Ren/Akira. So inoltre che si tratta di un personaggio che ognuno può interpretare in maniera differente, infatti sto ancora cercando di capire davvero com’è il tuo Ren Amamiya.
Apprezzo molto vedere versioni differenti di lui, ma ti dico ugualmente cosa mi è sembrato un po’ stonato al di fuori dell’interpretazione personale - come sempre comunque prendi tutto dal mio punto di vista. Mi è sembrato anche un po’ cliché il fatto che quando lei gli fa un complimento sulle sue conoscenze, lui si imbarazza subito e tace - dopo aver fatto, appunto, un discorso così lungo e dettagliato che secondo me è difficile fare in maniera distratta. Ma appunto, è la mia interpretazione. Trovo già più verosimile il fatto che Chihaya spieghi a Ren il ruolo della carta nei tarocchi. Si tratta di un’informazione che lei sta dando a lui, oltre che ai lettori, ed ha un senso nel dialogo.
Ho trovato interessantissimo comunque tutto il discorso sulla carta del Mondo, si trattava di tante informazioni nuove che non conoscevo, sebbene avessi già fatto delle ricerche sui tarocchi. Mi è piaciuta molto la descrizione che Chihaya ne fa e la maniera in cui si armonizza al testo.

Giunge infine la scena in cui Ren rientra a Leblanc e incontra Goro. L'inizio di questo paragrafo l'ho trovato molto molto confuso, con termini poco chiari e vaghi che non rendevano un'idea chiara di cosa stesse succedendo. Forse sono io che non afferro, ma ho avuto questa impressione. Anche nel momento in cui Goro racconta la storia ho riscontrato qualche difficoltà di comprensione. Ad ogni modo, ora di sottolineo alcune di queste frasi che ho trovato controverse o in generale che hanno attirato la mia attenzione per qualche motivo.

In questa frase:
“il principe detective sarà desiderato ovunque per la sua preziosa e amara testimonianza su come un giovane kohai si è tolto la vita.”
Non userei il termine “un giovane korai”, perché si tratta di un termine che non viene utilizzato in maniera universale. Ren può essere il kohai di Goro, perché è più piccolo di un anno, ma non un kohai in generale agli occhi di chiunque e ovunque.

Non si capisce bene questa frase:
Nella paura la donna ha preso la direzione per la strada più vicina e si è ritrovata nella Citta Grigia, nel giorno in cui la città celebrava il Grande Corvo, una specie di spirito protettore che, in cambio di un bambino ogni anno, protegge la città dai pericoli esterni.
In questa frase è tutto così scollegato che non riesco a capire bene cosa vuoi dire. La donna, nella fretta di fuggire, intraprende la prima strada che trova e si ritrova in questa “Città Grigia”, nella quale una volta all’anno un bambino veniva offerto in cambio di protezione dalla divinità locale, il Grande Corvo. Ci ho messo un po’ per capire tutto questo però. Il figlio della donna appena nato, dunque, viene donato al Grande Corvo. Ma chi lo fa? Lei spontaneamente? Appena arriva partorisce alle porte della città e poi qualcuno decide di donare il bambino? Tutto questo è molto poco chiaro.

Il Grande Corvo però ascolta la storia della donna in lacrime, le racconta che è figlio di un Re, che ha ottenuto il suo potere cercando di sacrificare l’unica cosa che aveva, la sua famiglia.
Dunque il Grande Corvo ha una storia molto simile a quella del nuovo Re, marito della donna che è scappata e il cui figlio è stato dato allo stesso Grande Corvo. Successivamente, egli lancia questo incantesimo sul bambino, e il resto si capisce. Tuttavia, anche questa frase che ti ho riportato è molto poco chiara e vaga…

scopre la violenza e le ingiustizie sono all’ordine del giorno nel regno, dove ognuno ha il timore di sbagliare ed esser dato in pasto al drago
Okay, quindi la strega è riuscita fin da subito a risvegliare il drago. Questa cosa, prima, non si capiva. Sembrava fosse sì sua intenzione ma non si era capito ci fosse riuscita subito. Avevo capito invece che stesse ingannando il nuovo Re per usarlo e poter risvegliare il drago e basta, ma che il piano non fosse ancora compiuto.

Detto ciò, trovo interessante il background che hai dato a Goro. Io ho idee differenti sul suo passato e sul ruolo di sua madre - che forse trasparirà nel successivo capitolo di Ametysts - ma è sempre fonte di confronto leggere versioni alternative. Ti ho segnalato tutte le frasi che ho trovato scritte in maniera difficile e ne approfitto appunto per dirti che penso che Goro sarebbe il tipo di persona che racconta in maniera molto chiara e concisa i racconti - cosa che appunto per me non è successa qui, al punto che ho dovuto rileggere le frasi più volte e riformularle diversamente nella mia testa per essere sicura di aver capito. Poi, la storia non mi sembra così spaventosa come dice Ren, mi è sembrata un po' esagerata la sua reazione: si leggono storie ben peggiori, in giro.

Ad ogni modo, ho trovato molto interessante il tema di fondo di questo racconto che narra la storia del ragazzo corvo, alter ego di Goro, solo fino a un certo punto e celandone il finale. Questo stesso finale viene invece espresso nella giornata dell'11 dicembre, con la vera fine di Goro. Interessante anche il parallelo tra Goro e il libro che trova, sfoglia e tiene in mano Goro al Leblanc. Abbastanza collegato e ben espresso ho trovato invece il discorso della carta del mondo, quello della vita che va avanti, superando il lutto e il dolore. Credo che sia esattamente su questo che si incentrano i racconti di questa tua raccolta. Qui il discorso resta sospeso, a metà, ma in maniera giustificata, perché la storia proseguirà nel successivo capitolo della serie, e sono curiosa di sapere come proseguirà. 
Per quanto riguarda il rapporto tra Ren e i suoi genitori, alla fine, io non ho davvero capito come sia e in che maniera si sentano gli uni nei confronti degli altri. Anche la scena finale della madre che fa cadere a terra il cesto e va da lui senza dire una parola e lo abbraccia e solo dopo gli dice "Andrà tutto bene, Ren", mi è parso estremamente cliché, e per questo motivo impersonale, come se mi avesse dato ancora meno informazioni sulla madre di Ren di quanto non avesse fatto il discorso iniziale.
In generale, dovendo tirare le somme, il contenuto del capitolo mi è piaciuto molto, ma la narrazione l'ho trovata meno chiara, con un'eccessivo input di informazioni date al lettore, sulla letteratura greca, su alcuni dettagli dei tarocchi - ad esempio nel senso di quando Ren pensa ai vari elementi e si dice di non capirne niente, ma tu li elenchi uno per uno, ed è sorprendente che lui se li ricordi così bene se davvero non ci capisce niente, non ci crede, etc. I casi in cui ho trovato appropriato questo questo fornire delle informazioni sono stati quando Chihaya spiega i tarocchi, quando Goro narra la storia. Ci sono tantissime cose che potrei commentare, perché questo testo è molto lungo e ho pensato varie cose nel corso della lettura, ma è impossibile riassumerle tutte qui.

Prima di chiudere segno anche diversi errori di battitura:
1. filosofeggiando ed ricoprendo il ruolo di secchione della situazione
2. le carte in sé sono innocue, se si pensa che consigliano e non profetizzino con solenne drammaticità.
3. le fa l’occhialino e lei arrossisce un po’
4. potrebbe esser lui il Re che [di cui] il Regno di Diamante ha bisogno
5. una foresta labirintica e di [in] cui si racconta vivano creature mostruose
6. si è ritrovata nella Citta Grigia
7. La Siretta di Andersen.
8. Perfavore (va scritto staccato)

Bene, penso di aver finito!
Scusami per il papiro, ho scritto - come sempre - una recensione chilometrica. Spero di essere stata chiara nello spiegare ogni cosa, purtroppo sono ancora molto stanca ma ci tenevo a lasciarti il mio parere su questo racconto. Alla fine ho deciso di lasciare la bandierina grigia, perché in questo capitolo ci sono stati sia elementi che mi sono piaciuti che altri elementi che non mi sono piaciuti. Si tratta esattamente di una via di mezzo, ed è giusto scegliere la bandierina adatta. Spero prenderai tutte queste segnalazioni in maniera positiva! 
A sentirci presto,

Lumen Noctis