Ma quanto mi piace il Girodelle di queste tue storie! Viene facile empatizzare con lui

"No, che il mondo è pieno di cose da disfare."
Magari, dico io. Purtroppo non ci credo molto.
Molto carina la struttura della storia, divisa in vari spazi temporali da un protagonista in perenne conflitto con il mondo.
Poi si sveglia, ma indotto da una scelta di Oscar, che lo costringe, con il suo agire, a prendere una decisione.
E meno male che c'è una donna che lo aspetta, anzi, che se lo prende.
Perchè credo che sarebbe andata avanti anche senza di lui.

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Non c'entrerà niente con il mondo di Sigyn, ma a me piace immaginare di sì (e comunque la ragazzina piangente all'inizio me la ricorda molto!) 😉.
Scherzi a parte, bellissima fanfiction, anche se arrivo con un ritardo di ''intrusesca'' memoria a recensire per motivi che tu sai. Innanzitutto ho apprezzato la struttura originalissima, ossia questo tuo ripercorrere i fatti principali dell'anime legati a Oscar e André come ''sfondo disturbatorio'' alle vicende dei veri protagonisti, i cui incontri si dipanano nel corso degli anni sul filo di una frase che finisce per diventare un gradevole ''tormentone''. Indubbiamente anche la stessa costruzione di questa ff diventa un po' metafora dell'arazzo su cui poi rifletterà il nostro Maggiore, un insieme di trama e ordito che alla fine ai suoi occhi assumerà un senso e lo indurrà a cambiare il proprio Destino proprio quando tutto intorno sta crollando, proprio quando sembrerebbe ormai troppo tardi. Confesso che mi aspettavo una conclusione più mesta, ma per una volta preferisco sognare tra le tue righe e soprattutto credere che resti sempre aperta una porta per poter invertire la rotta. Comunque sono ormai innamorata irrimediabilmente di questo Girodel che spezza i gambi dei calici e come un eroe romantico s'intrufola nelle stanze della sua amata 😉!
Un abbraccio e alla prossima
 
(Recensione modificata il 15/06/2018 - 12:46 am)
(Recensione modificata il 16/06/2018 - 11:09 pm)

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Un bel racconto molto ben scritto; immagino di sapere chi ne sia il protagonista.

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Ciao stavo sentendo la tua mancanza, meno male che hai provveduto.
Di nuovo Victor e di nuovo sospiriamo per un uomo simile.
Sei impeccabile nel raccontarci le delicate trame della nobiltà e delle sue regole ferree.
Un ragazzo e una ragazza si incontrano ma lui non può aspirare lei, è solo un cadetto ma una persona sensibile, una bella persona e quindi si veste di dovere, onestà, lealtà e per un po' si accontenta di questo, poi diventato adulto comprende il suo valore, il suo poter essere indimenticabile e prende una decisione definitiva, qualcosa che lo renderà estremamente felice e irremendiabilmente scandaloso.
Un uomo così ti colpisce al cuore. Grazie , un abbraccio

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Una storia delle tue, cara Tixit, indubbiamente all'altezza delle tue prove migliori sia per originalità che per stile.
E' molto bella questa serie di quadri, che ci regalano spaccati della vita di un personaggio, Victor Clement de Girodel, che qui si percepisce lacerato da un insanabile dissidio interiore tra essere e dover essere, tra ciò che gli altri vogliono per lui (o che lui vuole per accontentare gli altri) e ciò che invece vorrebbe realmente, di cui, immagino, la presenza femminile, che resta priva di un nome, sia la concretizzazione.
I miei complimenti.
Un abbraccio e a presto. S.

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E' molto delicata e malinconica questa storia, suddivisa in tanti paragrafi, ognuno dei quali rappresenta una fase della vita di Girodel.
Ogni settore è scandito da delle frasi chiave reiterate che, però, nelle varie parti, assumono sfumature e significati diversi.

Questa storia un po' mi ricorda "La famiglia" di Ettore Scola, per la suddivisione in parti rappresentative delle varie fasi della vita del protagonista e per il sacrificio di un amore a una vita tranquilla e dove si è osato poco; un po' mi ricorda "Quel che resta del giorno", per la descrizione di una vita dedicata al dovere mentre il mondo, intorno, scorre, gli anni passano, i proprietari della villa si avvicendano, il padre muore in sordina mentre il figlio adempie al dovere, l'unica occasione di una vita di coppia svanisce e, alla fine, il protagonista si ritrova con una serie di rimpianti e di occasioni inesplorate; un po' mi ricorda "L'età dell'innocenza", in cui il protagonista rinuncia all'amore per una vita più convenzionale e, quando, anziano, avrebbe la possibilità di rincontrare la sua vecchia fiamma, non ne ha il coraggio. "Le dico che sei un uomo all'antica e che hai preferito le scale all'ascensore?", gli chiede il figlio. "Dille che sono un uomo all'antica e basta. Capirà", risponde lui.

Il lieto fine è, indubbiamente, consolatorio, ma io avrei osato con un finale non lieto, in cui lei non vuole andarsene via o lui, a un certo punto, ci ripensa e torna a casa.
Sarebbe stato più triste, ma in linea con tutta la storia e con la vita vera.
Non è una critica, per carità, ma soltanto un punto di vista. :-D

E' molto bella la metafora dell'arazzo e dell'osservarlo da davanti e da dietro, a trama rovesciata che ho trovato in un altro romanzo di Edith Wharton "La casa della gioia".

E' bella anche la storia di Oscar che, da protagonista, diventa punto di riferimento temporale delle varie fasi della vita di Girodel.

Bella storia!

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Molto bella la metafora dell' arazzo, e anche la frase ricorrente che si sussegue negli anni, Victor mi è simpatico ma l'ho sempre visto un po' defilato, ma qui alla fine si riscatta, e disfa, fa cambiare direzione all' ordito della sua tela. Non so chi è la dama, forse non importa. Scritto proprio bene, forse un po'triste, ma alla fine giunge la speranza. Continua così a presto 💓

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