Ciao!
Come ti avevo annunciato, ritorno dalle tue parti. Dopo che mi hai parlato di Sigyn in uno dei messaggi che ci siano scambiati, ho messo subito tra quelle da recensire questa one-shot (scoprendo solo quando ho letto l'introduzione che partecipava allo stesso contest a cui sto partecipando, quindi due piccioni con una favaXD). E finalmente, eccomi a commentare anche!
Allora, parto con i soli due refusi che ho trovato, semplici ripetizioni che l'occhio che conosce la lettura non riesce più a trovare (ne so qualcosa):
erano stirate in una un’espressione severa, -> c'è "una" di troppo
facendogli credere di essere di essere un Ase -> ripeti due volte "di essere"
In questa storia non ho stilisticamente nessuna critica da muovere. Non sussistendo il problema "POV", seguire il filo narrativo è stato semplice. Non ci sono state pause in cui ho dovuto riflettere, solo tanta voglia di conoscere questo contesto norreno che hai ampliato utilizzando i personaggi del film.
Ho apprezzato molto il gioco di sottintesi e "colpi di scena" che, seppur un occhio attento potesse prevedere, non sono stati rovinati dalla trama, che ha saputo nasconderli tra i suoi paragrafi. Per esempio:
tenuto addosso per anni e anni, rigirato tra le dita in letti troppo freddi o non scaldati abbastanza -> Questa frase ha un'ambivalenza sessuale, se così posso dire. Un sottinteso che richiama al calore che il corpo di un amato può dare. Ecco perché dico che sei stata brava a inserire sottili riferimenti a quel che vuole Loki, definendo fin da queste battute iniziali la sua introspezione e il suo scopo, e allo stesso tempo hai comunque mantenuto il segreto sulla trama, giocando molto bene con accenni e riferimenti.
Credo che tu abbia trovato il giusto equilibrio tra sorpresa e comprensione del testo. Un testo avvincente è quello che viene disseminato di indizi, che sta al lettore cogliere, incastrando ogni più piccola frase all'interno di un gioco più grande, cosicché arrivati alla fine quelle stesse frasi avranno ancora più profondità di significato e il lettore avrà voglia di tornare a rileggere per potersi gustare di nuovo una seconda lettura; mentre chi ha intuito può ritenersi soddisfatto della qualità con cui la narrazione ha saputo tendere e allo stesso tempo rendere incerti i meccanismi, tanto da tenerlo incollato fino alla fine. Davvero brava in questo.
Avevamo parlato l'altra volta del lessico anche, se non mi sbaglio, e qui non posso che esprimerti di nuovo i miei complimenti non solo per la padronanza del registro linguistico, ma soprattutto per la varietà di lessico che hai saputo inserire. Non mi capita spesso, ma in questa shot ho trovato una parola nuova che non conoscevo (sacello) e un'altra di cui non ricordavo più il significato ("strale"... a volte perdo i fogli in cui le appunto, le memorizzo per un po' e poi volano via, di nuovo per cieli infiniti). Detto questo, ho trovato altri termini che pensavo di conoscere e utilizzare solo io (protervia, per esempio). Tutto questo per dirti che ho apprezzato tantissimo questa lettura, se non solo per la qualità e la cura con cui scrivi.
Come tono narrativo, l'ho trovato più leggero dell'altro. E non è una critica, in realtà, perché (è una mia interpretazione) credo che questa storia abbia connotati più leggeri, quasi divertenti (voglio dire, ha un che di sottilmente ironico vedere il dio degli inganni innervosirsi per un matrimonio o un Thor correre al matrimonio del fratello e benedire la sua unione) che si vanno a mischiare a una trama più ampia e complessa, sicuramente densa di incertezza, giochi pericolosi e politici, uno sfondo di guerra e la paura di un prete ignaro all'inizio del suo destino e dopo sempre più invischiato in faccende pericolose e sottili, troppo grandi per lui secondo me, ma che comunque conserva quel non so che, che esalta la visione che il lettore ha di lui (un vecchio uomo, amico di famiglia, legato ai due fratelli e sempre in ansia per loro sorti. Un uomo che, seppure sbagliando e fraintendendo, cerca di fare la cosa giusta, con difetti e debolezze incluse).
Comunque la lettura è stata scorrevole e piacevole. La parte che ho preferito è stata l'introspezione: mai troppo profonda o pesante, ma sicuramente completa e a tutto tondo, che è andata a tirare fuori aspetti di ogni personaggio un poco alla volta, partendo dalle apparenze per poi mostrare la realtà dei fatti, e con essi la vera natura (ambigua e complessa) di questi personaggi.
Sì, la caratterizzazione mi è piaciuta moltissimo. Ho trovato piacevole il nervosismo "sicuro" e "superbo" di Loki. Il dio degli inganni non ha smesso un attimo di intrecciare piani e intrighi, ma io ho una considerazione doppia da fare su questo suo matrimonio: l'asilo politico e il tornaconto che gli viene, per me, è solo una facciata che non intacca minimamente il suo desiderio di sposare Sigyn né la sua felicità, anche se io la chiamerei sorpresa e - ancor meglio - meraviglia per avere finalmente accanto a sé la dea che incarna la fedeltà. Questo, però, non toglie che anche nei momenti più sentimentali, e sicuramente il sentimento c'è da parte di entrambi, il dio degli inganni non può annientare la sua natura. E a tal proposito amo tantissimo il discorso di Sigyn, quando gli dice che non si aspetta nulla di diverso da lui e che resterà al suo fianco sempre e comunque. Questo esalta un'altra ironia del fato: Loki, per tutta la vita, è stato "tradito" e usato, fuori posto, non appartiene a niente, e da ciò deriva il suo rancore verso padre adottivo e biologico; ironico il fatto che per amare abbia "bisogno" proprio di colei che incarna la fedeltà in persona, unica ancora che poteva veramente scalfire il suo cuore, proprio perché è una specie di "certezza". Questo rapporto è quasi "facile" concettualmente, mentre quello con il fratello, seppure vincolato da una vita di legame e amore che non può essere cancellato, proprio per i meccanismi sopra citati, sarà sempre conflittuale e ambiguo, letale per certi versi.
Due parole, infine, le spendo anche per gli altri personaggi che ancora non ho commentato direttamente (Sigyn e Thor). La prima mi è piaciuta molto nel suo ruolo un po' marginale. Sembra debole e "sottomessa" a Loki - mi ha fatto sogghignare l'ordine perentorio con cui ha detto alla guardia "portatela qui", perché dietro a tanta durezza immagino quale cura ci sia dietro, magari trentamila raccomandazioni e minacce su quanta delicatezza e rispetto usare (cosa che non appare sullo "schermo") - ma nasconde tanta forza e decisione, lasciami dire che incarna la forza di una donna che sa come convincere un uomo in maniera più letale che servendosi di un coltello.
E Thor qui è semplicemente Thor: preoccupato per il fratello, sempre pronto a dar fede alla parte più istintiva di sé fidandosi di lui; e sopratutto ci sono i suoi modi "rozzi" e schietti, del guerriero tonante, forte e focoso.
Ti rinnovo i miei complimenti.
A presto! |