Recensioni per
Sopravvivono quelli che sanno di cosa scrivere
di Hotaru_Key22

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master

SETTIMO POSTO, CON UN TOTALE DI 44/50
Sopravvivono quelli che sanno di cosa scrivere, di Hotaru_Key22

Grammatica e Stile: 8/10 (4/5 di g. e 4/5 di s.)
Per il parametro della grammatica non ho segnato tutti gli errori; inoltre non ho tolto punti per l’uso improprio della D eufonica e per errori che sono indubbiamente di battitura (spazi mancati, ecc.)…
La grammatica va bene, non presenta gravi errori, ma ho rilevato varie imperfezioni: ti ho riportato una frase che ne sintetizza molte, anche se la punteggiatura è abbastanza irregolare per tutto il testo.
***Erano molti bombardieri, (ci vorrebbero i due punti) alcuni viravano dritti verso Abbeville e a noi toccava (penso che questa espressione sia eccessivamente colloquiale anche per il personaggio che la pronuncia) lasciarli andare e sperare che gli altri, (virgola) più vicini al paese, (seconda virgola, questo dovrebbe essere un inciso) se ne occupassero come di dovere (un'altra espressione troppo colloquiale, al limite del dialettale; tuttavia, per modificarla, bisognerebbe cambiare l’interno sistema di punteggiatura della frase per non inserire troppe virgole).*** Ti riscrivo la frase come penso che sia più corretta:
“Erano molti bombardieri: alcuni viravano dritti verso Abbeville e noi eravamo costretti (oppure: “dovevamo”) a lasciarli andare, sperando che (ma anche la tua forma “e sperare che” è grammaticalmente corretta) gli altri, più vicini al paese, se ne occupassero come di dovere (?).
Poco prima c’è anche un errore di concordanza: hai scritto “arma contraerei” invece che “arma contraerea” (contraereo è un aggettivo composto).

Anche lo stile ha risentito di questi piccoli problemi, ma nel complesso l’ho trovato abbastanza scorrevole, tenendo conto soprattutto il fatto che è come se avessi scritto una pagina di diario o le memorie di Ignace (e questo, parzialmente, giustifica le numerose espressioni colloquiali). Ho apprezzato anche lo sforzo che hai fatto per inserire tutti i dettagli tecnici del cannone, qualcosa che l’io narrante (il protagonista) non poteva essersi dimenticato dopo tutti quei mesi di combattimenti; hanno dato un’ulteriore spinta alla ricchezza lessicale del racconto.

Trama e Originalità: 10/12
La storia non è molto originale, è un classico del genere di guerra: un lungo flashback che descrive il momento in cui tutto ciò che aveva spronato chi poi è sopravvissuto ad andare avanti durante il conflitto è stato distrutto. Tuttavia è molto interessante il modo in cui hai costruito il flusso introspettivo del protagonista e soprattutto l’ordine in cui gli fai ripercorrere gli eventi: prima parla del suo cannone, poi del suo rapporto con Louis, poi della morte dell’amico e infine della “morte” del cannone. È un cerchio che si chiude, intermezzato dalla figura di Mathieu (che ricompare anche nella bellissima ultima scena, dove attraverso la scrittura Ignace “trasmette la sopravvivenza” al giovane).
Ho apprezzato molto il fatto che tu abbia deciso di dare alla storia anche un ampio aspetto emotivo, anche se in alcuni tratti ho trovato fin troppo idealizzate le figure dei personaggi (te ne parlo più sotto).
A livello di trama posso indubbiamente definirmi soddisfatto, mentre per quanto riguarda l’originalità penso che avresti potuto spingerti un po’oltre, allontanandoti ancora un po’ dai cliché del genere.

Utilizzo del Pacchetto Marte: 9/9
Genere – Guerra: L’indicazione è pienamente rispettata: hai inserito molti dettagli sul fronte occidentale della Seconda Guerra Mondiale e, inoltre, hai rimarcato anche l’aspetto più tragico e distruttivo della stessa. 3/3
Prompt/Oggetto – Cannone: Qui ti devo fare i miei complimenti: hai praticamente reso esso un essere animato, come se “provasse” gli stessi sentimenti di desolazione del protagonista, abbandonato in un cumulo di ferraglia lungo l’ormai distrutta linea di confine. 3/3
Obbligo – almeno uno degli schieramenti deve risultare pesantemente sconfitto: Sappiamo tutti del tracollo francese durante la Seconda Guerra Mondiale: hai meritato però il punteggio pieno anche perché hai descritto quella che forse fu la peggiore sconfitta per l’esercito transalpino, la Somme. 3/3

Caratterizzazione e introspezione dei personaggi: 8,5/10
Qui hai indubbiamente fatto un buon lavoro, soprattutto sul protagonista. Il punto di forza di Ignace, infatti, è che avrebbe potuto benissimo essere una persona reale, un soldato qualunque della Seconda Guerra Mondiale: ciò che ho apprezzato di lui, infatti, è il fatto che si differenzia dall’ideale “da film” di soldato, non è né “quello duro” che non ha paura della morte né quello debole, ma che alla fine sopravvive sempre perché salvato dal caso. Ignace è un soldato ordinario, qualcuno che combatte per dovere e perché è stato riempito fin da piccolo di nazionalismo, ma che davanti al dover uccidere a sangue freddo esita, fatalmente, provocando la morte di Louis. Parlando di lui, devo dire che mi è parso decisamente meno reale del protagonista, ma ugualmente verosimile; mi spiego meglio: la figura di Louis è stata indubbiamente idealizzata da Ignace (che ci racconta la vicenda dal suo punto di vista soggettivo), e questa è una scelta comprensibile. Ignace prova dei sentimenti per lui (dei quali non capisce l’identità, altra cosa molto realistica) anche se ha una fidanzata, e si colpevolizza della sua morte, rimpiangendo anche il fatto di averlo lasciato solo nei suoi ultimi istanti; eppure, penso che tu sia andato leggermente troppo oltre in questo aspetto, ricalcandone troppo l’aspetto “romantico” (termine inteso con la valenza ottocentesca, non come sinonimo di “storia d’amore”). L’unico che mi è parso un po’ stereotipato, invece, è Mathieu: è sopravvissuto, nonostante le mutilazioni subite, ed esprime il suo risentimento profondo a parole, confidando nella vittoria inglese… ecco, mi è parso qualcosa di già visto. Nonostante queste imperfezioni il punteggio è comunque alto, soprattutto per il tuo impegno nel cercare “il reale” nei personaggi.

Titolo: 2/2
Stupendo. Nonostante sia forse un po’ troppo lungo è estremamente poetico e di profondo significato; è inoltre estratto da una frase del testo, e apprezzo sempre quando questo fattore è applicato in modo così ottimale. Con esso hai assolutamente meritato il premio speciale “Incipit”, in quanto ne sono immediatamente rimasto colpito.

Gradimento Personale: 6,5/7
La tua storia, nonostante sia stata forse la più breve tra quelle consegnate, è riuscita a trasmettermi molto: è vero, ha alcuni difetti, ma credo che la cosa più importante (e che me l’ha fatta apprezzare molto) sia il messaggio di fondo che vuole trasmettere; anche il meraviglioso titolo (una cosa che considero estremamente importante in una storia, e che infatti inserisco sempre nella griglia di valutazione) ha fatto molto, riuscendo a immergermi fin da subito nell’atmosfera di rassegnazione ma anche di speranza che si ritrova nel finale.

Recensore Master

Ciao! Partecipo anch'io al contest "Chiaro di luna" e siccome abbiamo scelto lo stesso pacchetto ero impaziente di leggere la tua storia per vedere come avresti gestito le richieste del giudice. ^_^ 

Non mi aspettavo di essere catapultata nella guerra fin dall'inizio, né mi aspettavo di leggere dopo solo poche righe frasi come ***il mio cannone era l’unico compagno che non avrei visto morire davanti ai miei occhi***
una considerazione tanto evidente e tanto amara che il protagonista arriva ad esprimerla così in fretta. Di certo la guerra è peggiore di come l'ha vissuta lui se non si hanno affetti da rimpiangere e fingersi amico di un cannone serve a stemeperare quell'ansia che lo farebbe impazzire. Se non avesse trovato/scelto quell'oggetto come punto di riferimento saldo per non perdere la sua forza d'animo, lì attorno non avrebbe visto altro che soldati come lui e come Louis, il suo amico speciale, quello di cui forse era innamorato o forse era solo una grande ammirazione quella che provava per lui. 
Però anche Louis era come il suo cannone: sapeva infondergli sicurezza. Vista la situazione cercava di farlo sentire un soldato, al massimo un filosofo, ma dicendogli "sopravvivono quelli che sanno di cosa scrivere!" dimostra di avere compreso bene l'amico. Secondo me lo chiama filosofo invece che poeta per sfotterlo e distrarlo. ^^ 
Vero, forse perchè tante volte la voce narrante di film, libri e altro è quello il sopravvissuto che diventa il filosofo di turno o quello che sembra essere stato risparmiato grazie a queste sue virtù, viene da pensare che forse tante volte le persone "speciali" (quelli con un grande dono per l'arte e una grande capacità comunicativa) venivano lasciati nelle retrovie, forse considerati meno agguerriti o, chissà, magari per permettere loro di salvarsi per raccontare la verità.

Che poeta è uno che ammazza la gente?
Purtroppo mi verrebbe da presentarti Bertrand Cantat - tra l'altro è un francese come il tuo soldato-poeta - un cantante che per i testi che scriveva sembrava incarnare l'animo di un poeta, ma poi è stato così co****ne da ammazzare la fidanzata di botte (proprio nel senso che l'ha picchiata così violentemente che lei è morta), e addio poeta-cantante francese!
https://www.youtube.com/watch?v=yA3vx6a4uqM Che rabbia fa vedere tanto sentimento e pensare a ciò che ha fatto! 

Sono stata un sacco di tempo per scrivere questo commento perché non sapevo bene come esprimermi, questa storia mi ha colpita molto e mi è piaciuta molto! E quanto ho fantasticato su Louis! ^_^