hey!
comincio dicendoti che questa poesia è bellissima, piena di metafore efficaci, che suscitano subito un'immagine nella mente di chi la legge (o almeno così è stato per me ;))
la prima strofa mi ha colpito particolarmente e mi ha fatto pensare ad un concetto, quello del "leoncino" che esce e spezza il legame con la sua "tana", che si può applicare a ogni essere umano che, arrivato ad un certo punto della sua vita, scappa dalle braccia della madre e vede il mondo.
Ma il mondo non è come la madre, per non farlo allontanare, glielo descriveva (cioè una "secca savana"), e nemmeno come se lo immaginava lui (cioè che tutti fossero un suo "riflesso" e avessero avuto tutti più o meno le sue stesse esperienze): infatti il leoncino si trova davanti il mare; il mare infinito, con tutte le sue insidie, apparentemente calmo, limpido, ma in realtà molto più complesso.
Eppure, in quell'acqua così incredibilmente limpida, il leoncino non riesce a nuotare da solo.
Molto probabilmente la mia interpretazione non ha niente a che fare con ciò che volevi esprimere, ma ho pensato che forse ti sarebbe piaciuto vedere ciò che scrivi da un'altra prospettiva, cioè quella di una ragazza che a mezzanotte si è imbattuta davanti ad una poesia, e ne è rimasta totalmente colpita.
sei bravissima, e spero di leggere altre tue poesie della stessa stucchevole intensità ;) (Recensione modificata il 14/07/2018 - 12:38 pm) |