Recensioni per
Le Chimere di Salomone
di BabaYagaIsBack

Questa storia ha ottenuto 49 recensioni.
Positive : 41
Neutre o critiche: 8 (guarda)


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Recensore Junior

Incredibile ma vero, eccomi qui!
Partiamo da alcuni refusi:
• I suoi lunghissimo capelli neri (lunghissimi)
• tendenti a tratti ad una sfumatura (“a tratti” è superfluo)
• Le unghie uscirò dalla carne del Generale (uscirono, anche se non suona tanto bene: ti consiglierei “abbandonarono”)
• per poi rallentare a tal punto da farlo sentire in procinto di un mancamento (sostituisci “a tal punto” con “al punto”)
• l'Hagufah si sentì trasalire (trasalì)
• non era poi segreto che le altre Chimere tenevano per sé (non era un segreto)
• capire chi era e chi era stato in passato, sentirsi di nuovo padrone di sé e della propria vita come era certo di essersi sentito in passato (“ripetizione di “passato”)

Come già ti avevo segnalato nella recensione precedente, attenta agli avverbi in -mente.
La scena di Noah che serra le palpebre per paura di ritrovarsi dinanzi una pozza di sangue è un po’ ridondante, dovrebbe trasmettere tensione, ma è troppo ricca e si perde quel senso d’ansia nato nel momento in cui Colette scaglia il coltello.
Anche la scena fra Noah e Colette risulta un po’ pesante, troppo carica della tensione di Noah che viene ribadita troppe volte. In seguito all’affermazione di Colette (Quindi sei davvero Salomone), Noah riprende con le sue elucubrazioni mentali che però ci sono già state mostrate tante volte, per cui suonano ripetitive.
Come ti ho già consigliato, usa poche parole, ma d’effetto, in modo che il lettore rimanga a bocca aperta con due semplici frasi. È la narrativa più scorrevole e anche la più efficacie.

Per rispondere alle tue domande e perplessità che hai sollevato alla fine del capitolo posso dirti che:
- Colette è apparsa nel momento giusto a mio avviso e sono anche curiosa di sapere come ha trascorso quei ventisei anni senza di loro 😊 è un personaggio particolare, a tratti pericoloso, ma anche folle. Le premesse ci sono, ti consiglio di mostrarle in modo più mirato ed efficacie
- L’accettazione di sé stesso da parte di Noah è stata, sempre a mio avviso, fin troppo rimuginata. A livello di tempistiche narrative ci sta, ma le riflessioni del personaggio risultano un po’ pesanti per il lettore. È giusto che lui accetti il vero sé stesso, ma ti consiglio di mostrare il suo cambiamento in modo più mirato. Così è troppo dispersivo (e discorsivo)
- Non trovo il rapporto fra Levi e Salomone morboso, ma si comprende che da parte della serpe esista una profonda devozione incondizionata. Inutile dire che sono curiosa di sapere cosa Levi abbia sacrificato per Salomone 😊

Spero di non averti creato troppa confusione, per qualsiasi chiarimento sono a tua disposizione!
Buon lavoro e a presto 😊

PS: mi sento di consigliarti un libro fantasy che ho letto da poco e che esprime alla perfezione i concetti di efficacia narrativa che ho introdotto. Si chiama “Spietati gentiluomini” di Ginn Hale, edito da Triskell Edizioni. Non vorrei esagerare, ma è uno dei migliori libri che abbia mai letto in tutta la mia vita (e ne ho letti davvero troppo XD). Lo stile della scrittrice è sublime ed evocativo, te lo consiglio!