Recensioni per
IN A HEARTBEAT
di Alicat_Barbix

Questa storia ha ottenuto 22 recensioni.
Positive : 22
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
26/10/18, ore 15:34
Cap. 1:

Ciao, dunque, dopo aver letto la one shot appena pubblicata mi sono ricordata che c'era anche un'altra storia che volevo leggere. Ovvero questa. Mi sarebbe piaciuto seguirla in contemporanea alla pubblicazione, ma tra luglio e agosto mi sono allontanata da Efp e quindi non ho potuto farlo. Mi sono decisa a recuperarla ora perché, devo dirlo, come tipo di AU mi interessava tantissimo.

Come prima cosa volevo chiedere se la storia era, in una qualche maniera, ispirata al famoso cortometraggio, che si intitola proprio In a Heartbeat, dove i due protagonisti inseguono i reciproci cuori fino a che non si incontrano. Perché oltre al titolo pressoché identico, anche la faccenda dei cuori è praticamente la stessa. La domanda sembrerà forse un po' banale, ma non ho visto riferimenti da nessuna parte e il dubbio mi ha assalita quando ho cominciato a leggerla.

Ma detto questo, faccio una premessa. Non sono un'amante dei pov alternati, ma per niente. Ho sempre creduto che affatichino un bel po' le storie e penso proprio che continuerò a pensarla così anche dopo aver letto questa storia, ma alla luce del fatto che qui i cuori parlano, in una sorta di dialogo interiore (se non ho capito male), comprendo in tutto e per tutto la scelta che è stata fatta. Inoltre, nonostante i pov alternati, lo stile è sempre fluido e lineare. Oltretutto è privo di errori (non che io sia andata a cercarmeli, sia chiaro, ma se capita di trovarli durante la lettura ci faccio caso) e ogni "pov" scivola via con i giusti ritmi. L'introspezione è anche molto buona, approfondita anche grazie all'uso della prima persona che è gestita davvero bene. Quindi questo tenevo a dirlo, perché anche se non amo questo modo di strutturare le storie, ho capito e apprezzato la scelta che è stata fatta qui. Ciò detto, questo primo Prologo si giostra benissimo. Ha la funzione tipica del Prologo perché introduce, ma non si sofferma troppo a raccontare o a spiegare, questo lo si lascerà ai capitoli che verranno. Per intanto viene introdotta la scena ovvero siamo a Londra, in un contesto verosimile a quello della serie e che qui si focalizza per intanto in un pre-prima stagione. John non ha ancora incontrato Mike Stamford e, qui sta la genialata, non lo incontrerà mai. Le cose vanno in maniera estremamente diversa rispetto al primo episodio e di ciò ne sono rimasta tanto sorpresa, perché qui è lo stesso John che cade vittima del tassista. Ho trovato questa trovata davvero originale, oltre che particolarmente adatta a quello che sembra essere lo stato d'animo di John, in questo momento. E lui è, tra i due, quello che secondo me arriva meglio. Si entra in empatia con lui molto più facilmente di quanto non ci si riesca con Sherlock. John l'ho agganciato immediatamente e mi sto facendo già tantissime domande perché non sappiamo bene cosa gli sia successo, si presume possa c'entrare la guerra, ma non sembra sia tutto qui. E in parte perché mi rifiuto di credere che la colpa sia dell'Afghanistan, ma soprattutto perché questo finale lascia davvero aperte tantissime domande. John conosce già Sherlock, e mi chiedo come possa (e dove) averlo già incontrato. Alla luce di tutto questo credo proprio che ci sia anche dell'altro dietro al suo desiderio di morire. Di sicuro offrirà tantissimo materiale per una buona introspezione, e già qualcosa lo si è visto qui. Hai riportato il dialogo col tassista in maniera fedele alla serie, con anche qualche riferimento, ma riuscendo comunque ad adattare il tutto a un inedito John interlocutore. Un lavoro davvero ottimo.

Nemmeno mi è chiara la maniera in cui funzionano i cuori, anche se in questo le parole del tassista-killer sono molto chiare. John non sente parlare il proprio cuore, significa che non c'è più? Che si è spezzato irrimediabilmente? Questo non lo si sa, non ora perché come dicevo sopra, come prologo non chiarisce nulla. Si limita a introdurre e questo mi è piaciuto moltissimo, le introduzioni più lente sono cosa buona e gusta. Di certo io le preferisco rispetto a quei primi capitoli che ti catapultano immediatamente dentro la storia senza alcun preavviso.

Insomma, se non lo si fosse capito sono molto interessata.
Andrò avanti certamente a leggere.
Koa

Recensore Master
23/07/18, ore 21:56
Cap. 1:

Arrivo qui dopo le emozioni rimaste dalla lettura della tua “Bianca come il latte”, la ff seguente è annotata tra le storie da recensire.
Questa mi ha incuriosito subito perché mi salta agli occhi uno scenario nuovo, ottenuto rimescolando elementi "canonici" ed espressioni di sentimenti e di emozioni già lette e sofferte; il rovesciamento di situazioni note per arrivare a qualcosa di predestinato. Queste le prime, immediate suggestioni che mi hanno coinvolto dopo una prima, veloce lettura. Ci aggiungo, inoltre, la mia soddisfazione di lettore per avere davanti un modo di scrivere, il tuo, curato, corretto ma non pesante e stantio. Un modo di esprimersi quasi cinematografico, che si regge sull'intreccio sapiente d'immagini forti e di dialoghi secchi e significativi.
Mi ritornano gli echi di ASIP, con quella figura sinistra di tassista assassino che alletta le sue vittime con un macabro gioco in cui, se s’indovina, si vive, altrimenti si muore.
Ne riporti tutta l’atmosfera tesa e soffocante, in cui lo spettatore che assiste si trova di fronte ad un qualcosa di allucinante, anche perché il killer ha indubbie capacità di sondare l’animo di chi ha di fronte.
Dicevo ASIP ma, in realtà, chi sta seduto al tavolo con il tassista non è Sh ma John.
Geniale rimescolamento di elementi narrativi noti.
“…Sul campo di battaglia… avevo ripreso a sentirmi vivo..”: faccio riferimento ad un punto in cui, con poche parole, riporti tutta l’essenza, pienamente IC, delle problematiche di John, cioè quel suo anelare continuo alla sfida con se stesso, in situazioni potenzialmente mortali.
L’apparizione provvidenziale di Sh che pone termine a una tragedia che, comunque, non viene considerata tale da Watson, ormai stanco di vivere, mi apre nuovi scenari: dunque Holmes e John si conoscono già…
Rileggendo le tue note introduttive vedo che ci troviamo in un AU, quindi tutto è nuovo e possibile.
Storia molto interessante, originale. Brava.