Ovviamente l’ho letto ieri notte! Tanto la mezzanotte era già passata! xD
Parto col dirti innanzitutto GRAZIE per questa shot, che è davvero adorabile dalla prima all’ultima parola.
Già il titolo è perfetto, perché racchiude in sé tutto il senso della storia.
Scrivere a mano, senza l’ausilio della tecnologia, mi ha ricordato molto il manga e l’anime (ma anche la mia infanzia/giovinezza… ma oggi compio 14 anni, eh!) perché negli anni ottanta internet credo che nemmeno ce lo potessimo immaginare, figuriamoci sognarlo!
Ma non è un’osservazione strettamente storica e pratica la mia, ora non siamo più abituati a comunicare attraverso carta e penna e così quanfo ci capita di leggere qualcuno che lo fa sembra ancora più poetico, romantico, di altri tempi (in fondo lo Tsubasa di questa storia è proprio così).
Vergare le parole di proprio pugno dà infatti proprio l’idea di mettere nero su bianco se stessi, senza filtri fatti di pixel, un passaggio diretto cuore, mano, foglio.
È quello che fa Tsubasa in queste tue righe: aprirsi.
La sua solitudine che non è quella dovuta all’assenza di persone che ci circondano, anche in mezzo a molta gente si può avvertire lo stesso il vuoto ma è più una sensazione dolceamara che persiste dopo che l’euforia scema inesorabilmente, insieme all’adrenalina (bello quando penserà che la gioia per una vittoria è passeggera ma quella dei sentimenti persiste nel tempo).
Ho pensato molte volte che questo ragazzo abbia potuto vivere momenti come quello descritto da te (anche se si fosse dichiarato) e ho trovato molto calzante che il suo slancio sia nato subito dopo aver raggiunto un traguardo importante della sua carriera.
La lettera è molto appassionata, emerge tra le righe questa sua smania di dire ma al contempo la paura, l’attesa perché in fondo quando sarà l’alba si ritroverà a vivere un giorno come tanti, nella sua routine di tutti i giorni.
Ho trovato poi molto IC anche la scelta di non sentire Sanae nell’attesa di vederla, perché in fondo Tsubasa agisce sempre così con lei, la guarda sempre negli occhi nei momenti importanti.
Sanae dal canto suo è altrettanto perfetta.
La sua paura che altro non è che ansia per qualcosa tanto sognato, per così tanto tempo, la rendono molto umana, vera e plausibile.
Ho adorato l’idea della lettera sempre con lei nella borsa, l’ho immaginata leggere quelle prime righe col sorriso sulle labbra, stupita e divertita da quel modo inusuale di ricevere notizie da Tsubasa fino a vederla arrossire, tornare magari a rileggere le stesse parole, incredula ed emozionata.
Molto dolce il ricordo del gioco dell’aereo con Yukari, ho adorato quando ammette, anche con una certa affettuosa rassegnazione, che non c’è mai stato nessun altro a cui pensare seguendo la scia bianca nel cielo.
Il rapporto con i genitori di Tsubasa poi (che emerge anche dai pensieri di quest’ultimo) la dice lunga su come Sanae sia già la sua ragazza, almeno nell’immaginario di chi le sta intorno e dei futuri suoceri, che la trattano già come una di famiglia.
Infine la festa (ovviamente Hongo sempre in mezzo, eh!)…
L’idea che Sanae eviti Tsubasa potrebbe sembrare strana con un approccio superficiale ma se si pensa a come ha vissuto la sua vita fino a quel momento e alla sua giovane età, è facile pensare che nei suoi panni forse ci saremmo comportati come lei.
In fondo il suo atteggiamento è un po’ come l’ansia da prima bacio, no?
Lo vogliamo tantissimo ma allo stesso tempo lo stomaco si chiude.
E che Daichi sia più perspicace di Tsubasa… beh sfondiamo una porta aperta! XD
Carinissimo il momento con lui, si capisce che il bambino è legato alla ragazza e che hanno passato molto tempo insieme (cosa che si ricollega a quanto detto sopra sui genitori di Tsubasa).
Yukari mi ha fatta proprio sorridere quando allude al fratello sbagliato, fratello che vorrebbe essere proprio al posto della sua miniatura, per le attenzioni che riesce ad avere spontaneamente dalla sua amata.
Molto carico a livello erotico il gioco di sguardi, quando finalmente lei si decide a concedersi almeno quello, come primo approccio.
La radiografia di entrambi ci mostra una sorta di stupore per i cambiamenti fisici reciproci e di conseguenza un’attrazione forse mai provata prima, che a distanza è ancora più forte perché alimentata solo dagli sguardi.
Un’altra cosa che ho adorato tantissimo è la complicità con cui si defilano dalla festa, capendosi al volo: basta che Tsubasa posi un piede sul primo scalino che porta al piano di sopra (la sua impazienza mentre aspetta il momento giusto è stata troppo gongolosa per me!) e Sanae lo segue trovandolo poi in camera di Daichi.
Quando i due si ritrovano, finalmente, soli faccia a faccia sono entrambi nervosi e lo si percepisce dalla parlantina iniziale di Tsubasa e da quella specie di balbettio che intercala le parole di Sanae.
Ammetto e non me ne vergogno affatto, che ho sentito le guance scaldarsi quando lei dà voce al suo amore ma soprattutto quando confessa che sì, si può vivere lo stesso lontani a differenza di quanto immaginava ma che è una vita che non le piace, le manca l’aria spesso, troppo spesso.
E lo slancio di Tsubasa quando la bacia interrompendola è qualcosa di così bello e naturale, che ho sorriso, proprio come una mamma che vede il figlio crescere (…strano ho solo 14 anni… xD).
Il bacio è comunque a fior di labbra, molto in linea con entrambi i personaggi che non si sono mai vissuti realmente fino a quel momento, come innamorati intendo.
Ma quell’abbraccio che non fa sentire più quel tipo di solitudine… *Gongolino*
Ho adorato (ancora?! Sì, ancora sì!) il momento in cui tornano alla festa e quel volere tenere la cosa per loro, perché è come prolungare un momento solo loro appunto, è come non averlo mai interrotto così.
Nel tragitto verso casa emerge ancora quel piacevole nervosismo dettato dall’inesperienza ed è davvero molto dolce e innamorato Tsubasa, quando pensa che il sorriso di Sanae dal vivo, dopo averlo solo potuto immaginare da lontano, sia tutta un’altra cosa.
Ma aver finalmente esternato i propri sentimenti lo porta inevitabilmente a sentire l’esigenza di provarli non solo con le parole, perché ovvio che la vicinanza fisica contribuisca ad avere una certa intraprendenza, seppur sempre vincolata ai primi approcci.
Il bacio vero è bellissimo, lo hai descritto in maniera perfetta perché i due non diventano altri in quel momento, sono perfettamente in linea, coerenti.
La bocca che si schiude nell’attesa di una risposta e le mani che stringono la stoffa della maglietta: ho adorato ma davvero tanto questa immagine.
È un primo bacio poi non solo come coppia e questo è davvero molto coerente, ancora, con i sentimenti di entrambi.
È facile pensare che abbiano aspettato questo momento nonostante siano così giovani, semplicemente perché sono innamorati e perché “farlo con la persona giusta vale doppio”.
E a Sanae lontananza non fa più così paura ora e Tsubasa finalmente non è più solo.
Davvero, davvero bella. Ho adorato tutto, anche se ripeterlo può sembrare piuttosto monotono forse ma questa è la semplice verità.
Volevo tanto leggere qualcosa di così fresco, pulito (oddio detta così sembra lo spot di qualche detersivo, sorry!) e IC su di loro, mi hai fatto veramente un bellissimo regalo!
Grazie ancora di cuore per questa sorpresa… anche alla tua beta, che tutto sa! 😉 |