Recensioni per
One more miracle
di BlackSwan Whites

Questa storia ha ottenuto 1 recensioni.
Positive : 1
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
09/08/18, ore 15:03



Come tutti si saranno resi conto alla e come ho già scritto in varie recensioni precedenti, riguardanti altre ff, sull'argomento riguardante la reazione di John, nell'immediato post Reichembach, le Stagioni BBC non ci hanno fornito alcuna notizia. Di quel periodo, certamente oscuro e sofferto, in cui Watson ha vissuto il vuoto tragico ed improvviso lasciato da Sh in seguito alla sua (finta) morte si sono scritti fiumi di parole per cercare di colmare l'importante lacuna narrativa.
Anche tu, dunque, t'inserisci in questo percorso e mi sembra che il risultato sia molto positivo.
Così ci ritroviamo in quel cimitero in cui spicca, inquietante, quella lapide nera solcata da scritte dorate.
"...La capacità di vedere oltre le menzogne...": mi è piaciuto molto il passaggio in cui esprimi i pensieri di John riguardo alla sua opinione su Sh. L'analisi che fai esternare al medico in merito, appunto, al suo coinquilino, l'ho trovata precisa, nuova, decisamente esatta.
E definire Sh non è facile, visto il suo essere criptico che si nasconde dietro ad una maschera di finta arroganza e di saccenza. Ma John ha capito chi si nasconde realmente dietro a quella che non è altro che una muraglia protettiva.
Un altro punto forte è il contrasto tra la calma e la fermezza con cui John espone i suoi pensieri davanti alla tomba di Sh e poi estrae la pistola per non lasciarlo più solo a vagare nella dimensione sconosciuta della morte. Un gesto estremo quello che il medico, evidentemente, ha pianificato con lucidità e che, ripeto, é reso ancora più agghiacciante perché non si accompagna a pianti disperati o ad urla di dolore insopprimibile, ma diventa una fredda, logica conseguenza di un ragionamento portato avanti, pianificato per due anni.
Il colpo di scena dell'apparizione improvvisa di Sh è da te gestito con efficacia e credibilità.
Non ho riscontrato alcuna pesantezza linguistica riguardante le ripetizioni cui fai cenno nelle Note finali: anch'io sono d'accordo sul loro uso, ovviamente ragionevole, quando si vuole ribadire un concetto e, soprattutto quando si riportano le parole in diretta di qualcuno che è in preda ad una forte emozione. Sicuramente, se ci dovesse succedere qualcosa di simile a ciò che è capitato a Watson, trovo più che naturale un linguaggio che esprima liberamente la sua quotidianità, senza il puntuale ricorso a vocabolari illustri come si fa, in genere, quando si scrive.
Una storia, questa, ben costruita e che fonda il suo svolgimento su un'introspezione psicologica dagli esiti verosimiglianti, accettabili anche logicamente.