Praticamente la pagina recensioni dell'epilogo è il ritrovo del "sono stata una lettrice silenziosa per anni ma conosco i tuoi personaggi come fratelli". Lol. Io ci avevo provato ai tempi, a fare una recensione così, ma poi finiva sempre per essere troppo lunga quindi ala fine avevo deciso di partire, nel lasciar recensioni, da Doppelgaenger e soprattutto DAGLI SPIN-OFF che essendo BREVI mi costringevano a limitare il mio essere logorroica. Ahem.
Leggendo l'epilogo l'avevo trovato PERFETTO, ma all'epoca non avevo saputo dare un giudizio imparziale causa estremo coinvolgimento emotivo verso tutti sti disgraziati. Ora provo a elencare i meriti di questa storia, Opera Al Nero, sia come storia singola sia come atto conclusivo di tutta la tua Saga, mettendo a frutto le mie (scarse) conoscenze acquisite studiando drammaturgia:
1) ogni personaggio ha un suo arco narrativo coerente. Ogni personaggio cresce nel corso delle tre storie principali senza stravolgersi. Persino quelli che cambiano di più, come Al o Soren, mantengono. Sono persone diverse da quando sono apparsi per la prima volta nella storia, eppure il loro cambiamento è frutto dell'aver affrontato e subito determinate cose quando erano più giovani: quindi il loro essere da ventiduenni/ventiquattrenni è imprescindibile dalla loro persona sedicenne o diciannovenne. Personaggi come Lily e Thomas che nelle storie precedente sono stati I turno i Ragazzini RapitiTM di cui Harry si doveva preoccupare saranno coloro che questa volta troveranno il modo di aiutare gli Auror e perciò salvare i propri ragazzi che precedentemente li avevano salvati.
2) La regola d'Oro per costruire personaggi tridimensionali: ogni personaggio ha un WANT, un desiderio, un obiettivo, un qualcosa che a livello conscio vuole e cerca di realizzare. E un NEED, un bisogno nascosto a livello inconscio, più personale e profondo, di cui il personaggio stesso non è a conoscenza e che si trova a dover scoprire e affrontare nel corso della storia.
Facciamo l'esempio di Albus e Soren, che secondo me sono i personaggi la cui psicologia viene analizzata più approfonditamente in Opera Al Nero, così come in Doppelgaenger e Ab Umbra Lumen era stato rispettivamente per Tom e Lily. Quello che Albus VUOLE è che gli venga affidato il caso Demiurgo. Quello di cui Albus ha BISOGNO è elaborare i traumi di cinque anni fa, perchè essi hanno creato in lui il falso e malsano bisogno di avere tutto e tutti sotto controllo, e Al, invece di affrontare i propri demoni, sublima questo bisogno indotto cercando un obiettivo più "accettabile" (aiutare gli altri, risolvere un Caso) che assecondi lo stesso questa sua quieta mania di onnipotenza che nasce non dal suo ego, ma dalla sua paura delle avversità e di ciò che non conosce o non sospetta, che in passato hanno rischiato più volte di togliergli le persone che ama. (E il parallelismo con Tom in Doppelgaenger, che sentiva il bisogno di conoscere tutto del suo passato misterioso perchè a livello conscio voleva la conferma di essere speciale, ma a livello inconscio voleva sconfiggere la propria paura di essere "difettoso", si sprecano. I parallelismi con un altro Albus da cui prende il nome, pure.)
Soren VUOLE sconfiggere i cattivi e catturare John Doe ma ha BISOGNO di dimostrare al mondo è soprattutto a se stesso che è diverso dal resto della sua famiglia. (Anche qui, i parallelismi con un altro Severus da cui prende il nome sono talmente ovvi che è inutile ribadirli, eppure il personaggio è caratterialmente e moralmente così diversa da QUEL Severus che non risultano mai stucchevoli. Il modo gentile e intelligente con cui sono gestiti i parallelismi in questa storia è un altro dei suoi punti di forza. Parallelismi tra i personaggi e i loro omonimi e tra personaggi stessi delle fanfiction. Mai così marcati da risultare fastidiosi, sempre abbastanza evidenti da risultare interessanti.)
2) tutti gli archi narrativi dei personaggi convergono tra di loro e, cosa ancora più importante, si rivelano importanti per la storia principale. Per esempio: la storia di Michel e Milo/Emil, due personaggi secondari delle storie precedenti promossi tra i protagonisti in Oan, seppur gradevole, non sembrava trovare un posto nella trama "mistero" della storia. Invece si è rivelata fondamentale, perchè grazie al sangue di Emil (ricoverato in ospedale per una lunga serie di motivi che partono da un litigio con Michel) che viene scoperta la cura del Demiurgo, ed è dalla trama politica di Michel che veniamo a conoscenza di una talpa anello Ministero. La trama politica della talpa e quella medica della cura si uniscono poi nel personaggio di Soren Luzhin- personaggio secondario di Ab Umbra Lumen, vecchio amico di piuma di Lily nominato già in Dp, che torna nel finale di Oan rivelandosi più di quel che è, ovvero l'infiltrato silente che per primo ha permesso alla Thule di avere informazioni su Tom, e che ora prova del risentimento verso l'altro Soren, il nostro, per essere stato sostituito all'ultimo nella missione, e che grazie alle cure dopanti somministrategli sotto ricatto da Al sconfiggerà definitivamente Doe, prima di venir affrontato da Harry e sconfitto da James. Tutto si collega e tutto torna.
4) Continuazione naturale del punto 3. Hai creato una storia in chi non solo i personaggi sono tridimensionali e sfaccettati, ma sono anche legati tra loro da una rete di rete di rapporti che è viva, vibrante, intricata e complessa, ma sempre credibile. Non c'è l'effetto alla beautiful ("ma allora tutti sono cugini di tutti, e sono andati a letto coi fratelli di tutti"- semi cit.) perchè è stato stabilito in anticipo (e in accordo col canon) che l'ambiente in cui si muovono quasi i personaggi è un circolo particolarmente ristretto, chiuso per certi versi (come scopriranno i personaggi arrivati dall'America o dalla Germania in quest'ultima storia), in cui gira e rigira si incontrano sempre gli stessi visi, o i figli o i nipoti di quei visi. Se l'ambiente della prima storia era quello di Hogwarts, e la seconda storia si muoveva tra Hogwarts e Dumstrsng, lo sfondo di questa storia è quello dell'alta e alto-borghese società Magica Inglese, composta sia dai rampolli di una pseudo-aristocrazia conservatrice e razzista, ideologicamente sconfitta, ma ancora influente, sia dalle famiglie degli ex-eroi di guerra dalle idee più liberali, che da ribelli di un tempo ora lavorano ai piani alti del Ministero, cercando di bilanciare il loro idealismo di gioventù con le grane e la necessità di compromessi che deriva dal ricoprire posizioni di potere. È un ambiente REALE, che leggendo posso credere sia quello di una piccola comunità trent'anni dopo una guerra fratricida. Si respira voglia di divertirsi, ma anche di difendere a tutti i costi la pace che si è tanto faticato ad ottenere, quella pace stessa che permette ai ragazzi di uscire a divertirsi invece di andare a combattere come i loro genitori. "Purosangue" non è più un termine usato per indicare lo stato di "purezza" del sangue di un mago, di cui ormai non frega più niente a nessuno, ma l'appartenenza a un particolare mondo èlitista che si regge su etichette impossibili da ricordare e "valori" razzisti e antiquati, un mondo che si è chiuso talmente tanto su se stesso da isolarsi e auto-escludersi dalla realtà politica e sociale del proprio tempo. Si respira il mal represso rancore che alcune famiglie Purosangue, ancora ricche ma guardate con diffidenza, nutrono nei confronti della nuova e scintillante classe politica dominante degli ex-eroi, che a volte si attacca ai loro figli. Ma è evidente nella storia anche il fatto che questi figli siano bene o male cresciuti tutti nella stessa scuola, spesso anche nelle stesse Case e con gli stessi insegnanti, e abbiano avuto tutte le stesse influenze, e le stesse adolescenziali frequentazioni, quindi la differenza culturale tra ragazzi Babbanofili e ragazzi Purosangue, seppur esistente (perchè certe cose non si cancellano con una generazione soltanto), è meno netta ed evidente ad occhio nudo di quella tra i loro genitori. I figli degli eroi sono cresciuti con più ricchezza e vizi dei loro genitori, rendendoli quindi più simili, per quanto riguarda il livello di "Mio padre lo verrà a sapere", al caro vecchio Malfoy che non ai ragazzini sfortunati ma coraggiosi che furono Hermione, Ron, Neville, Ginny o Luna; i maghi Purosangue di questa generazione, a loro volta, sono i primi cresciuti in un'epoca in cui è "cool" mostrarsi apertamente Babbanofili, soprattutto nel modo di vestire e di atteggiarsi, ed è quindi difficile distinguerli per un occhio poco allenato dai figli ormai cresciuti dei vecchi membri dell'E.S. All'inizio di Doppelgaenger, le divioni culturali tra i ragazzi erano più accentuate, e c'era come un non-detto che imponeva che, se in Campo da Quidditch e in occasioni di rivalità tra case l'essere Grifondoro o Serpeverde prevaleva sul cognome, e in occasioni come feste proibite o trasgressioni era normale che gli adolescenti si dividessero tra "cool" e "non cool" indipendentemente da idee politiche dei genitori e passato di questi, fuori dai territori di Hogwarts, i Potter-Weasley socializzassero solo tra loro e al massimo (AL MASSIMO) con figli di amici particolarmente stretti dei loro genitori, e gli eredi delle Famiglie Purosangue facessero altrettanto. A causa del circolo strettissimo di legami anche famigliari, di cui parlavo all'inizio di questo quarto punto, che coesiste tra i personaggi, basta l'avvicinarsi di due personaggi appartenenti a gruppi sociali e socio-politici diversi per determinare l'amalgamarsi e il mischiarsi di diversi gruppi.
La generazione protagonista di queste storie è dunque la prima, in questa Saga, a ricucire le ferite dell'ultima guerra. Il che, non c'è bisogno che lo scriva, è incredibilmente azzeccato, perchè colmare le distanze e andare oltre le apparenze e le incomprensioni è uno dei temi fondamentali di questa Saga, che non potrebbe che avere come protagonisti dei ragazzi nati nella Pace i cui genitori hanno vissuto (e in un certo senso ancora lo fanno, psicologicamente) nella Guerra. E la Saga non poteva che finire con il matrimonio di Rose Weasley e a Scorpius Malfoy, un matrimonio al cui solo pensiero cinque anni prima le famiglie coinvolte si sarebbero strappate i cappelli, ma che ora tutti capiscono essere la cosa migliore che poteva capitare non solo ai diretti interessati (che si amano alla follia come e più di quando erano adolescenti) ma anche per tutti i loro amici, parenti, forse per l'intera società magica, sicuramente per tutti gli invitati coinvolti (sì, pure quelli riluttanti che vorrebbero bruciare il tendone peldicarota-tra parentesi, ho amato come diversi personaggi, senza consultarsi tra loro, esprimano nella loro testa l'assoluto orrore estetico verso le scelte cromatiche degli sposi, ma i Potter e gli Weasley siano completamente e beatamente ciechi di fronte a qualsivoglia orrore stilistico.)
5) Parlando di quanto sia GIUSTO che la Saga si chiuda con il matrimonio di Rose e Scorpius, la prima coppia a mettersi insieme superando i pregiudizi, la paura di andar contro il volere dei rispettivi genitori e i condizionamenti. Che sono un po' le cose che TUTTE le coppie di questa, etero o gay che fossero, hanno dovuto affrontare- ed è questo che ha reso tutte le storie d'amore di queste fanfiction così uniche, speciali, commoventi e BELLE. Il fatto che non si trattasse solo di storie d'amore nel senso più sdolcinato del termine, ma anche e soprattutto di storie della scoperta e dell'accettazione dell'altro/a e quindi di se'. Il fatto che, nonostante le premesse e gli ostacoli di molte coppie siano simili, ogni storia d'amore prima e dinamica di coppia poi sia diversa dalle altre, perchè i personaggi hanno tutti caratterizzazioni psicologiche, sogni, desideri, bisogni e modi di reagire e affrontare le avversità diversi tra loro. Il fatto che, comunque, l'amore sia rappresentato in tutte le sue sfumature (romantico, erotico, platonico, filiale, paterno, materno, fraterno, cameratesco, amicale) ma che mantenga sempre quella caratteristica salvifica che era l'arco portante nei libri di Harry Potter. Una forza che spinge a migliorarsi e a migliorare, a superare i propri limiti ed uscire dal guscio della propria insicurezza e dei propri interessi, ad aprirsi al mondo, alla possibilità di un futuro, e alla fiducia.
6) Tutto è GIUSTO in questo epilogo. È giusto che il matrimonio raccontato sia quello di Rose e Scorpius, per i motivi che ho già detto, ma è giusto che nessuno dei due abbia un PoV- perchè, così come sono stati i primi a mettersi insieme, sono anche stati i primi a risolvere determinati problemi e conflitti interiori, che in Oan avevano entrambi già ampiamente superato. Un loro PoV dunque non sarebbe stato utile come conclusione di nessun arco narrativo, perchè in fondo la loro "vera" conclusione risolutiva era stata la scelta di sposarsi in quell'ospedale, soli con la loro "nocciolina" che presto li avrebbe trasformati in genitori. Azzeccatissima e perfetta la scelta, spontanea e non pianificata, di far avere a Rose e Scorpius un matrimonio intimo e ribelle, senza il chiasso, i giudizi e le aspettativi delle loro famiglie, una dichiarazione d'amore tenace e orgogliosa in mezzo al mondo che crolla, e dopo una cerimonia pubblica e festosa che riunisce tutti i parenti fino al settimo grado e gli amici con cui ci si è stretti la mano anche solo una volta, per festeggiare non solo la loro unione ma anche la ritrovata pace e serenità dopo tutto quello che il Mondo Magico ha affrontato. Il "E tutto finì bene" delle fiabe. Questo doppio matrimonio riassume bene la doppia natura della coppia Rose e Scorpius: da un lato, esiste in essi un bisogno di affermare la propria individualità e il proprio volere all'interno delle rispettive famiglie e al di fuori di esse; dall'altro, nessuno dei due è un personaggio individualista e non potrebbero vivere isolati sulle montagne senz'altro rapporto umano che la compagnia reciproca, anche se nei momenti di esasperazione quasi quasi lo vorrebberro. Entrambi amano le proprie famiglie (e, nel caso di Scorpius, anche metà di quella di Rose) e non le abbandonerebbero MAI davvero. Ti dirò che è un dettaglio che mi piace: nella cultura odierna, in cui vige il dogma di "se c'è un conflitto bisogna tagliare i ponti" personaggi come Rose e Scorpius, che imparano ad affermare la propria individualità e a farsi valere con i propri genitori senza tagliare i ponti o i legami affettivi con loro sono...rinfrescanti, ecco.
Comunque non è che queste storie insistano al contrario nel mantenere i rapporti con la famiglia a tutti i costi, anche nel caso in cui suddetta famiglia non faccia sforzi per capirti o accettarti e soprattutto non ti ami di rimando, anzi. Michel e Emil ne sono l'esempio, e in una certa misura anche Soren (anche se comunque con Soren la situazione è emotivamente più complessa perchè la madre complice con il suo silenzio dell'abuso era lei stessa vittima al tempo stesso di una famiglia oppressiva e patriarcale, e lo stesso sposarsi e mettere al mondo un figlio erano state cose fatte da lei sotto minaccia di violenza. Quindi non si può davvero paragonare la situazione di Sophia a quella dei padri di Michel ed Emil/Milo, che hanno semplicemente giocato a tirar su l'erede perfetto finchè non si sono accorti che questo erede non era esattamente come volevano loro, e allora l'hanno gettato in pattumiera. Ma parlerò meglio della situazione tra Soren e sua madre in altre recensioni, perchè davvero secondo me non c'è nulla di più tragico di una madre che non ha scelto di fare un figlio ne' di metterlo al mondo, eppure si trova davanti alla scelta di darlo in pasto si suoi aguzzini o crescerlo nonostante non l'abbia mai voluto, e di un figlio che a sua volta non ha scelto di nascere eppure si trova ad essere due volte vittime, di aguzzìni che erano gli stessi di sua madre, e del risentimento della madre per essere nato. È anche per la tua bravura nel trattare tematiche senza sfociare nel morboso o nel patetico così delicate che la tua storia è speciale.)
Comunque, dicevo, è azzeccato che il PoV iniziale dell'epilogo sia quello di Michel perchè ci ricorda che anche se non ci sono speranze ne intenzioni di riallacciare i rapporti con la propria famiglia d'origine, da adulti se ne può sempre trovare una nuova.
Come dicevo, non abbiamo PoV di Rose e/o Scorpius nel finale, e in fondo non ci servono. La loro felicità è loro e solo loro e va bene così: l'abbiamo già assaggiata leggendo della loro decisione di fare la cerimonia privata, ora la vediamo di riflesso grazie agli invitati ma il focus è su questi ultimi (che sono poi il motivo per cui Rose e Scorpius stanno facendo questa super-confusionaria cerimonia pubblica).
Per il motivo opposto, è perfetto che Lily e Soren siano l'unica coppia ad avere un PoV ciascuno: perchè sono stato i due con la situazione più traballante fino alla fine di Oan, quelli il cui sviluppo psicologico è iniziato una storia dopo gli altri, e la cui coppia si è formata DUE storie dopo, e non poteva dirsi davvero stabile fino a che non si fossero risolte determinate situazioni che in effetti si sono risolte solo nei capitoli immediatamente precedenti all'epigolo. I lettori meritavano dunque di avere un excursus più lungo sulla psicologia di questi personaggi, sui loro piani per il futuro e sul modo in cui stavano elaborando il passato. Giusto anche che Lily e Soren nell'epilogo siano separati, e che si confrontino non tra loro, ma con i rispettivi migliori amici- per Lily la cugina Roxanne e per Soren il magonò Milo. Lily e Soren sono la coppia che forse più di tutte è formata da due persone con background estremamente differenti, e benchè si siano aiutati ad affrontare i propri demoni, le difficoltà che questi due personaggi hanno dovuto affrontare e risolvere nel corso della storia sono state fondamentalmente diverse, quindi un PoV unico e "di coppia" come quello finale di Al e Tom avrebbe finito per non fare chiarezza sugli scogli che Soren e Lily hanno affrontato separatamente nelle loro vite e nelle ultime due storie. E per quanto riguarda gli scogli di coppia...c'è forse una conclusione migliore per una storia d'amore che sembrava essere destinata alla clandestinità e all'inevitabile tragicotà di vedere i entrambi i componenti di quella coppia che raccontano apertamente AD ALTRI la serenità che hanno trovato l'uno nell'altra, e i progetti per il loro futuro insieme, ancora vago e non ben delineato (a differenza di quello di Rose e Scorpius è James e Teddy, per esempio), ma appunto per questo così emozionante e luminoso? Sarebbe stato facile far finire tutte le coppie in modo tradizionale, con il classico figlio e matrimonio a vent'anni, invece tu hai dato ad ogni coppia il finale che si confaceva ai personaggi. Che in alcuni casì, sì, era matrimonio e figlio a vent'anni (vedi Rose e Scorpius), per altre l'adozione di una bambina tra i venticinque e i trenta, di anni (vedi James e Teddy) ma per altre era più tempo per conoscersi e conoscere il mondo.
Ed era GIUSTO che il matrimonio vero e proprio venisse narrato attraverso il PoV di James, che da primo ostacolo della coppia Rose e Scorpius ne è presto diventato il più fervente sostenitore e difensore. James che era il bullettò e che sarà sempre arrogante, sbruffone nei modi e un po' galletto, ma ora è un padre di famiglia e un responsabile difensore della legge, e le sue priorità non sono più fare scherzi ed essere popolare, ma proteggere i suoi affetti e difendere la società. James che è sempre stato divorato dall'ansia di eguagliare il padre, e infine l'ha salvato, decretando la decisione di Harry di smettere di fare l'Auror in missione, cosa che non ha più l'età di essere, o il Capo Ufficio, ruolo che gli ha portato molti privilegi e comodità ma che in fondo non gli è mai piaciuto davvero ricoprire, e lo porterà a scegliere di insegnare in Accademia. E davvero non si poteva pensare a un finale migliore per il tuo Harry, sempre contento di fare da mentore alle nuove generazioni cui giovani così come i suoi mille maestri e padri putativi avevano fatto per lui, ma anche per l'Harry della Rowling- una fine di carriera che tiene conto sia del desiderio di Harry di fare carriera e gloria uccidendo i cattivi, sia della sua vocazione per l'insegnamento, che veniva presentata dalla Rowling nel quinto libro e che tu hai sviluppato perfettamente nella caratterizzazione del tuo Harry adulto.
E ovviamente, la fine vera e propria non poteva che essere affidata ad Al e Tom. È giusto che siamo loro ad avere l'ultima parola, o meglio, che l'ultimo PoV sia quello di Al e che l'ultima frase sia pronunciata da Tom, e che riecheggi in modo implicito ma neanche troppo il pensiero di Harry Potter nell'epilogo dell'ultimo dei sette libri. (All Was Well. The End.>>Se tutto non è andato bene, vuol dire che non è la fine>>"Certo che andrà tutto bene. Altrimenti, Potter, non sarebbe la fine"). Harry che è stato il primo a farli incontrare, il primo PoV della Saga così come i due Bambini Serpeverde ne sono stati i primi protagonisti, ed è lui l'ultima persona a cui entrambi prima di iniziare il loro ballo in cui esistono solo loro due e nessun altro, prima che il Sipario cali.
A volte accade, nella scrittura amatoriale così come nelle serie tv, di avere la netta sensazione che gli autori si stiano stancando di personaggi un tempo importanti e che decidano dunque di abbandonarli per noia o mancanze di idee su come concludere le loro storie. Non in questa Saga, non con questa Autrice. Non è mai capitato che un personaggio, nemmeno secondario, venisse approfondito e poi abbandonato prima di aver concluso la propria story-line. Qui è come a teatro. Ogni personaggio ha un ruolo, e a volte qualcuno va dietro le quinte per lasciar spazio ad altri, ma alla fine chi è stato inizialmente presentato come personaggio importante torna nel finale, per recitare l'ultimo atto, concludere il propri arco narrativo, salutare i fan più fedeli con un bacio e prendersi gli applausi.
(Recensione modificata il 29/12/2022 - 01:58 am) |