Recensioni per
Te la mia inquietudine cercava
di ValeS96

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
29/11/18, ore 22:23

Vuoi farmi piangere, donna?
non lo posso vedere Sherlock così, con l'attacco di panico che gli fa sentire che sta per morire, tanto senza John non respira neppure
il ritmo è bellissimo, perchè non è poetico in senso stretto, ma è musicale, ti avvolge e non ti lascia andare via
Lui prova ad attaccarsi a certezze, come ricordare il nome dei vicini - un passo fantastico - a guardare la Luna, ma l'aria nei polmoni non vuole saperne di tornare
ci vuole John che non corre a casa da Mary (quanto la odio), ma resta li, lo tiene, lo riporta alla vita, e lo tiene stretto nel suo abbraccio profumato
poteva durare il triplo e sarei stata contenta
bravissima!
un bacio,
Setsuna

Recensore Master
11/09/18, ore 09:37

Ciao, ho letto la tua storia ieri dopo molti giorni che era tra le cose da leggere, ma ho preferito aspettare e non recensire immediatamente. Perché, sul momento, mi aveva lasciata un po' turbata lo devo ammettere.

Per prima cosa devo dire che è scritta molto bene, questo onde evitare equivoci. Il mio turbamento, se possibile, è proprio per l'esatto contrario ovvero che è talmente ben scritta che sconvolge un pochino. Questa struttura che le hai dato, anche visiva, con una paratassi molto serrata e frasi brevissime che vengono quasi elencate, rendono la lettura molto particolare. Sembra di star male assieme a Sherlock, o di star facendo una corsa ed essere senza fiato e perciò non riuscire a leggere per bene. Ne sono rimasta molto colpita al primo impatto, anche se ci ho messo un giorno prima di decidermi a lasciare una recensione che, temo, sarà un po' sconclusionata.

La trama è una lenta scoperta. Non è subito chiara la collocazione temporale, lo si capisce definitivamente soltanto quando John nomina Mary, che sta a casa. Io amo questo genere di cose nelle storie, perché si fa come un'indagine, come una scoperta mano a mano che vai avanti a leggere. E sei tu in prima persona a dover capire dagli indizi sparsi qua e là. Qui nel tuo caso, solo dopo che nomini Mary tutto diventa più chiaro e anche questa (insolita) reazione da parte di Sherlock. Sembra essere un attacco di panico in piena regola, forse aggravato dall'uso delle droghe? Ma nemmeno questo è ben chiaro, perché il punto di vista che ci offri non è quello esterno di John, ma quello interno di Sherlock. Riuscire a comprendere qualcosa è molto difficile, perché ciò che arriva chiaramente e sopra a tutto il resto, è la paura. Alle prime battute non si capisce bene di che cosa sia, questa paura. Si intuisce il disagio, lo stare poco bene, ma non sembra che ci siano radici in qualcosa di reale. La consapevolezza arriva mano a mano, con il risvegliarsi di Sherlock, il suo calmarsi e tornare a ragionare. Sinceramente non so dire se uno come Sherlock Holmes potrebbe mai avere reazioni come questa, e per un qualcosa che riguarda John che ha un'altra famiglia e che vive con Mary. Sulla caratterizzazione quindi non dico nulla perché non ne sono completamente convinta, che sia IC. Sono convinta che tu abbia fatto un buon lavoro, questo è certo. Facendo vivere tutti questi sentimenti al lettore stesso e mettendoci praticamente dentro alla testa sconvolta di Sherlock.

Quindi ti faccio i complimenti perché hai fatto un ottimo lavoro.
Koa

Recensore Master
05/09/18, ore 01:24



In questa tua ff trovo un'originale forma narrativa che é quella di far parlare direttamente le sensazioni e il flusso ininterrotto di emozioni che travolgono Sh. Lo scenario è, penso, quello che fa da sfondo alla S3 ed alla terribile S4, accomunate dalla desolata condizione del consulting che si trova solo al 221b ad affrontare i fantasmi del vuoto che ha lasciato il matrimonio di John. È uno Sh che prova sulla sua pelle la disperata impossibilità di considerare la solitudine come qualcosa che lo difenda dalla potenziale negatività che potrebbe derivargli dai rapporti umani: ciò poteva essere possibile prima di conoscere John e di comprendere che, quel piccolo soldato ferito nel corpo e nell'anima, era diventato, per lui, un'irrinunciabile ragione di vita. Il senso di soffocamento, la paura di venire risucchiato dal buio della sua disperazione, l'attacco di panico che diventa la tragica vittoria dell'irrazionalità in lui, che era sempre stato in grado di dominare le emozioni con la forza della sua ragione. Per me, la tua ff è stata una lettura davvero coinvolgente, che mi ha lasciato un brivido di commossa partecipazione al dramma umano che tu hai raccontato con immediatezza e credibilità. Avremmo voglia anche noi di rassicurare quello Sh disorientato e sofferente che ha identificato John con l'aria che permette di vivere.
"...Bocca, ossigeno, manca...Lascia perdere il palazzo mentale adesso. Alzati...": molto suggestivo il contrasto tra il labirintico ed angosciante stato d'animo di Sh ed il solido senso pratico di Watson che lo fa uscire dalla drammatica impotenza ed incapacità di reagire in cui l'attacco di panico l'ha gettato.
Mi è piaciuta molto l'immediatezza con cui ci hai comunicato ciò che succede a Sh. Tutta l'ansia, la paura, il risentimento per l'esclusione dalla vita del medico e la presenza inquietante di Mary, s'infrangono, come onde, nell'abbraccio che porta Sh nel porto sicuro costituito dalle braccia di John. Un bel pezzo, brava.