Ciao Cin! Ho un po’ di tempo e come anticipato mi ritrovi nelle tue storie… datate. Questa è una delle prime che ho letto e…riletto. E’ tra quelle che preferisco. Così ho deciso di recensire capitolo per capitolo perché è così intensa che mi pare riduttivo riassumerla in una sola recensione. Premetto che, non avendo ancora visto la puntata nel momento in cui l’ho letta, per me è stata davvero una versione “alternativa” alla serie, così come “pensata” dagli autori. Quando mi sono rimessa “in pari” la mente è tornata…qui. Ho dato un senso a quello che hanno vissuto Sam e Jack quando Dean è intervenuto in loro aiuto e, per un attimo, hanno creduto in una sorta di “happy end” (ma, per i due bros, ahimè, è sempre utopia pura!). Quei pochi minuti di “girato” un po’ frettoloso, qui mi sono stati restituiti con “gli interessi”, appagando la mia voglia di percepire le emozioni dei personaggi. Sam vive la rabbia, l’impotenza, il dramma di aver di nuovo perso il fratello e quella frase “Ancora. Di nuovo” sintetizza tutta la sua disperazione. Ma al tempo stesso deve essere forte per Jack. Lo deve soccorrere, lo deve rassicurare. Il nephilim vede le mani premurose di Sam tremare e comprende. Comprende l’estrema fatica che sta facendo Sam per "esserci", quando vorrebbe lasciarsi andare sconfitto e pensare solo all’assenza di Dean. Sam vorrebbe infierire sul corpo di Lucifero, vorrebbe gridare, vorrebbe forse arrendersi e dirgli che non è affatto convinto che… andrà tutto bene. Jack capisce e lo richiama come se, quel richiamarlo, potesse riportarlo a sé in modo empatico, rispettoso di ciò che sta provando, dandogli speranza. E quel verbo “tremare”, ritorna:
Gli occhi di Sam, a quell’ennesimo richiamo, si fermarono in quelli del nephilim e per un attimo tremarono di paura e Jack sentì, che per una volta, doveva essere lui a consolare.
E Jack consola. Consola come solo chi è stato protetto e consolato a sua volta può fare. Lui, nato “abominio”, è cresciuto con loro, e' stato per loro come un figlio. Gli hanno dato la possibilità di “essere altro”. Hanno saputo amarlo. Castiel ancor prima che nascesse. Sam credendo in lui da subito per una sorta di… assonanza con quella parte oscura che, in qualche modo riconosce, consapevole che bisogna imparare a tenerla a bada. E Dean. Dean ruvido. Dean diffidente. Dean pronto a ucciderlo con le sue stesse mani se dovesse scegliere il Male. Dean pronto a difenderlo e “a guardargli le spalle” perché ormai lo considera “della famiglia”. E ora Dean che non c’è più. Jack deve essere forte. Come deve esserlo Sam. Ancora. Di nuovo.
Questo capitolo è tutto un susseguirsi di vissuti, di sentimenti. Il confronto con Castiel è coinvolgente e, mentre l’occhio scorre veloce sul pc, i due si “materializzano” nel mio salotto che, per l’occasione, diventa il salone del bunker. Sam non può accettare che Castiel non abbia fermato Dean. Lui doveva fermarlo. Doveva impedirgli di fare l’ennesimo sacrificio. Ha bisogno di prendersela con qualcuno e Castiel è il capro espiatorio ideale. Ma in realtà sa che, qualunque cosa avesse fatto l’angelo, Dean non avrebbe desistito. Ed è drammatico quando l'amico glielo conferma: “Ho provato a fermarlo, Sam. C’ho provato, te lo giuro, ma lui continuava a dirmi che non aveva scelta. Che non poteva rischiare che Lucifer facesse del male a Jack. Che non voleva o poteva rischiare di perderti ancora. Di nuovo.”
Ancora. Di nuovo. Perché in fondo Sam sa che Dean sceglie lui. Sempre.
Sei strepitosa nel fare un “collage” con le frasi della serie, messe al punto giusto, al momento giusto: “….nella sua mente, dolorose e malinconiche le parole di Dean tornavano imperiose: “Non mi importa di me. Non mi è mai importato. Ma mi importa che non succeda niente a mio fratello.” Cosi come “recuperi” nella memoria dello spettatore momenti vissuti, inserendoli come se davvero fossero i ricordi del passato, entrati prepotentemente nel cervello dei protagonisti:
Sam respirò a fondo e guardò Mary.
Castiel comprese. E un dispiacere mai provato gli soffocò il petto.
Rivide nel minore dei fratelli la stessa mancanza di coraggio che vide in Dean quando in quel mondo alternativo, l’amico non riuscì a dire a Mary che Sam era morto. Vide scendere le stesse lacrime. Lo stesso smarrimento.
Ancora. Di nuovo.
Respiro a fondo con Sam, sento quella stretta al cuore di Castiel e vivo quell’indicibile sofferenza tra madre e figlio, incapaci di dar voce a un dolore così grande.
Cin hai una magia tutta tua. E trovo un'affinità di "sentire" che mi ha stupito dalla prima volta che ti ho letto.T’insinui nell’anima dei personaggi rendendoli "reali", fedeli a chi li ha creati ma, al contempo, meravigliosamente "più completi". E mi regali qualcosa, sempre, ogni volta… “Ancora. Di nuovo.”
Grazie Cin! Al prossimo capitolo! |