Recensioni per
Leave but don't leave me
di theOldEnnui

Questa storia ha ottenuto 1 recensioni.
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Recensore Master
16/09/18, ore 22:50

Leggendo la tua introduzione, vedo che il “rovistare” nostalgico nelle puntate di Sh BBC, forse nell’ormai patetica illusione che avremo veramente la S5, non è solo mio. Mi consolo nello scoprire che non sono sola in quello che si può definire un malinconico zapping tra i ricordi.
Arrivo subito, comunque, alla tua ff.
Evidentemente ci troviamo, in pieno, nell’atmosfera surreale ed un po’ grottesca di TSOT, in cui Sh si muove in un patetico tentativo di sopravvivere alla perdita di John, a causa del fatidico matrimonio, addirittura studiando, come un efficiente wedding planner, la miglior piegatura dei tovaglioli per il banchetto nuziale ed occupandosi dei contatti con gli invitati.
Immagini che, ad essere sincera, tutte le volte che le rivedo, mi causano un’ondata di tristezza e di dispiacere nel vedere il mio consulting preferito (ed unico) perdersi in quelle occupazioni, così lontane dal turbine e dall’adrenalina delle investigazioni sui fatti criminali. Attività leggiadre e frivole, non certamente inutili, ma che segnano, oltretutto, il suo irreversibile distacco da John.
A proposito di quest’ultimo, mi è piaciuto molto ciò che hai pensato per lui e cioè il suo trovarsi disorientato di fronte a questa “riveduta versione di Sherlock”, che gli risulta quasi quasi più invasiva del finto suicidio. Ed è comprensibile perché, quella che ha davanti agli occhi, è una patetica caricatura dello splendido psicopatico che gli ha regalato, con le sue stranezze, una ragione di vita ed il desiderio di guardare al futuro.
“…Vuole che gli chieda di scegliere…”: brava, è proprio questo ciò che Watson ha dentro al cuore e tu l’hai espresso in modo preciso.
E si ritorna all’ansiogena presenza dell’ingombrante “elefante nella stanza”, nutrito di tutto il “non detto” ed il “non fatto”, che ha insabbiato i mitici anni del 221b delle prime due mitiche Stagioni BBC.
Secondo me, uno dei punti forti della tua ff è il rivivere analiticamente (ed efficacemente) la nottata in cella dei nostri due, dopo l’allucinato addio al celibato che tutto è stato fuorchè un evento del genere proprio per la montagna d’irrisolto che soffoca ogni possibilità di futuro sereno.
Hai ricostruito con credibilità i pensieri sconnessi di John, ubriaco e triste, che, come unico punto di riferimento, ha la certezza che la sua vita non può prescindere da Sh, ma è lui che deve chiedergli di scegliere.
Aggiungi a quella scena dei momenti, che s’inseriscono perfettamente nel percorso IC che caratterizza la tua storia, focalizzando un gesto di Sh, apparentemente innocente e scontato come quello di toccare la camicia di John lodandone la fattura. E cominciano a scorrere i ricordi, primo fra tutti, il loro primo incontro al Bart’s, l’inizio di tutto, perché già da quell’istante in cui i loro sguardi si sono incrociati, per noi, fedelissimi johnlocked, è cominciata la più bella ed intrigante storia d’amore degli ultimi anni.
Magico ho trovato quel fugace sorriso pigro che illumina le ombre della notte con inaspettate tenerezza ed intensità.
La conclusione di ciò che racconti, secondo me, poteva essere interpretabile in un modo positivo: John cerca d’ironizzare, indicando la porta della cella come barriera al loro lasciarsi per sempre, ma non dà una risposta negativa a Sh. Purtroppo è quel gesto che il detective compie che non lascia speranza. Evidentemente colpito dall’irrisione di Watson, egli abbandona il campo, già ferito da quel “…Cos’è che vuoi da me?..” in cui John ha cercato scampo dall’evidenza della situazione.
Mi ha lasciato proprio tanta tristezza quella mano che “scivola fuori dalla presa di John”.
Una lettura emozionante, davvero, scritta con ricerca dei termini più appropriati e meno banali. Hai davvero saputo regalare un attimo di fuga in momenti di grande suggestione sentimentale. Bravissima.