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Tra il desiderio e l'amore cadde l'ombra
di vieniquipiccolagiugy

Questa storia ha ottenuto 1 recensioni.
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Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
08/12/18, ore 13:05

[Valutazione del contest My name is Black, Sirius Black]

Titolo: 
Il titolo è indubbiamente bello e molto poetico, criptico quanto basta per invogliare il lettore a leggere la storia per saperne di più ma non tanto da non dargli un’idea di ciò che si cela dietro queste poche parole. 
Tuttavia, a storia conclusa, mi è sembrato forse poco legato alla stessa, soprattutto perché tu stessa confermi che quello di Hermione per Sirius non è mai stato “amore”, ma solo “desiderio”… quindi quel “tra desiderio e amore” lo trovo un po’ fuorviante, in questo contesto. 



Sviluppo della coppia: 
Ho rimuginato a lungo prima di stilare questo giudizio, perché a seconda dei momenti oscillavo da un parere all’altro… quindi tagliando la testa al toro te li dirò entrambi. 
Innanzitutto, ho apprezzato moltissimo la verosimiglianza con cui hai reso questa coppia, e in particolare i sentimenti di una Hermione adolescente che giustamente fantastica sulla sua cotta. 
Tuttavia, sebbene in una storia come quella che hai scritto tu il rapporto di Hermione e Sirius non poteva né doveva essere trattato diversamente perché sarebbe stato estraneo ai personaggi che hai delineato, alla fine lo sviluppo della coppia non è stato curato come avrei voluto per questo contest: con la richiesta di “scrivere su una coppia” mi sarei aspettata tra loro un qualcosa che fosse più della cotta passeggera di una ragazzina, oltre magari a una maggiore interazione tra i due. 
Questo per quanto riguarda le richieste del contest, ovviamente, perché ribadisco che mi è piaciuto davvero tanto come li hai descritti (ma ne parlerò meglio dopo). 



Sviluppo dell'opzione scelta: 
L’opzione scelta è stata rispettata in pieno, ma avrei preferito fosse dato maggiore risalto a Harry e alla sua reazione mentre invece viene risolto tutto in poche righe, senza più essere ripreso nel racconto. 



Caratterizzazione dei personaggi: 
L’Hermione della tua storia è quella forse più complessa da trattare: non è più la bambina del primo libro, ma neppure la giovane donna dell’ultimo… è una ragazzina che vive nel limbo tra due mondi – l’infanzia e l’età adulta – cui non sente di appartenere del tutto ma che al contempo la attirano a sé con pari forza – ora più l’uno, ora più l’altro. 

Mi piace moltissimo che tu abbia focalizzato la tua attenzione sulla sua voglia di sperimentare e fare nuove scoperte su se stessa, sulla vita e sul suo corpo… ma andiamo con ordine. 

Ho adorato come esordisce la storia, con quella riflessione di Hermione su quale fosse il tempo giusto da concedersi per guardare Sirius: è meticoloso in modo quasi esagerato, come lei, e come lei è anche tanto intelligente da prendere in considerazione tutte le possibili eventualità che comporterebbe quel secondo in più o in meno. 
E poi, naturalmente, l’accenno al fatto che il sette è il numero magico per eccellenza è stato un tocco di classe, tipico proprio di Hermione. 

È convincente il modo in cui spieghi come mai è arrivata a questo punto e qual è stata l’evoluzione del suo interesse per Sirius… ma ci sono un paio di cose che non mi hanno convinta: 
- I capello arruffati “sul viso una volta attraente” --> è vero che nei libri troviamo spesso questa dicitura o comunque qualcosa che la ricordi, ma il narratore usato da zia Row si permette degli excursus quasi onniscienti che, in una narrazione completamente soggettiva in seconda persona, stonano molto. Infatti, Hermione ha conosciuto Sirius solo dopo Azkaban, quindi può sapere com’era da giovane soltanto dai ricordi di chi invece c’era o da quell’unica foto che Harry ha di Sirius (quella al matrimonio dei suoi genitori). Un po’ troppo poco, secondo me, per fare una riflessione del genere. 
- … convinta che “lo sguardo arrabbiato fosse rivolto al tuo migliore amico” --> La prima volta che Hermione ha visto Sirius al telegiornale babbano non aveva idea che fosse un mago evaso da Azkaban, né che stesse (apparentemente) dando la caccia ad Harry. 

Invece mi è sembrato particolarmente calzante il dire che Hermione è “confusa e urtata” non per l’aspetto interessante di Sirius (che, dal suo punto di vista, poteva essere benissimo qualcosa di oggettivo), bensì per l’interesse provato per il suo aspetto. È un ragionamento apparentemente contorto che invece risulta limpido e cristallino, almeno nella mente di Hermione, ed è, anche questo, un qualcosa perfettamente coerente con la sua personalità. 

È interessante anche quel “perché in fondo a te il pericolo piaceva”. Non abbiamo nessuna prova “certa” riguardo a quali fossero i gusti di Hermione, e questa tua interpretazione – basata su fatti consolidati da quanto scritto nei libri – mi ha molto colpito anche e soprattutto perché potrebbe essere perfettamente plausibile e in linea con il personaggio: infatti, sappiamo che da quando ha stretto amicizia con Harry e Ron ha lasciato molto da parte il suo lato “perfettino” per concedersi invece, di tanto in tanto, di gustarsi qualche bella avventura. 


Per quanto riguarda Sirius, è risaputo che fosse molto avvenente e, nonostante il soggiorno ad Azkaban e il periodo di fuga l’avessero decisamente sciupato, una volta tornato a Grimmauld Place, “pulito e in forze”, è ovvio che fosse ritornato ad essere un uomo… interessante, per citare Hermione. 

Questo per dire che trovo assolutamente verosimile che fin dalla prima volta che l’ha rivisto in Grimmauld Place Hermione ne sia stata attratta: dopotutto è un’adolescente, e le cotte adolescenziali spesso divampano in un istante. 

Come pure mi piace il fatto che all’inizio Hermione giustifichi questo suo interesse come un qualcosa di completamente innocente, la curiosità verso un mago esperto che ha visto e vissuto molte più cose di lei e da cui poter imparare moltissimo in moltissimi campi… salvo poi far cadere la maschera e ammettere, anche solo nel suo intimo più profondo, il vero motivo dietro allo strano fascino che Sirius esercitava su di lei. 


La scena dell’abbraccio è stata assolutamente perfetta, a parer mio, sia nella sua costruzione che, soprattutto, nella caratterizzazione dei tre personaggi coinvolti: 
- Hermione piangeva perché stava male per Harry. Ci sta, eccome se ci sta, perché è il suo migliore amico ed è costretta a mentirgli, perché sa che è da solo con “quei suoi orribili zii” e – specie dopo quello che gli è successo – vorrebbe correre da lui o almeno che lui venisse da lei, invece devono restare separati… quindi sì, è estremamente plausibile che Hermione stesse piangendo per via di Harry. 
Trovo inoltre particolarmente realistica anche la descrizione di ciò che ha provato Hermione durante quell’abbraccio e che addirittura abbia contato quanti secondi è durato. Assurdo, ok, ma considerato il contesto è verosimile proprio per questa sua assurdità. 
- Lupin cerca di rassicurarla con voce dolce e gentile. Anche questo è IC, perché Lupin è un uomo buono e molto sensibile, che però ha conosciuto Hermione prima di tutto come una studentessa e poi come amica del figlio del suo migliore amico… quindi le vuole bene e vuole consolarla, ma non è affatto strano che “mantenga le distanze”, per così dire. 
- Sirius manda al diavolo etichetta e buonsenso e la abbraccia. E, di nuovo, è una reazione assolutamente coerente con il carattere di questo splendido personaggio che vive d’istinto e di emozioni, e che preferisce un gesto sincero a mille parole vuote… salvo poi cercare di stemperare la tensione con una battuta. 

Non capisco però quel “l’altro [Sirius] ti guardava come se ti avesse appena sorpresa a fare qualcosa d’inappropriato”, scritto quando Sirius e Lupin la scoprono a piangere nel corridoio. Data la sua reazione poco dopo, ho dedotto che l’interpretazione di quello sguardo fosse offuscata dal POV di Hermione, e che Sirius invece magari ha semplicemente pensato che era meglio lasciarla sola per non metterla a disagio (e infatti che si stesse per “defilare” e lasciarla sola mi sembra molto plausibile). 
Non so, è davvero così o intendevi dire che veramente Sirius ha pensato che quel pianto fosse “qualcosa di inappropriato”, ma si è ricreduto quando ha sentito il nome di Harry? Se puoi rispondermi te ne sono grata, perché questo particolare mi incuriosisce molto. 


Successivamente, Hermione cerca di ritagliarsi sempre qualche minuto per parlare con Sirius, e trovo realistico che l’argomento principale delle loro conversazioni fosse Harry: in definitiva è l’unica cosa che hanno davvero in comune, una persona che entrambi amano moltissimo, e credo sia assolutamente naturale ritrovarsi a parlare di lui insieme. 

Mi è particolarmente piaciuta la doppia lettura di queste conversazioni: 
- Dal punto di vista di Hermione (che è anche quello del lettore), lei stava parlando del suo migliore amico con l’uomo per cui provava qualcosa, quindi era un modo come un altro per farsi conoscere meglio. 
- Dal punto di vista di Sirius (che invece rimane in sottofondo e si intravede a malapena tra le righe), lui stava parlando del suo figlioccio con la migliore amica dello stesso, quindi era un modo come un altro per conoscerlo meglio e recuperare tutti quegli anni di lontananza causati da Azkaban. 
In entrambi i casi, i personaggi sono comunque fedeli a se stessi. 

Tornando a Hermione e alla sua tempesta emotiva, di nuovo trovo estremamente plausibile la sua eccitazione per quel “mi piaci” inaspettato (e va bene che probabilmente Sirius non intendeva che lei le piacesse in quel modo, ma a chi importa?), e la sua corsa in bagno seguita subito dopo da quel desiderio di sperimentare sul proprio corpo secondo me è molto verosimile: è vero che non abbiamo mai visto Hermione comportarsi così… ma è anche vero che i libri sono raccontati dal POV di Harry, e – come Hermione stessa sottolinea – lei con i suoi migliori amici non può certo parlare di queste cose. 


Cambiato il paragrafo, cambia anche il rapporto con Sirius: è il Sirius scontroso degli ultimi giorni prima della partenza per Hogwarts e sappiamo bene che se ne stava spesso in soffitta con Fierobecco, quindi tutto nella norma. 

Anche il fatto che Hermione alla fine si sia fatta coraggio e sia andata a cercarlo è – nell’ottica che hai delineato in questa storia – assolutamente naturale e verosimile… come pure naturale e verosimile è che, una volta lì, abbia finto di essere andata a cercarlo perché lo aveva chiesto Harry, e risparmiarsi così l’imbarazzo di dover ammettere di voler soltanto passare del tempo con Sirius. 

Nel dialogo successivo si avverte tutta l’amarezza di Sirius per la sua attuale condizione di prigioniero, e anche la nostalgia dei bei tempi andati in cui ne combinava di cotte e di crude a Hogwarts, con James. 
E, la cosa che mi è piaciuta di più, è che sembra quasi che non riesca a decidersi chi o cosa gli manca di più: la sua libertà o il suo migliore amico. 

È solo la confusione di un istante, però, perché subito dopo tutto lo struggimento che il ricordo della morte di James porta con sé lo travolge come un fiume in piena, portando con sé anche Hermione e lo stesso lettore. 
Trovo assolutamente perfetto il modo in cui Sirius da James passi a parlare di Harry, di tutti i progetti che ha per stare con lui ed essere davvero quel tutore che James avrebbe voluto per suo figlio. 

Come pure perfetto è, secondo me, che a un certo punto le sue fantasticherie da “genitore modello” deviino lungo la strada del malandrino che era stato, ma questa è un’altra storia. 

E poi, il bacio. 
Un bacio che li coglie entrambi di sorpresa, e che nonostante questo io personalmente trovo del tutto plausibile. Nonostante il momento e il luogo siano assolutamente inadatti a una cosa del genere, credo che tutta la fragilità dimostrata da Sirius abbia creato, nella mente di Hermione, un legame intimo e talmente stretto che poi fare quell’ultimo passo – su cui fantasticava già da un po’ – è stato tanto istintivo da non rendersene neppure conto. 

Credo però anche che sia ovvio che Hermione, dopo quel gesto che lei stessa definisce “folle”, si sia sentita tremendamente in imbarazzo e sia praticamente scappata via… ma anche la reazione di Sirius l’ho trovata adeguata: non l’ha apertamente rifiutata forse perché immobilizzato dalla sorpresa o forse per non ferirla... o più probabilmente per un insieme di queste cose. Magari avrebbe voluto dire o fare qualcosa, quando lei si è resa conto di non essere ricambiata e si è allontanata in fretta, ma credo che qualsiasi altra parola oltre a quel “Hermione, io…” sarebbe stata di troppo. E forse lo credeva anche lui. 


Tornata a Hogwarts, Hermione deve confrontarsi con un Harry particolarmente scontroso, ma – dopotutto – era spesso di malumore negli ultimi tempi, quindi inizialmente è normale che non gli abbia dato troppo peso. 

E poi, quando arrivano alla resa dei conti (più o meno), Hermione non sa giustamente che dire, con il senso di colpa per aver mentito al suo migliore amico che si mescola alla vergogna che ancora prova per quel bacio non ricambiato… ma per fortuna, a volte, le parole non servono. 
Ho trovato questo Harry forse un pizzico più maturo e sensibile di quello che siamo abituati a conoscere, ma io l’ho trovato comunque adeguato alla storia: dopotutto stiamo parlando di Hermione, non di una ragazza qualunque, e non mi sembra affatto strano che l’abbia “perdonata” all’istante… anche se avrei preferito che questo chiarimento tra i due durasse più di un paio di frasi, ma di questo ne parliamo dopo. 


Mi piace come hai sottolineato quasi blandamente che Hermione, troppo presa da Harry e da quello che stava succedendo, semplicemente smette di pensare a Sirius… o almeno smette di pensarci in quel modo “desideroso”: lontano da Grimmuld Place e dall’atmosfera che quel luogo nel bene e nel male porta con sé, Hermione ritrova tutta la lucida razionalità dei propri pensieri, e osservando Sirius – e il rapporto che credeva di avere con lui – con questo nuovo sguardo critico, si rende conto di averlo quasi “mitizzato”. Di aver scambiato quella “manciata di ore” passate con Sirius a parlare prevalentemente di Harry come un rapporto vero, e di aver scambiato Sirius stesso come un uomo vero, in grado di farla finalmente sentire donna e non più bambina. 

Mi piace perché, alla fine, Hermione si è resa conto che i rapporti autentici sono quelli che ha con i suoi amici, e che Sirius, per lei, non è altro che il padrino del suo migliore amico per cui per qualche tempo ha avuto una cotta. 
È una folgorazione improvvisa che però arriva con una naturalezza tale da sembrare inevitabile, qualcosa che è inutile combattere anche perché non ne varrebbe comunque la pena. 


Di nuovo a Grimmauld Place, fa sorridere anche me il ragionamento con cui Hermione paragona questo taciturno e scontroso Harry del dopo attacco al signor Weasley all’uomo taciturno e scontroso che era stato Sirius nel periodo immediatamente precedente al loro rientro a Hogwarts pochi mesi prima. 

Mi è piaciuto meno il fatto che Hermione si sia sentita in diritto di “sparare sentenze”, anche solo nella propria testa, su Sirius: già prima lo aveva definito “quasi pietoso” (che però, data la forza della rivelazione che accompagna quel pensiero, ci potrebbe quasi stare), e adesso è diventato un uomo “ancorato a un passato felice, tormentato dai sensi di colpa per chi non era riuscito a salvare, chiuso in una gabbia di depressione e paranoia”. 
Ecco, nonostante l’indole saputella e un po’ spocchiosetta di Hermione che ogni tanto viene fuori e che la porta – per esempio – a considerare i suoi amici degli immaturi che ancora non hanno nemmeno mai baciato nessuno, questo mi sembra esagerato: Hermione riconosce che Sirius è un grande mago e un grande uomo, e anche se è indubbio che abbia dei difetti non ce la vedo proprio a esacerbarli così anche soltanto nell’intimo dei propri pensieri. 


E arriviamo al gran finale, con la morte di Sirius. 
Quest’ultimo paragrafo secondo me è forse il più controverso, per quanto riguarda la caratterizzazione di Hermione: sicuramente avrai avuto e avrai in seguito molti pareri contrastanti, ma qui ti parlo della mia personalissima interpretazione. 

Innanzitutto, l’Hermione che compare in quest’ultimo paragrafo appare quasi fredda, asettica, pur essendo di fronte a qualcosa di così drastico e definitivo. Potrebbe sembrare assurdo e insensibile, ma io invece… io lo trovo plausibile. 
Chi ha avuto in qualche modo a che fare con la morte – direttamente o indirettamente – sa bene che ci sono milioni di modi in cui le persone reagiscono ad un lutto, specie se improvviso, e qui abbiamo una ragazzina che, semplicemente, ha scelto la propria strada: Hermione aveva già ammesso con se stessa di non provare più niente di “romantico” per Sirius, quindi trovo adeguato, a modo suo, che l’unico vero dolore che prova sia quello riflesso per il suo migliore amico mentre per il resto si sente pervadere da una sorta di “gelo leggero” e, soprattutto, stupore. 

Mi è piaciuto in particolare il fatto che questa constatazione, così pesante da accettare per qualcuno che non si è mai trovato in una situazione del genere, denoti una profonda maturità e consapevolezza, molto più profonda di come lo sarebbe stata un’eventuale – comunque plausibile e giustificata – disperazione sincera e duratura: Hermione si rende conto per la prima volta che la morte è qualcosa di definitivo e inevitabile, e per la prima volta si rende concretamente conto che, fintanto che una tragedia del genere non colpisce qualcuno a lei veramente vicino, può comunque superarlo senza troppe difficoltà. 


Ultimo ma non ultimo, voglio spendere qualche altra parola su Sirius e sul suo rapporto con Hermione, per aggiungere alcuni concetti secondo me molto importanti che però finora non ho avuto modo di ampliare. 

“Sirius ti trattava da adulta.” 
Credo che questa frase sia estremamente emblematica, il perno attorno cui si sviluppa tutta questa non-relazione tra Sirius ed Hermione: in mezzo a tante persone che la vedevano come una ragazzina – o addirittura una bambina – Sirius la trattava come un’adulta… ed Hermione, grazie a lui, ci si sentiva davvero, adulta. 

Mi è molto piaciuta anche perché la trovo perfettamente calzante con la caratterizzazione di Sirius: forse per quel suo essere un po’ come il Peter Pan della situazione o forse perché ricordava bene cosa volesse dire quando da ragazzo gli adulti non ti prendono sul serio, Sirius ha sempre trattato sia Harry che gli altri suoi coetanei con un rispetto e una considerazione che gli altri adulti di casa non hanno mai concesso loro, preoccupati più di proteggerli che di salvaguardare il loro orgoglio di adolescenti. 

Tuttavia, nonostante quello che pensano sia la signora Weasley che – in parte – Hermione, Sirius sa di essere un adulto, e quindi di essere responsabile anche per quei ragazzi che invece adulti ancora non sono, anche se ci si sentono. Anche se lui stesso, talvolta, li tratta come tali. 
Lo sa, e sebbene si permetta di concedere loro più di quanto magari gli spetterebbe – coinvolgendoli in piani anche rischiosi o condividendo con loro informazioni che sarebbe meglio tenere segrete – non viene mai meno al suo ruolo: è sempre gioviale e scherzoso, ma quando occorre mette via la facciata dell’amicone/zio fico e indossa quella più antipatica di tutore/adulto responsabile. 

È un cambiamento così lieve e graduale che ad un primo sguardo potrebbe passare quasi inosservato, ma ad un’occhiata più attenta lo vediamo bene: ora disposto a cedere facilmente allo scherzo, dopo a dare consigli su incantesimi; ora a concedersi una provocazione infantile, dopo pronto a consolare una ragazzina in lacrime. 

Tutto così, un alternarsi di momenti seri e goliardici che fanno di lui, a mio modesto parere, un personaggio non solo estremamente sfaccettato, ma anche dotato di una sensibilità unica nel suo genere. Una sensibilità che lo porta a ignorare quell’unico, goffo bacio di una ragazzina non perché “così è più semplice”, ma solo perché con pochi gesti e nessun bisogno di parole riesce a mandare quello che in una situazione così spinosa è l’unico messaggio che conta: “va tutto bene”. 
Va tutto bene perché un bacio così non è da condannare e non è nemmeno da spiegare o cercare di capire, perché provare a parlarne comporterebbe soltanto un enorme imbarazzo da parte di una ragazza che – Sirius lo sa – è abbastanza intelligente da capire tutti i sottintesi nascosti in quel suo non-detto. 

“Va tutto bene” perché è stato un gesto impulsivo dettato dall’esuberanza della giovinezza, e perché Sirius aveva perdonato Hermione e quel suo essere “ragazzina” molto prima che lei riuscisse a perdonare se stessa. 
Prima ancora che lei si rendesse conto di aver davvero bisogno di quel perdono. 



Stile e trama: 
Anche per te, prima di cominciare ho stilato un elenco di quegli errori sintattici e/o grammaticali che ho riscontrato nella tua storia: 
- «Sono così preoccupata!» dicevi singhiozzando convulsamente «come farà […] --> dopo “convulsamente” ci vuole il punto e “come” deve avere la maiuscola. 
Questo tuo evitare punti e maiuscole quando i dialoghi seguono frasi indirette si ripete spesso nella storia ed è sempre un errore, quindi va corretto. 
- “Sopratutto” è sbagliato --> soprattutto. 
- «Ne è valsa la pena» risposi alzandoti […] --> “Risposi” è la prima persona singolare; qui ci vuole la seconda, “rispondesti”. 
Ho notato in generale una certa confusione tra queste due persone (c’è anche “misi” al posto di “mettesti” e altri), quindi ti consiglio di ricontrollare la storia facendo particolarmente attenzione alla coniugazione dei verbi. 
- Tu gli risposi «quindi torneresti davvero per insegnare?». --> Oltre all’errore del verbo, quando un dialogo è introdotto da una frase con verba dicendi et declarandi (dire, rispondere, parlare ecc.) la frase in questione deve concludersi con i due punti, ma il dialogo deve comunque iniziare per maiuscola --> Tu gli rispondesti: «Quindi torneresti davvero per insegnare?». 
- «Attento signor Black!» --> Bisogna sempre mettere la virgola prima (e/o dopo) un vocativo --> «Attento, signor Black!» 
- «[…] Dare la caccia alle persone veramente cattive mi darebbe una certa soddisfazione» a vederlo così tranquillo […] --> In questo caso il dialogo non è seguito da una frase con verba dicendi et declarandi (dire, rispondere, parlare ecc.), quindi deve concludersi con un punto fermo e la frase successiva deve iniziare per maiuscola; anche questo è un errore ricorrente, nella storia. --> «[…] Dare la caccia alle persone veramente cattive mi darebbe una certa soddisfazione». A vederlo così tranquillo […] 
- […] la testa rossa di Ron fece capolinea dalle porte del castello […] --> Credo sia un refuso, ad ogni modo --> “capolino”, non “capolinea”. 

Inoltre ho notato che utilizzi fin troppo spesso il verbo “dire” dopo i discorsi diretti, e questa continua ripetizione inibisce la fluidità della lettura. 
Per farti un esempio: da «… Ed Harry salì in groppa al Troll […]» fino a […] è il miglior complimento che abbia mai fatto ad una persona!» ci sono sei battute in discorso diretto, e cinque sono seguite da “dire”. 

Fai anche un largo uso di “rispondere”, e anche questo verbo ti consiglierei di utilizzarlo con più parsimonia per non cadere in fastidiose ripetizioni che magari potrebbero essere facilmente evitate con un sinonimo o una circonlocuzione (o talvolta il verbo potrebbe essere direttamente omesso). 


Bene, e adesso veniamo a noi. 

Premetto che moltissime delle cose che avevo da dire le ho già scritte nel punto precedente, qui mi soffermerò soltanto su alcuni aspetti che ancora non ho trattato. 


Lo stile di questa storia è estremamente introspettivo, volto a sviscerare ogni più piccolo pensiero, desiderio ed emozione di Hermione: i periodi che si susseguono sono prevalentemente indiretti e volti ad analizzare la sua personalità, ma nonostante questa profonda e continua immersione nella sua psiche la storia non risulta mai pesante. 

Sicuramente la sintassi utilizzata ha contribuito non poco a questo risultato: le frasi non sono eccessivamente brevi, perlopiù, ma sono costituite soprattutto da coordinate per asindeto, che consentono al lettore di seguire con tutta calma il filo del discorso, fare le dovute pause e arrivare in fondo senza essersi lasciato sfuggire neppure la più piccola sfumatura nascosta tra le righe. 

Mi è piaciuto anche il lessico utilizzato: un linguaggio quotidiano che non scade mai nel banale ma neppure si addentra nell’aulico, che rimane in quel limbo in cui vive la stessa Hermione nel periodo di cui la storia parla. 


La trama invece resta quasi in disparte, come un sottofondo musicale su cui si dipana tutta l’introspezione di Hermione e, soprattutto, grazie a cui si analizza l’evoluzione del suo rapporto/non-rapporto con Sirius. 


I missing moments sono elementi solitamente piuttosto controversi da trattare, ma nella tua storia hai saputo sfruttare molto bene i “tempi morti” della narrazione originale per insinuarti tra le pieghe di quel non detto e darne la tua personale interpretazione. 

Mi è piaciuto perché la coppia Sirius/Hermione è molto difficile da trattare senza usare l’artificio del what if o della AU, e invece questa tua soluzione ha dato un ottimo risultato pur potendo ambientarsi – ipoteticamente – nella storia originale, senza modifica alcuna né alla trama né – soprattutto – ai personaggi. 


Una delle cose che più mi è piaciuta per la sua verosimiglianza è stato il racconto di Hermione del suo iniziale “avvicinamento” a Sirius: l’elenco di tutte quelle cose che a un occhio adulto esterno alla vicenda sembrano assolutamente banali e prive di importanza ma che, nell’ottica di un’adolescente alle prese con la sua cotta, diventano invece delle vere e proprie questioni di stato. 
Mi è piaciuto perché io ce la vedo Hermione a emozionarsi per quel “sei proprio una ragazza dotata” che Sirius le ha detto un giorno qualunque senza la benché minima traccia di malizia, e ce la vedo anche a tenere il conto di tutte le volte in cui le ha dedicato uno sguardo o un sorriso… e questo mi ha aiutato tantissimo a immedesimarmi in lei e nella sua storia. 


Mi è piaciuta anche la scena del bacio, come ti ho già abbondantemente detto, e la reazione di Sirius ed Hermione. 

Non mi convince invece del tutto il fatto che Hermione abbia intuito dal nulla – o così pare – il motivo delle occhiate rabbiose che Harry le rivolge una volta tornati ad Hogwarts: va bene che è una ragazza sveglia e molto intelligente, ma – da come è stata scritta la storia – lei non aveva il benché minimo indizio per collegare il malumore del suo migliore amico a quell’unico bacio che ha dato a Sirius tempo prima. Avrei preferito che tu avessi lasciato qualche indizio qua e là, magari accennando a qualcuno che sparisce dietro l’angolo del corridoio non appena lei esce dalla porta della soffitta o qualcosa di simile (o anche completamente diverso, era solo un esempio), perché così la sua epifania sa troppo di artificioso, un qualcosa che succede solo perché in questa storia doveva succedere ma non perché effettivamente ci sia un qualche senso logico. 

Mi è anche dispiaciuto il fatto che Harry ha davvero pochissimo spazio, in questa storia: si sente molto spesso la sua presenza tra le righe, questo sì, ma l’unico momento in cui lui ed Hermione interagiscono direttamente mi è risultato tanto rapido da apparire fin troppo sbrigativo, quasi superficiale. 
Va bene che quello che ha fatto Hermione non è certo la fine del mondo e che è quasi ovvio che Harry la “perdoni” subito, ma il passaggio dalle “occhiate rabbiose” che le rivolge all’abbraccio per dirle che va tutto bene è secondo me troppo immediato: avrei preferito più gradualità in questa vicenda, e mi sarebbe anche piaciuto sapere cosa lui ne pensasse, se magari aveva una qualche curiosità su come erano arrivati a quel punto e come vedesse un’eventuale – seppur improbabile – relazione tra la sua migliore amica e il suo padrino… 
Insomma, avrei preferito che Harry avesse una rilevanza maggiore, anche e soprattutto perché hai scelto come sottotrama principale proprio “Harry sa/scopre di Hermione e Sirius”. 


Di contro, ho apprezzato moltissimo l’eleganza e la delicatezza con cui hai accennato agli “esperimenti” di Hermione e ai suoi primi desideri: è un argomento molto controverso, con cui è facile scivolare nel banale o nel volgare… mentre tu l’hai trattato con semplicità e naturalezza, dandogli al tempo stesso la giusta importanza senza però calcare troppo la mano, perché in fondo è una cosa assolutamente normale – soprattutto nella fase dell’adolescenza. 


Devo ammettere che, in generale, non mi è piaciuta molto la velocità con cui questa “cosa” che Hermione ha per Sirius svanisce dai suoi pensieri: mi rendo conto che, per come hai impostato la storia, una scelta del genere sia stata praticamente inevitabile per non minare la veridicità del racconto, ma dal momento che nel contest era richiesta una storia completamente incentrata su una determinata coppia avrei preferito che quella coppia avesse più spazio, all’interno della storia stessa. 

Tuttavia, se escludiamo questo dettaglio, la tua storia mi è piaciuta davvero moltissimo: oltre ad essere stilisticamente ben curata l’ho trovata anche molto originale, e l’interpretazione che hai dato agli eventi del quinto libro prendono in questa storia una piega inaspettata e decisamente affascinante. 


E infine, ultimo d’ordine ma certo non d’importanza, voglio parlare di quei “sette secondi” così ricorrenti nella storia. 
Ho amato alla follia questo dettaglio perché, come dici tu per mezzo di Hermione, “sette è il numero magico per eccellenza”, e ritrovarlo ancora e ancora in quelli che sono stati i momenti salienti della trama è stato davvero un tocco di classe, la classica ciliegina sulla torta che ha dato quel “qualcosa in più” ad una storia già di per sé davvero molto, molto interessante. 



Gradimento personale: 
Sono davvero molto indecisa, ma forse la cosa che più mi è piaciuta della tua storia è la cura con cui hai delineato Sirius: non vediamo mai direttamente il suo punto di vista, ma attraverso gli occhi di Hermione percepiamo distintamente tutta la sua meravigliosa e sfaccettata personalità, – nonostante lei stessa non se ne renda pienamente conto – con tutti i pregi e difetti del caso. 



Mille scuse per il ritardo, se vorrai passare dal forum ho (finalmente) lasciato anche la risposta al tuo ultimo commento.

A presto!
​rhys89