Recensioni per
La musica è fatta anche di silenzi
di NPC_Stories

Questa storia ha ottenuto 8 recensioni.
Positive : 8
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Veterano
13/04/21, ore 11:41

Ciao!

Due piccoli draghetti come protagonisti, che meraviglia! Questi due cuccioli di drago mi hanno fatto fin da subito una grandissima tenerezza. Loro, come tutti i piccoli, vogliono giocare e saltare, e quasi volano su quest’isola dai paesaggi splendidi. Sono spensierati e pieni di energia (in particolare di Saelmanestrix) ma fin da subito si riesce a cogliere la differenza caratteriale tra loro: la draghetta sembra più impavida e pronta all’azione, al contrario del fratello, che è più responsabile. Infatti, è proprio lui che propone di allenarsi per apprendere a diventare degli umani.
Personalmente condivido il punto di vista di Saelmanestrix, i draghi sono decisamente più interessanti degli umani. Insomma, ha anche ragione, gli umani non volano, sono debolucci, non possiedono neppure le qualità motorie di un drago e la trasformazione sembra tutto fuorché semplice. Tra l’altro, ho apprezzato molto la descrizione passaggio per passaggio di questo procedimento ed onestamente non mi aspettavo affatto che alla fine il draghetto diventasse una donna. Poi verrà spiegato più avanti nel testo che la loro forma è sempre al femminile, comunque mi sono piaciute un sacco anche le parti in cui i due draghetti si interrogano su alcune parti del corpo umano. Domande più che lecite ed ipotesi altrettanto sensate in fin dei conti, per quanto le risposte che si danno non sono corrette. Ma ci sta, sono solo due cuccioli inesperti che hanno ancora tutto il tempo di imparare.
Infatti, stava andando tutto bene.

Poi, Saelmanestrix muore.
Non mentirò, sono rimasta qualche secondo ferma a fissare lo schermo perché come il draghetto anche io mi aspettavo che Saelmanestrix emergesse dalle acque.
Invece non è successo e mi si è spezzato il cuore.
Non mi aspettavo affatto che potesse succedere e... povera draghetta.

Da qui, anche per il fratellino perde qualsiasi stimolo o curiosità, come se l’interesse verso il mondo fosse sparito insieme alla sorellina. Anche i genitori si comportano duramente con lui e, sebbene non condivida questo giudizio così severo nei suoi confronti, capisco anche quanto possa essere difficile per i due draghi adulti (soprattutto per la madre) sapere di aver perso la loro prima femmina. Capisco che per loro sia un duro colpo da cui riprendersi ma nei fatti, non credo che il fratellino avrebbe potuto salvare la sorella, anche provandoci. Anche lui ha subito un trauma, ma sembra che questi genitori siano davvero lontani, dal punto di vista emotivo. Anche Finegarmn stesso sembra riconoscere questa freddezza da parte dei loro genitori. 
Per quel che riguarda l’ultima parte del capitolo, mi ha molto incuriosita. Mi chiedo cosa succederà una volta che i due fratelli e la compagna di Finegarmn giungeranno a terra. Vedo anche che c’è un sequel di questa shot, quindi i miei piani di seguire l’ordine consigliato di lettura traballano un po', in quanto mi piacerebbe conoscere di più su questa famiglia di draghi. Vedremo!
 
Comunque, ho due considerazioni finali.
La prima riguarda il titolo, che assume un significato davvero importante. Dopo la morte della sorella, i genitori non hanno più rivolto la parola al draghetto e suppongo che lui non abbia avuto alcun tipo di contatto con altri draghi, ha perciò vissuto... nel silenzio. Silenzio che viene riempito di musica quando i draghi si avvicinano al villaggio umano, un nuovo punto di partenza. A volte c'è bisogno di silenzio per tornare ad apprezzare i suoni e rumori che ci circondano. E poi, musicalmente parlando, spesso i silenzi danno senso a tutto il brano.
La seconda cosa, riguarda il nome del draghetto. Si fa cenno nel testo che gli umani non ricordano i nomi lunghi ma noi non conosciamo (per ora almeno) il nome di questo draghetto che pare assumere la propria identità solo alla fine, quando sceglie Selma come nome umano. Selma come Saelmanestrix. È un bellissimo omaggio che fa alla sorella. Che si senta colpevole per la sua scomparsa?
 
Come sempre, non posso che farti i complimenti per la storia.
Brava davvero!
 
Rhurab

Recensore Master
04/10/20, ore 21:11

Buongiorno, sono Stefy ed è un piacere per me averti incontrata nel gruppo di scambi del Giardino di EFP. Ma quanto sono carini questi due protagonisti così giovani e vitali? A parte il fatto che si tratta di draghi, ed è dolcissimo già di suo: mi piace il fantasy nelle storie, l’immaginazione che prende il volo e ti ispira ogni singola scena. Sono così giovani ed inesperti nella vita e nel mondo, mi fanno tenerezza ad ogni interazione; poi quando si sono trasformati per fare pratica, sono stati carinissimi, buffi, sembra davvero di visualizzarmi davanti agli occhi con nessuna difficoltà. La goffaggine è palese, ed è normale sia così, come i commenti azzeccati che escono dalle loro bocche. C’è gioia in tutto questo, voglia di divertirsi e scoprire il mondo, bisogno di sfogarsi, di sfidarsi e mettersi alla prova come ogni cucciolo vorrebbe poter fare.
La sensazione che mi avvolge e da calore nella prima parte, scompare piano piano come Saelma tra i flutti. Sono rimasta davvero spiazzata, non me l’aspettavo: ci sono rimasta davvero malissimo. Senza contare la reazione dei genitori alla prematura scomparsa dell’unica figlia femmina: che razza di comportamento ignobile è, quello di abbandonare a se stesso il piccolo e incolparlo del fatto, non badando più a lui ed accusandolo ogni giorno… credo mi si sia spezzato il cuore, nel vederlo spegnersi così, sempre di più. Il barlume di speranza però arriva dal fratello maggiore, l’unico che sembra volersi prendere cura di lui, ridargli nuova vita, un sorriso e un suo posto nel mondo. E quale modo migliore se non portare via il cucciolo e renderlo partecipe della propria vita nel mondo umano? Mi si è gonfiato il petto di empatia e di amore per questa nuova famiglia che sta insegnando a vivere, nonostante ciò che è accaduto. Ho trovato l’idea davvero molto bella, ben strutturata: il primo capitolo è chiaro ed esaustivo, mostra il carattere dei personaggi attraverso le loro azioni ed i loro dialoghi. Hai rappresentato in modo verosimile la giovane età di chi hai creato, differenziandolo rispetto alla mentalità ed alla crescita d’esperienza degli altri. L’ambientazione aiuta a dare uno spazio fisico alle vicende narrate, creando una cornice perfetta agli avvenimenti che sconvolgono la vita placida delle creature draconiche. Il sentimento e la fascia emotiva sono coprotagoniste, ben gestite e graditissime dal punto di vista della comprensione di comportamenti, azioni e parole dette.
La lettura scorre piacevolmente, pulita e corretta sotto ogni punto di vista; sono innamorata di questi tuoi personaggi così diversi tra loro anche se appartenenti alla stessa specie, ho trovato interessantissima l’idea di vederli prendere sembianze umane per poter vivere nel mondo e celare la propria identità. Ci sono stati attimi leggeri, goliardici, alternati a grande dolore, alienazione, diffidenza e difficoltà. Sono contenta che sul finale ci sia stato un miglioramento della situazione, perché mi ha fatto male davvero veder soffrire il protagonista. Spero di poter continuare presto la lettura sul tuo profilo, così da scoprire nuovi mondi ed altre esperienze coinvolgenti come questa. Buon lavoro e buona ispirazione! :3

Recensore Master
06/09/20, ore 18:19

Una storia molto piacevole da leggere resa interessante per la singolarità dei suoi protagonisti capaci che al di là della razza di comportano come qualsiasi bambino umano.
Curiosi, pronti a disubbidire a qualsiasi ordine e ancora ignari della pericolosità della natura.
Entrambi sono descritti e definiti molto bene, si riesce a immaginarli senza problema a giocare sulla scogliera.
Interessante la loro visione degli umani e ancor di più delle loro loro abilità.
Davvero non pensavo che la storia avrebbe preso una svolta così triste, il povero draghetto fa una tenerezza infinita ormai relegato come iellato e causa della morte della sorella. Capisco il dolore dei genitori, il fatto di aver perso la sola femmina, ma davvero vorrei sapere come sono finiti per dargli la colpa. Probabilmente non hanno nessun vero motivo, ma solo il bisogno di accusare qualcuno.
Sono davvero contento che il fratello lo porti via con se, era ormai evidente che in quella famiglia non ci fosse più niente per lui.
Interessante il fatto che i draghi si trasformino spontaneamente sempre e solo in femmine umane.
Una storia piacevole che mi fa desiderare e sperare di ritrovare questo draghetto in qualche tua storia futura e chissà che magari non possono anche esserci altre sorprese.

Recensore Veterano
23/08/20, ore 12:46

Carissima,

È da mesi che ho intenzione di ripassare dalle tue parti – intento che è puntualmente ravvivato e rinvigorito ogni qual volta m’imbatta casualmente in uno degli estratti che ogni tanto posti, scorci così  belli ed essenziali che conquistano anche una povera anima arida come la mia, digiuna di fantasy, o quasi. Su tutto quello che concerna il diletto, sono purtroppo una vittima della procrastinazione senza speranza e della pessima organizzazione del mio tempo libero; quindi colgo con particolare gioia questa occasione per mettere, una tantum, a frutto i miei buoni propositi.

Avevo imboccato il delizioso sentiero panoramico di Faerie, ma – dato che occasionalmente tendo a vagolare e, leggendo, mi piace concedermi qualche digressione fuori programma sulla scorta dell’entusiasmo del momento – ho fatto qui una piccola deviazione, un po’ mossa dai tuoi suggerimenti di lettura e un po’ catturata dal titolo e della descrizione di questa storia. Sono una donna semplice che, spesso e volentieri, compra i libri per il titolo e la copertina; il più delle volte, non ne rimango neppure delusa. XD

La musica è fatta anche di silenzi è un titolo bellissimo: ha la qualità, il sentore, di una massima morale, il nitore di un dato di fatto; e richiama l’attenzione sul non detto, sullo spazio vuoto tra le le parole messe nero su bianco, su quello che circonda un racconto, un po’ come le pause tra le battute di una partitura, che danno la struttura ad un movimento, alla composizione tutta, e forse anche un senso più profondo. Così  come  è bellissima la sinossi, che sembra  essere nello stesso spirito ed avere una  funzione analoga. Col senno di poi, in entrambi i casi – titolo e descrizione – non è tanto una questione di descrivere e sintetizzare il testo, quanto di metterlo in prospettiva, incorniciandolo in un contesto più vasto e rendendolo premessa di uno sviluppo di una vita, uno scorcio del passato ed origin story di un bardo ed avventuriero. Perché? , chiede la sinossi; il testo risponde.  Questo è un uso degli elementi di contorno della storia che mi piace molto, perché li rende significativi, li rende essenziali. Anche chi, come me, passa su questo universo per la prima volta ed è fondamentalmente digiuno dei luoghi ricorrenti del fantasy, intuisce quello che c’è da intuire e si ritrova in tasca una chiave di lettura per  quello che segue.

E, quello che segue, non è da meno per pregnanza. Sono stata profondamente accattivata da tutte le tue scelte narrative nella struttura che hai dato al racconto, nella caratterizzazione dei personaggi, nello stile della prosa.

Il punto di vista – che è il filo conduttore dei fatti che racconti, altrimenti nettamente divisi un due, in un prima e un poi, rispetto alla scomparsa di Saelmanestrix – è quello di un cucciolo o, per dirla con categorie umane, di  un bambino; è giusto dunque avere una prosa essenziale, per seguire quel punto di vista ed esprimerlo al meglio. L’essenzialità e la semplicità – che è semplice solo in apparenza – richiedono  tanto labor limae  per riuscire ad esprimere tutto quello che devono e sono difficili da eseguire con tanta sapienza. Credo di averlo già menzionato in altra sede, ma ho un debole per le tue descrizioni dei luoghi e dei paesaggi: in pochissime parole – qui una costa, lì il mare basso e le insenature tra le isole, il vento che batte un prato – offri immagini vivide, forse proprio perché ridotte all’osso, a quello che serve. È un equilibrio insolito di stile e contenuto, che ammiro immensamente e  che, personalmente, cattura la mia attenzione come poco altro.

Nota estemporanea a margine. Le parole si possono amare e, come tutto quello che si ama, ci sono parole più amate di altre; sappi che “smargiasso”, secondo me, è un aggettivo amabilissimo!

Amabilissimi sono anche i tuoi personaggi, questa famiglia di draghi che possono – devono? – assumere forme “umanose”. Mi soffermerò su Saelmanestrix ed il suo fratellino, perché  sono loro, entrambi, il punto focale della vicenda. Saelmanestrix conquista la scena: per essere una creatura grande più o meno quanto un gatto, è un personaggio immenso, con la sua testa dura, il suo piglio da esploratrice, la sua incapacità di resistere alle sfide, la sua voglia di volare e l’insofferenza per le restrizioni – poco importa che siano i divieti della mamma o l’imposizione di dover prendere  una forma fragile, non da “drago vero”. Non si può non volerle subito bene, a questa draghetta. Così come non si può rimanere di sasso, scioccati ed increduli, come il fratellino, quando Saelmanestrix non riemerge. Dopo aver conquistato il lettore, ecco che è liquidata in poche parole. E credo che questa sia stata una tua scelta brillante, sia perché ha un impatto ben più traumatico del melodramma a tanto al chilo, sia perché la morte è anche così: arriva inattesa; un attimo ci sei e quello dopo non ci sei più; stop, Kaput, les jeux sont faites. Che altro potrebbe mai esserci da dire? Solo fronzoli di contorno. Quello che conta, da quel punto in poi è l’esito, l’impatto, che l’elaborazione della morte ha sui vivi. Quello che conterà è la memoria.

E giungo dunque al fratellino, lasciato meravigliosamente senza nome, così come senza nome è il bardo della descrizione, per tornare a ruota – almeno per chi come me non è familiare con l’universo e non è dunque in grado di afferrare immediatamente il riferimento ad un eventuale personaggio riconoscibile. Gli Innominati hanno sempre il loro fascino. Soprattutto quando, come in questo caso, si tratta di un innominato in erba, che non ha ancora maturato una propria identità. In questa luce, la morte di Saelmanestrix assume una qualità definitoria, determinante dell’identità stessa di suo fratello, come un’iniziazione – che, poi, nient’altro è che una nuova nascita, un nuovo venire al mondo. Che altro nome potrebbe mai questo draghetto scegliere, per la propria forma umana, se non “Saelma”?

Comunque, posso permettermi di sperare che Saelmanestrix non sia morta davvero e che rispunti in qualche altro angolino? Se è un’irragionevole speranza destinata ad essere disattesa, non me lo dire! Lasciami vivere di illusioni. <3

Spero di non aver svagolato troppo né detto troppe insensatezze senza capo né coda: alle volte, mi lascio prendere la mano, quando sono molto colpita da un racconto – come in questo caso.



 

Recensore Master
22/07/20, ore 01:01

I draghi hanno un fascino tutto loro e, al di là di forza e mole, e persino della loro crudeltà, quando vengono spacciati per creature mostruose e oscure, mi commuovono sempre! >.<
I cuccioli sono un argomento a parte: possono essere grandi come elefantini, ma sono sempre cuccioli e sanno come strappare un sorriso.
Non ti nascondo quindi che, quando ho capito la malparata (perché non leggo mai le caratteristiche delle storie =.=), sono stata grata che la storia sia tutta raccontata e non sortisca alcuna empatia, se no a quest'ora starei versando fiumi di lacrime.
Anni fa scrissi pure io una storia con un drago mutato in umano... maschio... è fantasy e non legata a D&D, ma non avevo idea che i draghi assumessero sempre sembianze femminili 'da manuale' (dico 'da manuale' perché data la tua attenzione alle regole desumo che questo dettaglio sia regolistico).
Comunque sia, questo draghetto mi fa una gran tenerezza. Non ci dici nemmeno il suo nome, prima è l'ombra della pestifera sorellina e poi quello che prevale in lui è il dolore per la perdita di lei.
Per fortuna arriva il fratello e, forse, col tempo, anche lui risucirà a vivere la propria esistenza in modo sereno.
Mi sa proprio che la prossima volta leggerò il seguito di questa storia per sapere che ne sarà del draghetto triste che se ne è andato per il mondo.
Alla prossima. ^^

Nuovo recensore
17/06/20, ore 15:15

Ciao! Sono qui per la recensione scambio del Giardino.

Da amante del mondo di Dungeons&Dragons e da DM, devo dire che questa OneShot partiva già con il piede giusto.
L’ambientazione è perfetta e l’idea di usare come personaggi due cuccioli di drago l’ho trovata fantastica.
La trama è lineare e scorre a un ritmo adeguato e poi ti colpisce con quel plot twist che sinceramente non ti aspetti.

La grammatica e la punteggiatura sono buone e non ho notato errori particolari, a parte un paio di frasi all’inizio che ho trovato un poco pesanti per la ripetizione della parola “draghetti”. A mio parere, ripetere a ogni frase che i protagonisti dell’azione siano loro è superfluo, ma ovviamente questa è solo una mia opinione e sei liberissima di non prenderla in considerazione.

Tornerò sicuramente a leggere il seguito!

A presto!

Recensore Master
11/01/20, ore 11:50

Non ho seguito i consigli e sono finita qui 🤩
Trovo originalissimi questi personaggi fantastici, draghi che possono assumere forma umana (e solo femminile a meno di non usare la magia), lo trovo originalissimo

I draghetti li ho amati, il linguaggio da bimbo e l attitudine a litigare fratello/sorella li hai riportati benissimo 😊😊
La trasformazione è descritta in ogni dettaglio minuzioso wow

Poi... beh mi si è spezzato il cuore 💔💔 sigh

Poi l arrivo del fratello più grande e la sua compagna e lui cge sceglie Selma come nome umano... e spera sempre di vederla riaffiorare....basta piango 😭😭😭
Bravissima, davvero emozionante

Recensore Junior
11/12/18, ore 09:18

Povero piccolo Cucciolo, quanto mi è spezzato il cuore leggendo questa storia =(.
E' bellissima davvero bella però mi ha messo una tristezza immane per la fine della sorellina e per la situazione che si è venuta a creare, sono però felice che si sia "risolta" per il meglio, ovviamente ho visto che c'è una parte 2 e non vedo l'ora di leggerla.
Come storia è davvero toccante, grazie per averla scritta.
Alla prossima recensione