Recensione per il contest “Scegli il tuo mandala e ti dirò chi sei…”
Si inizio subito con un’atmosfera cupa, oscura che già sa di pericoloso dalle prime righe.
Quel “è vicino” dà quasi un senso di soffocamento. Presente quando da piccoli si giocava a nascondino e tu eri dietro l’albero e sentivi i passi del tuo amico sulla ghiaia, che scricchiola sotto le sue suole, e la sua voce che dice: “sto venendo a prendervi”. E tu lo senti sempre più vicino, ti senti sempre più in pericolo.
Chiaramente si giocava solo a nascondino eppure secondo me quel dannato amico, che aveva l’ingrato compito di cercarci tutti, diffondeva talmente tanta ansia in noi da poter essere paragonato ad un serial killer che ti sta col fiato sul collo.
Tu sei la prossima vittima.
Jin è la sua prossima vittima. La vittima di sé stesso. La vittima di ciò che vive dentro di lui.
Un’entità che lo schiaccia psicologicamente, che lo ha isolato, allontanando tutto e tutti. Per il bene del mondo, per il bene dell’umanità e per tutto il male che ha provocato.
Jin sembra accettare ciò che il destino gli sta proponendo. Guarda, e vive passivo, un’esistenza che sa essere mancante di tante cose positive. Jin è consapevole che esistono altri tipi di vite oltre la sua, eppure si sottomette a quel lato oscuro che abita dentro di lui. Lo accetta non cercando di elevare il suo status quo, dedicando invece la sua vita a cercare di far tacere lui.
Ci si sacrifica, per combatterlo.
La frase finale, quella di scherno del suo demone interiore, è il preludio di uno scontro classico? Quello fra bene e male? Quello fra giusto e sbagliato? Angeli contro demoni?
Il tutto poi è narrato con una cadenza poetica e macabra, oscura, che ti inghiottisce in un buio profondo. Come se tu stesso fossi lì inghiottito dal demone, come se tu stesso fossi lì, nel tempio che piano piano diventa sempre più nero e sinistro, e dovessi affrontare il tuo Iato oscuro. |