Il tempo che passa inesorabile, con foto e libri accumulati e, soprattutto, le lampadine che non funzionano più, lasciando spazio, progressivamente, al buio, all'oblio. Eppure, quando sembra che tutto sia destinato a scomparire, ecco un attaccamento alla memoria, a quel suono di carillon che non sente, ma tenta di ricordare. Veramente profondo come testo, nella sua essenzialità dalla quale si riesce a percepire il senso di abbandono. Almeno, così l'ho letto. Veramente intenso, i miei più sinceri complimenti.

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Ciao!
Ho appena finito di leggere questa Flashfic e devo dire che, tutto sommato, mi è piaciuta.
In particolare ho apprezzato molto l'ultima parte, quando entra in scena il carillon, ma ne parlerò dopo.
Prima vorrei solo fare qualche piccolo appunto riguardo lo stile: l'ho apprezzato, anche se la punteggiatura in alcuni casi ha reso la lettura difficoltosa, in particolare l'abbondanza di virgole dove non era necessario.
Le frasi tendono ad essere troppo “spezzate” e ciò si riflette sulla lettura, ma non è nulla che non si possa risolvere con una rilettura.

Passando alla storia vera e propria, devo dire che l'introspezione che hai fatto mi è piaciuta molto.
Adoro le storie introspettive, soprattutto se l'introspezione è dettata dai ricordi nel rivedere certi oggetti oppure da certe abitudini; in questo caso, le lampadine fulminate e il carillon, strettamente collegati tra loro, ne sono i protagonisti.
Mi è piaciuta molto la figura del carillon, l'ho trovata a tratti poetica e molto malinconica.
La sua musica, spesso e volentieri, è un toccasana per chi la ascolta; eppure, al contempo, il carillon è anche tanto fragile e rischia di rompersi da un momento all'altro.
Oppure di spegnersi, proprio come le lampadine che si sono fulminate, e non suonare più.

Davvero una bella Flash, l'ho apprezzata.
Alla prossima,

Jill ~

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