Ciao, devo ammettere di aver avuto qualche titubanza riguardo questa storia e ora andrò a spiegare i motivi. Per prima cosa devo dire che mi è piaciuta talmente tanto che l'ho spammata sulla mia pagina pubblica di Facebook, perché credo che meriti tantissime recensioni. Spero non vi abbia disturbate la cosa, ma ci tenevo a farvelo sapere.
Ciò che mi tocca ammettere è che stavo per perdermela. L'avevo adocchiata e mi era sembrata interessante così l'ho iniziata, ma poi l'ho interrotta quasi subito perché non riuscivo a spiegarmi per quale ragione Moriarty avrebbe dovuto far confessare "Ti amo" a John. Mi sembrava un po' una forzatura, quindi ho chiuso subito la pagina. Poco fa però scorrevo di nuovo la pagina della sezione e mi sono imbattuta di nuovo e mi sono resa conto che volevo sapere come andava a finire e quindi l'ho letta. A questo giro, non so credo d'esser stata di umore migliore, mi sono resa conto che in realtà il gesto di Moriarty non solo è perfettamente sensato, ma è anche molto "nel personaggio". Il suo è un gioco perverso, vuole colpire Sherlock al cuore e vuole farlo non soltanto minacciando John o facendogli capire che lui sa che il grande e distaccato Sherlock Holmes ha un cuore, ma anche mettendolo alla prova e umiliando quel sentimento. Lo fa qui tanto magnificamente, arrivando al punto di far dire a John quelle due parole. Così facendo lui non soltanto mette in ridicolo il legame che c'è tra Sherlock e John, ma fa sì che Sherlock tiri fuori tutti quanti i suoi sentimenti. Che si metta in mostra e faccia cadere le maschere. John pensa che tutto quello fosse rivolto a lui e che volesse umiliare lui facendogli dire quelle cose, ma io sono più d'accordo con Sherlock. Al centro delle attenzioni di Moriarty c'è Sherlock Holmes, John Watson è soltanto un riflesso. Il "cagnolino" che si porta sempre appresso. Credo che volesse tentare non tanto di minare il loro legame profondo, e che traspare anche agli occhi di chi non li conosce intimamente, ma che volesse mettere entrambi in ridicolo o far capire a Sherlock che il grande consulente criminale James Moriarty può letteralmente giocare con il cuore di Sherlock. Rispetto a quanto si vede nella serie, questa differenza che avete inserito rende il tutto più perverso e quindi d'impatto. Insomma, alla seconda lettura mi è davvero piaciuto.
Ciò che ne segue è un meraviglioso e drammatico confronto, fatto di fraintendimenti e di parole non dette che ho trovato assolutamente meraviglioso. Sherlock e John arrivano a un importante punto di rottura, uno tanto drastico che potrebbe seriamente mettere fine a tutto. Ma ci arrivano perché entrambi sono convinti di esser stati loro a uscirne alla peggio. Come ho detto prima, John è convinto che Sherlock abbia capito tutti i suoi sentimenti e che non lo voglia, e per Sherlock è la stessa cosa. A un certo momento ho creduto seriamente che potesse andare a finire male, perché John aveva la valigia pronta e se ne stava davvero per andare, ormai era tutto finito. Ma è stato proprio a quel punto che si è iniziato a vedere il sereno. Quando hanno iniziato a parlare per davvero, si è aperto tutto un mondo perché finalmente hanno capito. Insomma, si è sentito tutto alla perfezione. L'angst a tonnellate che ti investe fin dalle prime righe e soprattutto l'amore che li lega, questo legame forte che rischiava di soccombere non tanto per Moriarty, ma per la convinzione che l'altro non ricambiasse. Da un punto di vista emotivo la storia intera è stata molto sentita, ricca di sentimenti vivi e appassionati. Direi struggenti addirittura. Sono davvero molto felice di averla letta fino in fondo perché altrimenti mi sarebbe sfuggito un qualcosa di stupendo.
L'ho anche messa tra le preferite...
Koa |
