Ciao!
È da un po' che ti vedo in giro nel fandom (e anche in altri, se non sbaglio, sai quando si vede sempre un nome e si finisce per cedere alla curiosità) e finalmente leggo qualcosa di tuo.
Una Kiribaku, ovviamente, perché li adoro e sono felice di vedere che non sono l'unica, yaaaaaay!
Passiamo al vero contenuto della recensione perché già ti sarai seccata di leggere una sconosciuta molesta per di più un po' stalker che sbandiera la sua follia.
Oh, ma cos'è? I SMELL SOME H/C HERE HEY-HOOOOO.
Adoro il fatto che Kirishima non gli faccia domande invadenti, ma si accontenti di rimandarle e pensare solo al bene di Bakugou. È così carino! Ed è una cosa che in contesti h/c e/o angst AMO.
In fin dei conti è una shot semplice e senza pretese, ma attenta al tuo cuore duro con la delicatezza della fragilità di un personaggio che non ama mostrare questo suo lato. Molto bello.
Il fatto che il tutto resti IC è strabiliante. Ho amato il fatto che non volesse mostrare gli occhi.
Mi è piaciuto molto vedere che lo stile seguiva i pensieri di Bakugo. Non era solo una voce narrante, la presenza di parolacce lascia intendere come quella rabbia sia contagiosa, come quella frustrazione prenda anche il narratore, costringendo praticamente anche il lettore a lasciarsi influenzare dal "mood". È ancor più evidente quando il registro cambia, nel momento in cui il tutto viene visto dal punto di vista di Kirishima. Dà modo al lettore di sapere cos'abbia Bakugou (sì, lo capisco, è stata una scena dura anche per me, quella della terza stagione), lasciando intatta l'ignoranza di Kirishima. Insomma, è impossibile non rimanere coinvolti.
Difficilissimo, poi, aggrapparsi e girare attorno proprio allo scontro tra Deku e Bakugou. È la tipica scena che viene ripresa da chi vuole scrivere una Katsudeku e non una Kiribaku. Complimenti.
Mi è piaciuto anche il leggero "hint" ad un futuro (why? Why angst?) più o meno lontano e dai contorni molto sfocati e inconsistenti. Bravaaa.
Ho solo qualche appunto di pochissimo conto:
Un errore palesemente legato alla distrazione, che però è un po' brutto da vedere: "proprio quando ha le nocche ha un soffio dal legno della porta" il secondo "ha" è sbagliato. È ovvio, so che lo sai, ma mi son sentita in dovere di fartelo notare.
Poi c'è un "questa", qui "Per questa sgrana gli occhi". Vabbè, questo è proprio a cercare il pelo nell'uovo, mi sto antipatica da sola.
L'ultima cosa è puramente soggettiva, quindi prendila con le pinze.
Alla fine l'uso del presente mi è parso strano(?)
Generalmente è un tempo che non mi piace, ma ci sono molte storie scritte al presente validissime e cerco di non farmi fermare da quello che in effetti è solo un gusto personale.
Il fatto, però, che parlassi di un evento futuro, alla fine, ha reso strano che gli eventi descritti nel resto della shot fossero al presente. Non so se mi sono spiegata, mi è sembrato logicamente confuso. Il problema del futuro è che non lo conosciamo. Se tutto si svolge "adesso", come si può dire che c'è un "poi" noto?
Ovviamente è una piccolezza, davvero, il narratore onnisciente esiste da anni ed è validissimo, sono solo io che penso queste cose perché il presente mi suona strano all'orecchio in generale.
È davvero una storia carina e mi piace il tuo stile, è molto emotivo e tutto quello che ho amato di questa cosa supera questa che in effetti, ripeto, è un'opinione troppo personale per avere un peso.
Ora vado a divorare qualche altra storia tua, perché tanto non ho un esame a gennaio.
Adieu,
El.
P.S. AH, DIMENTICAVO. Il titolo 😭😭 è la mia canzone preferita dei red hot, quindi a te non farà impazzire, ma io sono morta! (Recensione modificata il 29/12/2019 - 01:25 pm) |