E' un racconto veramente agghiacciante, se penso anche alla giovane età del suo narratore e protagonista. Sono rimasto senza fiato nel corso della lettura, specie in quella continua alternanza dei piani temporali che, ammetto, all'inizio mi hanno un po' confuso e solo il progredire della storia e le note finali mi hanno permesso di chiarire la situazione. Ed a proposito dell'alternanza, è interessante come, al contesto del campo di battaglia, si contrapponga il paesaggio alpino, rinomato per la sua tranquillità. All'inizio, la descrizione idilliaca di quello scenario non sembra presagire quanto descritto successivamente. C'è una sensazione di angoscia che aleggia anche nei paragrafi ambientati in Svizzera, il dato naturalistico, se così si può chiamare, cede il passo all'aspetto oscuro dell'animo del narratore. Purtroppo, devo dire che in certi momenti sono rimasto un po' confuso, forse nell'impostazione di base, quella dei due piani temporali, che rende la storia un po' difficile da seguire. Magari (opinione personale, beninteso) si sarebbe potuto chiarire che l'uomo calvo era un amico di Franz nel racconto stesso. Inoltre, vorrei segnalare (sperando di non apparire pignolo) il fatto che non esista una lingua svizzera: in quel paese sono riconosciute come lingue ufficiali il francese, il tedesco e l'italiano. Per il resto, è un racconto, nella sostanza, molto valido.

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