Già la parola "Cattedrale" mi evoca spazi immensi,
complesse strutture, silenzio, apparenza, senso di stupore di fronte a
qualcosa di grande, bellezza. Concetti, secondo me, e scusa se mi allargo troppo, ma la lettura di questo tuo bel pezzo m'ispira
molto, che sono perfettamente sovrapponibili a quella storia infinita e
meravigliosa che è la Johnlock. Infatti le "complesse strutture" potrebbero essere quelle della mente
grandiosa di Sh, in tutte le sue, articolate potenzialità deduttive; potrebbero
anche essere rappresentative dell'apparente mitezza di John, il cui vissuto, invece, presenta meandri e
luoghi sconosciuti. Il "silenzio", reciproco, è quello che non ha permesso alla
loro storia d'amore di esprimersi alla luce del sole, soffocata da un cumulo di "non detto" e di "non
fatto". L' "apparenza", secondo me, corrisponde all'abbagliante presenza fisica di Shche, invece, nasconde una fragilità emotiva ed un grande desiderio d'amare edi essere amato. Il "senso di stupore" mi richiama alla mente l'ammirazione, sempre espressa da John, di fronte alle strabilianti deduzioni di Sh ed al suo fascino indubbio. Ma il "senso di stupore” può essere anche attribuibile al consulting, messo a nudo nelle sue emozioni e nell’esistenza del cuore proprio a causa del marasma, assolutamente a lui sconosciuto, d’energia e d’impulsi vitali che John ha portato con sé al 221b.
Fai usare a Sh quel termine, “cattedrale”, per indicare il cumulo di menzogne che ha seppellito un'epoca
mitica, quella della condivisione d’esperienze pericolose ma stimolanti, e la scoperta di un sentimento che aspettava solo di poter essere definito con sincerità, senza reticenze e paure, superando la logica del “Caring is not an advantage”.
In questa tua fic, lasci fluire ciò che il cuore detta a Sh, solo e lontano, dopo il tragico “volo” dal tetto del Bart’s.
La certezza che Holmes ha di aver fatto la cosa giusta, si rifugia nella luce netta e vivida della razionalità: ha finto il suicidio per salvare John e le persone più care. Ma il suo animo è tormentato dal dubbio che la persona di cui lui è indubbiamente innamorato, non riesca a capire e ad accettare le ragioni del suo clamoroso gesto e della sua tragica finzione.
E il suo volo dal Bart’s lo fai diventare quello che comunque abbiamo avuto modo di vedere nella S3 e, soprattutto, nella S4, cioè un tuffo nella disperazione di aver così concluso scientemente un’epoca.
Sh ha già il terribile sospetto che John non accetti ciò che ha dovuto soffrire in modo totalmente gratuito e d inutile. La sua mente, non raffinata e speciale come quella di Holmes, molto probabilmente non sarà in grado di capire e di accettare. Questa è la disperazione di Sh, il suo tormento.
Un viaggio, il tuo, nel profondo di un’anima, nel dolore di una situazione ineluttabile. Brava. (Recensione modificata il 21/11/2018 - 05:14 pm) |