Allora, eccomi qui!
Devo ammettere che il titolo della storia mi ha incuriosita molto, poi ho letto la didascalia e ho storto un po' il naso, più che altro perché è un tema molto in voga quello del Prof. figo e giovane che si innamora della studentessa. Nonostante questo aspetto, sono curiosa di scoprire come svilupperai la storia e spero vivamente non sia come le altre. Scrivi bene, il testo è scorrevole e la sostanza c'è. Il capitolo è un po' breve, però per essere il primo ci sta. L'unica cosa che non mi è garbata molto è il fatto dei nomi dei professori, come ad esempio Nicola P. Insomma, chiamare un professore per nome non lascia evidenziare quel distacco che dovrebbe esserci fra una studentessa e un docente, soprattutto quando parliamo di un contesto universitario in cui lo studente è un numero di matricola e basta. Altra cosa importante e da non dimenticare assolutamente, in caso di edifici si usa il termine fondazione, non fondamenta. Anche io da piccolina sbagliavo sempre e sentivo mio padre e mia sorella correggermi con tale foga come se avessi peccato di blasfemia.
Detto questo, sarebbe stato molto carino approfondire la parte della studentessa pendolare, esaurita ed isterica, che si alza la mattina presto per prendere il treno e arrivare a lezione, che piange quando deve preparare i plastici; fare i rilievi dei palazzi, delle cappelle e delle chiese; progettare su AutoCad; consegnare mille tavole e via dicendo. Architettura è una facoltà che fa impazzire talmente tanto da far diventare comica ogni cosa, come ad esempio cercare di trasportare un plastico in metro senza farlo rompere. Ecco, diciamo che dal I capitolo è difficile comprendere chi sia questa protagonista e la sua vita. Una storia si gioca tutto con il I capitolo, che deve appassionare e incuriosire il lettore. Qui la forma c'è, ma ti consiglio di inserire quel qualcosa in più che permetta di capire al lettore chi sia questa fantomatica protagonista.
Al prossimo capitolo,
Baci |
