Mamma mia... ho tante di quelle cose da dire, che davvero non so da dove cominciare.
Innanzi tutto ciao, eccomi anche qui, non è troppo facile liberarsi di me eh! La verità è che se un autore mi piace provo a leggere ogni sua creazione, anche se magari può trattare di argomenti che non conosco. E infatti eccomi qui: non ti nascondo che non ho idea di che cosa davvero stiamo parlando, non conosco questo fandom, non conosco i personaggi. Ho semplicemente visto una tua nuova storia, mi hanno colpito il titolo e l'introduzione e ho iniziato a leggere. E, ti confesso, quando all'inizio ho visto così tanti nomi che non conoscevo mi sono domandata "ma che cosa ci faccio io qui?". Poi però sono arrivata in quel corridoio, con quei due ragazzi, che all'improvviso sono diventati soltanto due ragazzi con una missione da compiere e io mi sono accontentata di conoscere questo. Poi tutto il resto lo hai creato tu, con le tue parole.
Non credo di saper esprimere tutto ciò che ho provato leggendo questa storia. Dolore, rabbia, tristezza, molto di più. Le scene immediatamente successive alla morte del ragazzo mi hanno sconvolto, il dolore dell'amico così forte, reso così vero, così tangibile.
Trovo che questo racconto sia scritto in modo molto diverso rispetto al solito (e considero "Segni indelebili" come principale termine di paragone): è più crudo e sicuramente lo è anche per il diverso argomento trattato, ma non è così scontato essere in grado di modellare il proprio stile in base ai diversi fatti raccontati e secondo me tu con questa storia hai dimostrato di saperlo fare egregiamente.
Un pugno nello stomaco ad ogni riga, parole forti, vere, che toccano davvero. Veramente, senza parole.
"Oggi possiamo piangere, oggi possiamo disperarci … oggi possiamo, anche se tutto continua a scorrere, i pianeti continuano a crescere … domani non sarà così, ma oggi … oggi possiamo." mi è piaciuto moltissimo questo tratto. La consapevolezza del dover andare avanti, nonostante tutto, nonostante il dolore, pur comprendendo però che sia necessario anche fermarsi. Anche solo per un giorno, anche solo per un attimo, ma è necessario fermarsi.
Mi è piaciuta anche tanto l'espressione che hai usato, "sfogliare il viso", come se il volto di ogni persona fosse un libro, come se per capire ciò che l'altro prova bisognasse ogni volta scorrerne le pagine.
Potrei andare avanti a citare altri brani o altre espressioni, questa storia mi ha davvero colpito, mi ha tenuta incollata allo schermo fino alla fine, mi ha fatto provare tante emozioni.
Ancora una cosa: complimenti per il disegno, davvero! Non sapevo disegnassi in digitale, credo sia una cosa meravigliosa e ora che lo so spero di vedere presto altri tuoi lavori, mi piacerebbe tantissimo!
Dire complimenti a questo punto è riduttivo, ma non posso che concludere così, brava brava brava. Si vede che è scritta col cuore, si sente.
A presto,
Sophie
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