Recensioni per
Scars.
di PathosforaBeast

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
02/06/20, ore 15:45
Cap. 1:

Ciao, sto continuando a esplorare il tuo profilo e mi piacerebbe leggere tutte le tue storie tutte in una volta, ma come sempre preferisco prendermi un attimo di tempo per elaborarle nella mia mente e poi scrivere una recensione ragionata. Anche perché ogni tuo scritto è permeato di così tanti significati che corro ogni volta il rischio di perdermene qualcuno.

Il primo elemento di novità rispetto al tuo consueto approccio alle storie è sicuramente il punto di vista. Se nell'ultima tua storia che ho recensito, il punto di vista era quello di Lestrade, in questo caso è quello di Sherlock. Anche questa rappresenta un po' una novità, non è una novità invece il fatto che sia Mycroft il centro di tutto. Lui è un po' il collante di tutto, sicuramente l'argomento che più di tutti ti interessa trattare, in questo caso visto dallo sguardo del fratellino Sherlock. Già la prima cosa che si nota in maniera importante è la dispersività dei ragionamenti e delle deduzioni di Sherlock, molto diversa da quella oculata di Mycroft, che si limita sempre a dedurre lo stretto necessario. Hai esaltato così facendo la differenza sostanziale tra i due fratelli, il maggiore con una mente ragguardevole e un'intelligenza superiore, ma con una tendenza alla pigrizia che lo porta a evitare di far vagare la mente e lo sguardo sulle persone che lo circondano, Mycroft è più uno da struggimento, uno che si perde in ragionamenti riguardo se stesso e i propri errori, l'ho sempre pensato in effetti. La mente di Sherlock invece è meno disciplinata, meno ferrea sotto il punto di vista dell'autocontrollo. Al contrario la sua "Maledizione" sta nel vedere tutto, nel dedurre ogni cosa e non riuscire mai bene a controllarla. E quindi in un istante Sherlock deduce della figlia della signora Hudson, di John e Mary e soprattutto di Mycroft. Interessante la dinamica tra fratelli, il modo in cui il primo si ritrova a puntualizzare quanto il fratello sbagli nelle proprie deduzioni quando l'altro invece lo inchioda lì sul posto con la verità. Non credo che esista un reale motivo dietro una simile deduzione da parte di Sherlock, la ragione per cui l'ha fatta è io credo fine a se stessa, lo dice così come riporta ogni deduzione che gli ho visto fare nel corso del tempo. Lo dice perché deve dirlo e basta. Oppure pensavo anche che questa frase che butta lì alla fine, insinuando un fatto molto grave possano c'entrare con il desiderio di Sherlock di farsi vedere. Lui ha sempre subito la disparità, o quella che credeva tale, d'intelligenza tra lui e Mycroft perché credo non sia troppo obiettivo con se stesso. Da qualche parte avevo anche letto che Sherlock non si valorizza tanto dal punto di vista delle capacità, tanto che resta ammirato dal fatto che John invece veda in lui un qualcosa di straordinario. Credo che il punto sia questo, il suo soffrire la genialità del fratello, il suo ritrovarsi a voler puntualizzare di essere anche lui capace di intuire ogni particolare che lo riguarda proprio come fa lui e di farlo magari anche mentre non è nelle migliori condizioni... penso che possano scaturire da questo desiderio di valorizzarsi. Certo c'è John lì con lui e quando c'è John, Sherlock vuole sempre un po' mettersi in mostra, ma questo credo sia un caso diverso.

Non so bene cosa pensare dei tagli, forse non ce lo vedo Mycroft a fare una cosa del genere, ma è anche vero che la profondità psicologica del tuo Mycroft è sempre così a fondo che è probabile anche che il limite in questo senso sia io. Di certo la storia mi è piaciuta, particolare e ben scritta come al solito. Peccato per la breve durata, ogni volta mi piacerebbe vedere approfonditi certi concetti.

Ti rinnovo i miei complimenti e spero di passare presto a recensirti un'altra storia.
Koa

Recensore Master
23/04/20, ore 14:50
Cap. 1:

Eccomi qui, a “riempire” vuoti che ho seminato in sezione, lasciando osservazioni qui e là e, è possibile, trascurando dei pezzi che avrebbero meritato di essere visti con attenzione.
Già il titolo parla da sè di quello che, secondo me, è l’elemento fondante di questa storia. “Cicatrici”, dunque, ferite, profonde perché hanno lasciato traccia. Hai parlato di dolore, quindi, di sofferenza. E chi meglio di uno Sh respinto dalla realtà di un John, che sembra diventato ai suoi occhi un estraneo, può averle queste cicatrici...Dunque ecco il suo ripiombare nell”abbraccio” inutile e mortifero della droga, in un delirio di autodistruzione penoso e terribile. Indimenticabili, a questo proposito, le immagini davvero sconvolgenti di HLW di quell’uomo così unico, gettato su un lurido giaciglio, con i vestiti logori e sporchi ed il volto sfatto che si volta verso John come verso un sole che credeva ormai spento per lui. Non so se mi sbaglio ma penso che sia quello il triste contesto che hai modellato per regalarci questo meraviglioso e terribile pezzo di vita.
Ma il tuo messaggio, qui, è leggermente diverso dal focalizzare solo la condizione di Sh. Infatti le cicatrici, quelle da nascondere con ancora più cura ed attenzione, sono quelle che rimangono sul corpo e, soprattutto, nell’animo di Mycroft. Mycroft che si trova in mezzo alla tempesta terribile dei fantasmi del passato che sembrano essersi riappropriati del fratello e delle sue sicurezze. “Iceman” non deve avere sentimenti ma le incisioni possono tranquillamente segnare profondamente anche il ghiaccio più resistente. Mi ha davvero suscitato pietà il suo dolore nascosto,
E poi inserisci John, che interviene a difesa di quello che, in quel momento è il più indifeso, il più fragile: Mycroft. Noi percepiamo come tu abbia lasciato quasi marginale Watson perché, stavolta, non è protagonista ma spettatore attonito di qualcosa che lo carica segretamente di ulteriori complessi di colpa e di rabbia repressa. Protagonista, qui, diventa il dolore di Sh e, soprattutto, di Mycroft le cui difese si sono sgretolate di fronte al massacro che suo fratello sta facendo di se stesso. Allora ecco “la giacca più scura di due toni”, “ il bottone allentato del polsino”, l’acqua di colonia spruzzata in quantità minore...
L’incredibile capacità deduttiva di Sh, che a me piace chiamare la sua “scannerizzazione” della realtà, e non so se questo termine esista ma mi piace lo stesso, scopre in Mycroft delle debolezze, delle incrinature su cui si accanisce per spostare l’attenzione dal suo dramma a quello del fratello. E, grazie alla tua straordinaria capacità di raccontare, quasi con affetto, anche di quel “Mister Inghilterra” che è, comunque, un uomo come gli altri, ne metti in luce i riflessi di un’umanitá dolente e accogliente nei confronti di Sh. John ha capito questo e persino “lui che l’ha sempre odiato”, cerca di sottrarlo all’aggressione del consulting, di un’inaudita violenza morale, e riesce a fermare almeno l’atto di provocargli vero dolore fisico.
Ma è la sofferenza morale che diventa un’arma terribile con cui, uno stravolto Sh, cerca di riversare sul fratello il peso delle sue sofferenze. Solo John riesce a fargli alzare “le mani al cielo” e a fermare la sua concreta aggressione al fratello.
Sei riuscita, con la tua capacità di cogliere anche in un personaggio come Mycroft, criptico e sfuggente, l’essenza dell’umana compassione, a spingere un’ incallita sherlocked come sono io, a parteggiare, questa volta, per Mycroft. Infatti il suo dolore ce lo fai percepire più profondo di Sh, più silenzioso e devastante perché si rivolge contro se stesso.
Stavolta non mi sento di condividere l’atteggiamento di Sh, pur compatendolo per la sua fragilità e per le tempeste in cui la vita l’ha gettato. Stavolta sto dalla parte di Mycroft, l’algido “Mister Inghilterra”, con i suoi completo sartoriali, l’immancabile ombrello e il profondo amore per quel fratello così particolare.
Brava, davvero.
P.S. Vedi che ti raggiungo lo stesso grazie all’aiuto del mio Sh...

Recensore Junior
01/01/19, ore 22:30
Cap. 1:

Unghie o lamette che fossero, hanno appena finito di affettare il mio cuore. Terribile, ma terribilmente bella. Detesto la crudeltà con cui Sherlock espone Mycroft, ma sono di parte, perché sento il dolore di Myc più di quello di Sherlock.
Bella, stupenda.

Recensore Master
27/12/18, ore 13:52
Cap. 1:

non l'ho capita, e mi sento il QI di Anderson...
Sherlock ha passato la notte su un mucchio di stracci, sì? perchè pensava sempre a John e anche a Mary, quindi è lui, non so se in effetti camuffato o effettivamente drogato per indagare.
Eppure quello che ha davanti è Mycroft che ha il vizio di tagliarsi, e poi copre tutto con dei bei polsini. mi sfugge il senso della storia, ma credo che dipenda da me, perchè ha qualcosa di affascinante ma ho bisogno di lumi
per favore! ^^
Setsy