Recensioni per
Cercasi Sherlock, disperatamente!
di pattydcm

Questa storia ha ottenuto 37 recensioni.
Positive : 37
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
19/01/19, ore 15:48
Cap. 1:

Ciao, mi rendo conto di essere in un ritardo mostruoso nel leggere e recensire questa storia, ma quando l'hai pubblicata non avevo molto tempo e ho pensato di aspettare che fosse completa. Però voglio dirti che ci davvero tanto a leggerla, non soltanto perché ricordavo le tue precedenti fan fiction, ma perché (e questo credo di non averlo mai detto) scoprire il modo in cui caratterizzi i personaggi mi ha spinto a fare ancora più attenzione al lato psicologico. Che è un qualcosa che credevo già di fare piuttosto bene, ma superare se stessi è una cosa in cui credo tantissimo e per questo ti devo ringraziare, perché leggerti mi ha spinta a migliorare anche in questo. Quindi tenevo molto a leggere anche questa storia.

Ti dirò, avevo dato un'occhiata tempo fa al primo capitolo e quando avevo intravisto il nome di Mary avevo subito pensato a quella Mary, la "nostra" Mary e invece leggendo mi sono resa conto che il modo in cui la descrivi ne fa una persona del tutto diversa. Come al solito apprezzo la cura ai dettagli che metti, il modo in cui l'hai introdotta facendo capire subito che si tratta di una persona che ha una corporatura ben diversa da quella di Mary Morstran e infatti ne sono rimasta un po' spiazzata, lo confesso. Ma poi andando avanti mi sono resa conto che era un OC, un personaggio creato da te e devo ammettere che le premesse per un qualcosa di ottimo ci sono davvero tutte. Anzitutto, come già è stato per tutte le altre storie, l'attenzione al lato psicologico dei personaggi è davvero straordinaria. Anche se siamo soltanto al primo capitolo, si è intuito che Mary deve avere un qualche disturbo, cosa che Sherlock deduce in un attimo. Infatti gli occorre poco per rendersi conto che è meglio assecondarla in tutto e per tutto, ne ha fatto un'analisi acuta (forse non approfondita, ma per quello ci sarà tempo), il che è notevole se si considerano le sue condizioni. Quindi su tutto ciò che riguarda Mary e il suo passato sono molto curiosa e non vedo l'ora di leggere altro.

Detto questo, ci sono alcuni aspetti della faccenda che non si possono non notare. A iniziare da ciò che viene detto nell'introduzione, quel non vuole più saperne nulla è davvero poco per capire. Non sappiamo cosa sia successo, né quando tu abbia ambientato la storia in relazione alle stagioni. Si presume una spaccatura fra i due, molto più grave di quella avvenuta in The Lying Detective, una che deve aver portato Sherlock ad andare sotto copertura in luogo come quello, fingendosi un'altra persona. Non so quanto interessante possa esser stato questo caso secondo i suoi standard, ma qualunque cosa sia, scommetto che non è un intrigo più o meno contorto ad averlo spinto ad andare tanto lontano da Londra. Sembra più una fuga. Di tanto in tanto pensa però a John, o meglio, sente la voce dentro la sua testa e la cosa funziona come una sorta di coscienza. Come un grillo parlante, un qualcosa che nelle fanfiction non sempre viene sottolineato, ma che c'è fin dalla serie e che io personalmente adoro. Mi piace che ci sia anche qui, perché aiuta il lettore a capire che in realtà John non è soltanto un coinquilino e che non è vero che non lo vuole più vedere o avere a che fare con lui. Anche qui, sono curiosa di capire che cosa sia successo e come, o se, le cose potranno risolversi fra di loro.

Sono quindi curiosissima di ogni cosa, questo è solo un capitolo introduttivo ma ci hai calato già nell'atmosfera particolare che tutte le sue storie hanno sempre e che qui non manca di esserci. Spero di proseguire il più presto possibile.
Koa

Recensore Master
06/01/19, ore 22:18
Cap. 1:

Eccomi qui, ancora con te, dopo l'avventura meravigliosa della tua long.

Il nome di Stephen King, cui fai riferimento nelle Note iniziali, è un ulteriore, ma non necessario, incentivo a leggere questa tua ff.

Comunque, l'inizio del capitolo mi ha portato immediatamente nell'atmosfera allucinata del romanzo che citi, "Misery non deve morire", uno dei capolavori del brivido: uno scrittore, immobilizzato a letto, a causa, mi sembra, di un incidente stradale, vive una delle più allucinanti avventure che mi sia capitato di leggere e vedere sullo schermo, tanto che non ho mai avuto l'energia per rivedere il film o rileggere il romanzo di King.
Ma, dopo la conclusione della tua long lo farò, perché mi hai suggerito un po’ più di “coraggio” per rivedermi o rileggere materiale valido.
Infatti sono rimasta coinvolta dalla lettura di questo tuo pezzo perché, per buona parte della narrazione, hai veramente la sensazione diretta, beh, King è un maestro in quanto a questo, di essere, come il disgraziato protagonista, senza via d'uscita.

Io penso proprio che tu abbia tratto ispirazione da quell’opera in una maniera che ti permesso, ad un certo punto, di sdoganarti da essa e seguire la strada della tua ispirazione personale.
E mi sembra che, per te, abbia proprio costituito un’ottima base di lancio per farti volare alto.
Non che tu abbia bisogno di altre “spinte” ma io penso che le emozioni, che rimangono dopo la visione di un grande film o la lettura di un romanzo eccezionale, possano sicuramente dar vita a qualcosa di tutto nostro.
Per volare alto, però, ci vogliono le ali, e tu ne sei indubbiamente dotata.
Qui da te, la vittima in questione è Sh, quindi, per esempio, già il vederlo costretto a mangiare contro la sua volontà, di per sè, è agghiacciante.

Dettagliata ed efficace la descrizione dell'ambiente in cui il consulting si trova e del particolare personaggio, la sua “salvatrice”, che tu caratterizzi con tratti che la connotano in modo indelebile. Già di per sé, quei “Passi. Pesanti. Lenti. Affaticati.” e quel “borbottio continuo” ci avvertono che, chi si presenterà di fronte ad un impotente Sh, non è certo una persona normale.
A proposito della cadenza ritmica particolare della camminata su per le scale di Mary (il nome, di per sé, mi evoca scenari foschi…), mi è piaciuto particolarmente il taglio stilistico che hai saputo dare a quel breve, ma significativo, passaggio in cui entriamo davvero nell’atmosfera allucinata della casa in cui si trova il nostro acciaccato Holmes: una parola alla volta, una punteggiatura che si succede in modo ravvicinato e martellante. Il ritmo giusto per farci capire che l’avventura che gli si prospetta non è delle più rassicuranti.
La presenza rassicurante di John che, per Sh, costituisce il legame con il mondo circostante e la sua ancora di salvezza, è lontana ed appare estremamente improbabile che possa, almeno per il momento, aiutarlo in quell'allucinante situazione.
Brava.
P.S. trovo che il tuo registro stilistico sia nettamente diverso da “Hasta…”, ed è giusto che sia così, perché l’orizzonte qui è più ristretto, meno animato e prospetta scenari terribili, di una solitudine che è peggio di uno sfondo in cui potrebbe scoppiare la terza guerra mondiale. Sh è solo ed impotente, il “nemico” non si può contrastare fisicamente perché lui è costretto in un letto.
Tremendo.