Recensioni per
Not insane
di Dark Sider

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
09/10/19, ore 22:04
Cap. 1:

Ciao Dark Sider!
Il cambio di nome mi aveva lasciata un momento interdetta! ^^
Dalla prossima settimana passerò sull’ultima storia che hai aggiornato, giuro, ma prima toccava fare un salto qui. Una shot lunga e affascinante che richiama le atmosfere (che a me piacciono DA MORIRE) alla Night Shyamalan, dove alcuni indizi della rivelazione finale c’erano, erano ben presenti nel testo, ma solo alla fine trovano conferma, esattamente come nei film del regista. Avevo intuito (anche se ovviamente non ne avevo la certezza) che James fosse un medico e Adam il paziente nonostante la presenza del fuorviante termine amico, che indicava un rapporto di ben altra natura e certe frasi che già denotavano come, all’inizio della storia, James avesse già iniziato a perdere la ragione, convinto dalle cospirazioni di Adam. Nella prima parte, infatti, entra nella sua stanza (non un appartamento, non una casa, ma una stanza di un edificio più grande diviso con altri; inoltre è ancora viva la volontà di voler spingere Adam non solo a valutare in maniera razionale l’ambiente che lo circonda, dicendogli che Kathy è solamente una cameriera, ma anche spingerlo a ricordare – e infatti Adam per un momento quasi ci arriva, a ricordare chi ha ucciso perché sente la mancanza di qualcuno. Inoltre, sottolinei una disparità d’età perché Adam è un ragazzo, mentre James ha i capelli brizzolati.

Nella parte successiva della shot, però, James perde il controllo. Lo fa accalorandosi col superiore e cercando di entrare nella mente di un paziente da cui non vuole separarsi, fino a condividerne le idee. In questo ragionamento credo sia importante il gioco degli scacchi. Adam vince e James perde e questo stizzisce il dottore che vuole capire perché – e lì già lo studio della mente di Adam è diventata ammirazione, lì la cura sperimentale gli ha preso ormai la mano, facendogli scordare persino sua moglie, dimenticare di essere in un ospedale psichiatrico. La fine è molto scenografica e sarebbe la degna conclusione di un film. James è diventato un paziente, ora la partita di scacchi può ricominciare. Trovo sia un racconto particolarmente ben riuscito, come tutti i tuoi, del resto, e col suo finale amaro fai riflettere sulla soggettività della realtà e sull’inganno della mente umana, temi che mi sono particolarmente cari. Tanti vivi complimenti, mia cara, e perdonami sia per non essermi subito lanciata sull’ultimo lavoro (sono curiosissima **) sia per la lunga attesa. Un caro saluto e spero a prestissimo,
Shilyss :)

P.S.
Il dettaglio del vasetto è veramente inquietante, specie tenendo presenti i risvolti finali @@. Geniale.

Recensore Master
24/08/19, ore 07:01
Cap. 1:

Buongiorno,
sono l'autrice a cui avevi recensito Revenant qualche giorno fa <3 Non mi sono dimemtica e appena riesco risponderò attentamente... ma ora recensiamo attentamente la tua storia ;)

Un Dramma Thriller molto ben curato, come molto curata è il modo in cui viene tratta la malattia, nella sua lenta scoperta da parte del lettore, che fino all'ultimo non comprende il limite fra realtà e finzione, e la rapida discesa in un tunnel buio da parte del protagonista principale ovvero James, o almeno leggermente più principale rispetto a Adam. Da parte tua si vede una cura nel delineare le caratteristiche: disturbo schizoaffettivo di personalità. James, psichiatra talentuoso, s'impegna fino all'ultimo per aiutarlo, per aiutare una persona che non vede più come paziente ma come un amico... peccato che senza rendersene conto diventa folle a sua volta... oppure no? Dove sta la follia? Dove sta la ragione? Una possibile chiave di lettura sarebbe che il povero Adam sia stato incastrato dal "sistema", poiché le cure da lui provate stavano minando le regole convenzionali della psichiatria o perché il suo metodo era troppo efficace e allora via...! Entrambi gli sviluppi sono delineati in maniera perfetta, anche la cura degli ambienti "inganna" fino all'ultimo il lettore. Quindi non posso far altro che complimentarmi e... inserire la storia nelle ricordate. <3


Elgas
(Recensione modificata il 24/08/2019 - 07:13 am)

Recensore Master
04/03/19, ore 15:33
Cap. 1:

Valutazione per il contest “Terapia d'urto”

Grammatica, lessico e stile: 13.5/15

• Non portarmi per il culo! → prendermipigliarmi.
• Ogni settimana, svolgeva un impiego diverso dalla precedente... → in questo caso ritengo che la virgola non ci vada poiché intacca il senso della frase.
• Poteva, pesino, essersi addormentato... → persino.
• ... per meglio cogliere il sapere della bevanda. → sapore.
• Non se nemmeno se sia un uomo... → so.
• La sua situazione è… Delicata. → essendo un continuo della stessa frase non c'è bisogno della maiuscola; discorso diverso se il discorso precedente fosse stato troncato.
• ... si limitò ad appoggiare una mano sulla spalla di Adam... → James.
• ... con tratti ossessivi e pranoidi. → paranoidi.
• ... lo avresti portato a rendersi contro... → conto.
• ... anche tu ti sia lascito trascinare... → lasciato.

Partiamo con un piccolo appunto: tendi a usare spesso la d eufonica in presenza di vocali non uguali. Sarebbe meglio usarla soltanto in presenza di vocali uguali o nei casi ormai entrati nell'uso comune; in generale non ha infastidito la lettura, ma ci sono stati passaggi in cui toglierla sarebbe stato preferibile, tipo questo: “... con un sorriso soddisfatto ad illuminargli...” Non lo ritengo un errore grammaticale ma una scelta stilistica personale, consideralo un consiglio per il futuro perché non tutti sopportano le d eufoniche.

Inizialmente il lessico si presenta ricercato, arricchito da metafore simboliche per enfatizzare emozioni e concetti specifici. Poi, proseguendo, ho notato un lessico più comune e un leggero ripetersi di alcuni termini, su tutti la ‘risata sguaiata’; per evitare questa ripetizione avresti potuto ovviare le volte dopo con dei sinonimi o descrivendo i gesti, le movenze che accompagnavano tale risata, piuttosto che riutilizzare lo stesso termine.

Nonostante tu abbia usato la terza persona, sei riuscita abilmente a trasmettere l'introspezione dei personaggi, a sviscerarli nella loro instabilità e nel delirio. Come tu stessa hai tenuto a specificare nelle note, sfrutti uno stile sfuggevole, indefinito, che enfatizza l'irrazionalità propria dei protagonisti.
I dialoghi rispettano fedelmente i loro caratteri, soprattutto quelli di Adam, che trasmettono tutto il suo nervosismo, la follia, la freneticità che lo contraddistinguono. Quelli di James, invece, partono pacati, razionali, composti, salvo poi divenire sconclusionati e ripetitivi quando la lucidità lo abbandona.

Originalità e trama: 10/10

Intanto devo riconoscerti la bravura e il tatto nel raccontare di un tema delicato come quello dell'instabilità mentale. Non hai generalizzato e hai posto l'introspezione dei personaggi in primo piano.
La scena che apre le danze potrebbe sembrare una qualunque situazione di quotidianità, e infatti serve a farci entrare nella routine di Adam, a presentarcelo sin da subito come personaggio singolare. Attraverso lo stile sfuggevole che hai adottato, si viaggia per molto tempo sulla linea del dubbio. Adam è pazzo? È un paziente ricoverato o è tutta un'impressione? Il fatto che venga menzionato il lavoro, che venga dato un impiego anche a Kathy, che lo spazio comune della clinica venga definito un semplice luogo d'incontro - una topaia -, tutti questi elementi creano ambiguità. Giochi sull'equivoco, come quando Adam sostiene di voler uccidere o aver già ucciso, salvo poi indicare il suo barattolo con la terra, una tomba simbolica per chiunque l'abbia innervosito e si sia dunque meritato la ‘punizione suprema’.
Sfrutti una narrazione subdola per far emergere soltanto alla fine la verità, seppure mettendo insieme i pezzi di puzzle sia possibile dedurre durante la vicenda come stiano veramente le cose.
Hai orchestrato la trama con molta cura, ponendo i riflettori sui personaggi e muovendo così le redini nell'ombra. Hai giocato di psicologia, rimanendo in tema con il soggetto della storia.

Caratterizzazione dei personaggi: 10/10

Adam risalta sin dalla sua introduzione. È scorbutico, irascibile, irrecuperabilmente paranoico. Hai fatto un ottimo lavoro nel donargli una caratterizzazione definita sia nei gesti, che nel parlato e nel modo di relazionarsi con gli altri. La sua folle paranoia lo porta a definire tutti dei traditori e urlare al complotto con facilità, senza basi valide. Il suo strumento di ritorsione, lo possiamo chiamare, è il suo inseparabile barattolo che funge, parzialmente, come valvola di sfogo. Emerge anche un intelletto non indifferente, poiché spesso, se non sempre, si guadagna la vittoria a scacchi contro James impiegando strategie imprevedibili all'altro.
James, dal canto suo, parte come personaggio integro, con un parlato sobrio, affabile, e la buona volontà di interagire amichevolmente con Adam. Le sue intenzioni sono genuine, vuole realmente avvicinarsi all'altro e creare un legame di comprensione e fiducia. Tuttavia, si è rivelato essere più fragile e influenzabile di quanto lui stesso credesse. Da specialista, non se ne rende nemmeno conto quando inizia a perdere di lucidità, forse perché ormai abituato e viziato dalle farneticazioni di Adam, colui che voleva aiutare. È il caso di dire che alla fine, e ancora una volta, quello a uscirne vincitore nella sua follia sia stato proprio Adam.

Sviluppo e utilizzo del pacchetto scelto + fattore malizia: 8+2/8+2

— Il difetto è preponderante e il motore trainante della trama. Adam ne è profondamente afflitto tanto da considerare chiunque, James compreso, una minaccia, dei cospiratori, come lui li definisce. Rappresentato con grande abilità sia nelle esternazioni di Adam che nei suoi atteggiamenti. Persino James, da un certo punto in poi, comincia a diventarlo. [4/4]

— L'eccitazione è uno dei tanti stati d'animo che viene a provare Adam, fra uno sbalzo e l'altro. L'esplosione incontenibile di questo sentimento avviene nel momento in cui il paziente commette il fattaccio, in preda a un folle delirio causato dalla sua paranoia. [2/2]

— Sono rimasta sbalordita dall'uso che hai fatto dell'elemento. La terra nel barattolo e il preciso significato che gli attribuisce Adam sono una trovata geniale che si ricollega direttamente al difetto! [2/2]

— La vicenda è ricolma di malvagità: Adam non vede intorno a sé altro che complotti e cospiratori. La sua paranoia, che lo accompagna ormai da anni, ha dato inizio alla sua rovina e continua a tenerlo incatenato a una realtà che percepisce solo lui. In più, tutto ciò lo ha portato a uccidere e più di una volta. [2/2]

Gradimento personale: 9.25/10

È una storia che ti risucchia dentro al mondo di Adam, nei suoi deliri e farneticazioni. Sorge spontanea una curiosità nei suoi confronti, si cerca di comprendere se dietro quei suoi modi di fare tanto irrazionali ci sia una logica. Con una narrazione che prova a ingannare, si rimane più volte sospesi in balia del dubbio. Ci si spinge a dubitare del narratore proprio come fa Adam con chiunque gli stia intorno. È follia pura ciò che si nasconde nella mente di Adam e tu, con maestria e tatto, sei riuscita a tirar fuori quell'uragano dentro di lui e a palesarlo con i gesti, i rituali. Una storia, e un protagonista, capace di lasciare l'impronta del suo passaggio, tantissimi complimenti!

Totale: 52.75/55


♦ Vincitrice del riconoscimento speciale: “Fino alla fine” assegnato al personaggio di Adam!

Recensore Master
28/01/19, ore 14:48
Cap. 1:

Ciao, piacere di conoscerti^^
che bell'idea, sospendere le terapie farmacologiche a un paranoide... Poi succedono le disgrazie e la gente non capisce perchè.
Detto questo, ho apprezzato molto come hai costruito la storia: all'inizio sembra un'amicizia un po' bizzarra, dove James in un certo senso fa del suo meglio per conquistare la fiducia di Adam, che invece si mantiene burbero e scostante. Pian piano la relazione si approfondisce e abbiamo quasi una folie à deux nel momento in cui James sembra condividere i vissuti paranoidi di Adam. Comincia anche lui a guardarsi intorno, a colludere con la struttura delirante di quello che a tutti gli effetti sembra un amico.
E poi, colpone di scena: sono paziente e psichiatra. Lo psichiatra ha avuto un'ideona: proviamo una terapia sperimentale. Mi sembra di sentirlo: il paziente deve avere degli oggetti interni buoni con cui rapportarsi, non esiste la malattia mentale, ma solo la risposta giusta alla società sbagliata... E poi, non si sa come, la gente ci lascia le penne.
Grande, bellissima storia, complimenti e in bocca al lupo per il contest!