Ciao, era da tanto che mi ero ripromessa di passare dalle tue poesie, scusa il ritardo!
Dunque, la struttura di questo componimento è particolare: è spontanea, non risponde a regole schematiche rigide, perciò il contatto col pensiero dell'autore è molto immediato, possiamo seguire passo passo il filo dei suoi pensieri, il che è (secondo me) il fulcro della poesia.
La prima strofa è molto astratta, distante come i luoghi e i ricordi rievocati dal/la protagonista. Riprende anche una sorta di natura morta, in cui il passato è defunto e sembra non avere possibilità di tornare se non in sprazzi di memoria.
La seconda strofa richiama maggiore concretezza, trasformando quanto è stato appena letto in una narrazione: qualcuno affacciato alla finestra, con aria nostalgica, che rievoca i pezzi migliori (o peggiori?) del suo vissuto. Trovo molto dolce l'accostamento "la luce (...) sussurra": dà l'idea di una luce fioca, debole, un sole malato o seminascosto dalle nuvole, che però non fallisce nel palesarsi e nel "farsi sentire", con la forza di un sussurro, in questo covo di nostalgia.
I luoghi sono distanti dalla persona ma mai quanto i ricordi a essi connessi, che sembrano irraggiungibili in quanto ormai relegati in un passato che non accenna a ritornare.
Una poesia molto delicata, incisiva nella sua brevità. Complimenti!
Un abbraccio, alla prossima! |
