Ciao, era mia intenzione andare avanti con la piacevole lettura di questa serie, e incentivata dal tuo invito non ho rimandato oltre.
Ti racconto un fatto. A scuola la mia insegnante d’italiano aveva promosso un corso pomeridiano molto particolare. Si chiamava “la pagina perduta” se non ricordo male. Bisognava leggere un libro e scegliere un punto della trama nel quale inserire una nuova pagina di testo creata dallo studente. La difficoltà, oltre ovviamente a inventare qualcosa di coerente, era data dal dover imitare il più possibile lo stile dell’autore del libro. Mi pare che c’erano anche delle premiazioni e nell’analisi dei brani erano coinvolti gli autori stessi del libro, ma queste sono informazioni inutili. Il punto è che tu mi hai fatto ripensare a questo progetto perché credo avresti vinto tutti gli anni!
Parecchie persone sottovalutano la difficoltà di scrivere fanfiction. I racconti sono originali, i personaggi sono “presi in prestito”, ma è una faticaccia assurda riuscire a centrare in pieno il loro carattere, immaginare che reazioni coerenti con sé stessi potrebbero avere se immersi nelle varie dinamiche che vengono raccontate.
Ecco, tutto questo tu lo fai in maniera egregia. Ti sposti da fandom a fandom, da un personaggio all’altro e il risultato è sempre ottimo. Non oso immaginare quanto studio possa esserci dietro, certe volte può essere più semplice, altre meno.
Questa è Anna. È lei spiccicata. Il suo modo di esprimersi non lo definirei semplicemente lirico, ma pomposo e ridondante, buffo addirittura, perché è sempre singolare sentir uscire dalla bocca di una bambina certi termini aulici e ricercati. E in questa pagina di diario ho colto anche la sua maturazione, le varie sfumature da quando è arrivata a Green Gables attraversando “la candida via della gioia”, passando per le mille peripezie che le hanno permesso di tessere rapporti solidi d’affetto (perché è impossibile non voler bene ad Anna), fino a scegliere in maniera consapevole la strada da perseguire per il proprio futuro.
È trascorso quasi un anno da quando Anna ha lasciato Avonlea. Quando era in Pennsylvania sentiva nostalgia di casa e si è immersa nello studio; ora che è tornata per non sentire la mancanza dei suoi adorati libri, si terrebbe volentieri impegnata con gli amici, i quali purtroppo non sono ancora tornati. La ragazza trova una minima consolazione nella natura, il bosco, il fiume, il sole. Vorrei sinceramente avere la stessa visione del mondo che ha lei per apprezzare tutte queste cose con il rispetto che meritano.
Se nella storia precedente ritroviamo Mary e Sebastian, qui Anna cita la sua di famiglia. Ci sono Marilla e Matthew. Con la donna, più che con gli altri, ci sono sempre stati piccoli contrasti, proprio come potrebbe accadere tra una madre e una figlia; c’è da dire che hanno entrambe un carattere molto forte. Però è molto bello che nell’espressione intima dei propri pensieri Anna riconosca a Marilla il merito di averle dispensato delle premurose cure.
L’unico dispiacere è che questa storia è molto breve e non c’è molto spazio per sviluppare appunto i personaggi di Marilla e Matthew che con il loro occuparsi delle faccende di casa o della fattoria restano appena citati. È giusto anche così, me ne rendo conto, perché comunque il focus di questo racconto non sono loro bensì Anna. Intendo lei e la situazione che la vede divisa tra il collage e i propri affetti.
Per quanto riguarda le amicizie, Cole e Diana cosa fanno di bello in Francia? Chissà quanto è difficile inviare e ricevere lettere oltreoceano per avere loro notizie…
Invece, argomento Gilbert Blythe. Anna ha avuto molti mesi a disposizione per analizzare il proprio comportamento e anche quello tenuto dal fidanzato da quando si sono conosciuti. In queste ultime frasi mette nero su bianco i propri ragionamenti. La gentilezza che le riservava Gilbert in realtà nascondeva un infinito amore. Entrambi hanno avuto bisogno di anni per accettare di provare questo sentimento e altro tempo per riconoscerlo negli occhi dell’altro. Sono giovani, non è andata loro troppo male, non hanno sprecato molto tempo dopotutto.
Sul finale la Shirley fa uscire nuovamente fuori la sua vena più melodrammatica e romantica al tempo stesso, e poi compare Gilbert! Che bella sorpresa. Si palesa pronunciando le stesse identiche parole con le quali aveva annunciato la sua presenza ad Anna anche nella storia precedente, non so se è voluto, ma io ho gradito: in un modo o in un altro si sono veramente ritrovati nella loro valle delle farfalle.
Io te lo dico: tre storie su questa serie tv sono troppo poche! Ti invito a comporne di nuove.
A presto, buona serata
K. |