Ciao, in realtà avevo anche un'altra tua storia da leggere e recensire, ma sono piuttosto imprecisa nel fare queste cose e allora arrivo prima qui. Conosco il contest in questione, l'avevo notato sul forum, ma non faceva al caso mio perché non mi piace scrivere di missing moment. Mi piace però leggerne e speravo, come spero sempre, che qualcuno gravitasse attorno a questo fandom e producesse qualcosa di nuovo e di bello. Per il contest ti faccio un in bocca al lupo, per quel che riguarda la storia mi è piaciuta parecchio e ora ti do un paio di impressioni veloci.
Anzitutto la scelta è particolare, Il banchiere cieco è uno di quegli episodi che solitamente vengono messi un po' da parte dal fandom. Sono poche le fanfiction che lo sfiorano, di solito gli autori si concentrano su altre puntate (come Reichenbach, A study in Pink, il matrimonio di John e Mary...). Tu hai fatto invece questa scelta e la trovo molto originale e poi hai scelto di approfondire un momento che secondo me è molto importante nell'episodio. Essendo una serie che parla di un detective, e non una detective-story (come hanno ribadito più volte i nostri Moffat e Gatiss), il momento diventa importante perché riguarda Sherlock e il suo passato, ma non solo. Riguarda le sue amicizie, il modo in cui da ragazzo veniva percepito dagli altri colleghi d'università o compagni di classe che fossero. E la discussione porta inevitabilmente al presente, ora che amici che non ha, eccetto uno ovvero John, che poi è il solo di cui gli importi. Il suo rivedere Sebastian ha riportato a galla forse anche alcune vecchie ferite che però si guarda bene dal confessare. Che sia infastidito da certe uscite di Sebastian, oltre che dalla precisazione di John per quel "collega", è più che evidente e tu a mio avviso lo hai sottolineato molto bene, approfondendo quel momento e portandoci a vedere oltre. So che il tema del contest era lo scrivere di momenti che fossero il più possibile plausibili se si pensa a trama, contesto e personaggi e tu secondo me lo hai fatto benissimo. Ritengo sia molto credibile che John si ritrovi a chiedere di più riguardo Sebastian ed è comprensibile anche la reticenza di Sherlock nel dire tutto, così come anche una certa rabbia che prova, e che è quasi palpabile ma che resta comunque sotto la superficie. Ti sei anche guardata bene dall'inserire accenni Johnlock o su qualsiasi altra questione non trattata esplicitamente nella serie e in questo sei stata ancora più brava.
Da un punto di vista tecnico è tutto ineccepibile, il lessico è ricercato e lo stile articolato, ma non difficoltoso da seguire. Mi è piaciuto e calcola che io ho difficoltà con la prima persona al presente, mi è capitato piuttosto spesso di chiudere la pagina e non finire di leggere le fan fiction (ma anche libri, eh) perché scritte in questo modo.
Un punto in più anche per il titolo, Disgelo, sottintende molte più cose di quante non sembri a un primo veloce impatto. Il disgelo è quello di Sherlock, il loro. Quello di una persona che non ha mai aperto la propria mente e i proprio cuore a nessuno, ma che inizia a farlo qui con John e dopo aver rivangato un passato non esattamente felice. John che è il solo amico che ha e l'unico per cui valga la pena scongelarsi. Una buona metafora per una buona storia.
Passerò presto anche dall'altra storia, alla prossima.
Koa |