Recensioni per
Time Dancers
di Ellie_x3

Questa storia ha ottenuto 12 recensioni.
Positive : 12
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
15/11/19, ore 18:12

Cara Ellie, ^^

Dio, quanto li sto shippando. Vale la pena tornare indietro nel tempo, se c’è un Okita Souji pronto a sfoderare la sua katana per difenderti e minacciare un demone, mica petecchie, di non toccarti mai più. Il capitolo è breve ma intenso e ha soprattutto il merito di mostrare qualcosa che era rimasta tra le righe negli scorsi capitoli, ovvero il legame tra Okita e Miki. Lei che si approccia a una vita nuova e totalmente diversa da quella leggera e cool che ha abbandonato pensa comunque a lui e alle sue assenze, accettandole con la stessa serenità con cui si riscontra che il gatto di casa è in giro chissà dove. Invece, Okita si è esposto per lei in un modo che gli rende onore, soprattutto per l’estremo coraggio con cui è andato a casa di Kazama. La tensione è alle stelle, perché diciamocelo, nessuno dei presenti, Souji compreso, è disposto a giocare a carte coperte. Souji stesso sa che morirà e che la tubercolosi se lo sta mangiando giorno dopo giorno, e sebbene dubito che si possa mai venire a patti con una cosa del genere, l’idea di accelerare la sua fine in battaglia è quasi qualcosa di auspicabile, di connaturato con la sua natura di ronin purché ne valga la pena (alla Braveheart, insomma). In fondo, sempre meglio che morire nel proprio letto, in solitudine. Hai sempre associato la figura di Okita a quella di un gatto (gli occhi verdi, il sorriso, l’ambiguità di certi atteggiamenti, i passaggi repentini dal gioco all’attacco) e anche qui la tempesta rappresentata da Okita non cessa di stupire. Affronta Kazama da pari, conviene sulla sua brutta performance in occasione di Ikeda-ya, pretende qualcosa in cambio dal demone: una vendetta nell’accezione più romantica del termine. Quindi sì, direi che il capitolo mi è piaciuto, e molto anche.

Un altro elemento particolare è il modo in cui Shiga non sia sorpreso dall’arrivo del ronin. Il suo compito è fermare Murasaki; l’uccisione di Miki è una scomoda eventualità, una necessità che però non è colorita di sentimenti quali l’odio, la vendetta o qualcosa di personale. Shiga deve completare una pratica, poi se per paradosso potesse eliminare Murasaki in altro modo della ragazza non gli interesserebbe poi molto (e quel "fatti tuoi" finale **??). Questa distanza del demone dagli umani è una caratteristica che mi piace molto. L’ultimo aspetto su cui mi vorrei soffermare è Chizuru. L’oni, assieme al defunto Kaoru, fa da collante, spia e traccia durante tutta l’opera: è presente anche quando non c’è, aleggiando come Murasaki in ogni riga. Miki… beh, su di lei mi sono soffermata poco: Souji ha decisamente catturato tutta la mia attenzione e il capitolo, ma la sua volontà di andare a bere un drink dopo che le hanno sparato nel petto mi sembra giustificabile e condivisibile, anzi: ti ringrazio per aver reso qualcosa come un’esperienza di morte o vicina a essa come qualcosa di problematico e introspettivamente rilevante, laddove troppe volte si incontrano personaggi che passano dall’essere studenti a killer in un battito di ciglia, senza che questo provochi loro i legittimi dubbi (vale anche per la disperazione di Miki occorsa nella scorsa storia, quando si è disperata per aver ucciso un uomo, nonostante si trattasse di legittima difesa). Come al solito, quando ti leggo deliro. <3

Me li stai facendo shippare come non mai <3
Shilyss :*

Recensore Master
08/11/19, ore 19:06
Cap. 5:

Cara Ellie!

Dovrei scrivere, questa settimana è andata un po’ meglio, ma prima di ricaricarmi le batterie volevo proprio leggere qualcosa di bello – e infatti eccomi qui - capita anche a te che prima di scrivere raggiungi il giusto stato leggendo!? Ora, il dramma è che tu non aggiorni da agosto. Certo, so dove tornare la settimana prossima, ma sappi che attendo impaziente, ecco ^^. Dunque, il capitolo è un colpo nel petto. L’ho riletto due volte, perché porca miseria sono rimasta sconvolta, ma proprio sconvolta. La prima cosa che lodo è il momento di estraniamento che c’è tra il capitolo quattro e il cinque. L’istante dello sparo non viene narrato. Sono due righe in cui a prevalere non è il gesto dello sparare, appunto, ma la sorpresa del dopo. Grazie al potere dello yorei, Miki non può morire, ma è tecnicamente morta – ha subito una ferita mortale. L’assenza del gesto dello sparare coinvolge il lettore sorprendendolo e smarrendolo. Chi subisce un incidente anche di piccola portata spesso non ricorda il momento preciso in cui, che so, cade dalla bicicletta, scivola per le scale. Sono frazioni di secondo che lasciano l’adrenalina addosso – e questo è quello che succede a Miki, sebbene la cosa sia molto più grave.

A dare idea di quanto Murasaki possegga Miki non è solamente il tenerla come una marionetta in vita, negandole una liberazione, ma anche il fatto che l’intera situazione ha spaventato Rafael. Liberare Miki e Murasaki potrebbe essere impossibile, i tentativi dolorosi come un’impossibile morte violenta e qui tremo al pensiero delle implicazioni che la vicenda potrebbe assumere a questo punto. Lo stesso dicasi per Rafael; a me il cacciatore sta simpaticissimo, lo dico francamente. Adoro il suo essere molto pop e fuori dal tempo e vederlo fumare con le dita tremanti mi ha inquietata un po’, ecco.

Il rientro e la shinsegumi che cura Miki, così come la presenza di Sayuri, chiariscono cosa è successo e si prende cura di lei sono parimenti ben resi. Una cosa che mi è piaciuto moltissimo leggere è come Miki si senta viva, ma è evidente come le visioni di Murasaki, il suo sentire e la necessità di trattenerla e usarla decidendo della sua vita, non vita o morte pesino sulla ragazza sconvolgendola. È una situazione così allucinante e che hai reso così bene! Nella scrittura cerchiamo sempre di essere verosimili, ma certe volte ci troviamo a narrare esperienze fantastiche che rendono difficile l’immedesimazione. Credo però che tu sia riuscita a rendere molto bene il sentirsi in trappola di Miki, privata persino della possibilità di morire e la sua riflessione sul dolore cocente dello sparo. Il fatto che abbracci Souji mi ha fatta veramente gongolare, perché sì, come sai li shippo a bestia, ma c’è anche un altro legame che è interessante analizzare. Quello con Hijikata. Miki va spesso da lui a trovare conforto, a litigare, a confrontarsi; di fronte alla terribile situazione di Miki, però, stavolta Hijikata promette il suo aiuto, e questo a discapito di ciò che si diceva dello scorso capitolo, ovvero che la natura mezzosangue di Miki avrebbe potuto rappresentare un pericolo per lei, qualora venissero emanati ordini restrittivi o simili. Resto sempre incantata dalla tua bravura e ormai Miki, Souji, Shinpaici e gli altri fanno parte delle mie settimane… quindi attendo fiduciosa il proseguo e ti mando un caro abbraccio! Buon weekend, mia cara :*
Shilyss

Recensore Master
01/11/19, ore 14:27

Ciao Ellie! ^^

Il mio amore per Souji continua a sovrastare imperituro ogni cosa. Sa di dover morire e vuole la verità – e la conosce, del resto – come sa che nelle prossime battaglie Hijikata potrebbe non chiamarlo e lui potrebbe non essere in grado nemmeno d’alzarsi, ma il fatto di essere consapevole del come e del quando per via delle parole avventate di Miki continuano a rendere il personaggio ancora più tragico e fiero. Come si può non amarlo, dico io? Il rapporto tra Hijikata e Souji viene approfondito anche da dei flashback che posti a questo punto della trama drammatizzano ulteriormente la vicenda perché spiegano meglio un rapporto di stima e collaborazione che affonda nel tempo e che la malattia sta minando perché Hijikata giustamente sa che non potrà contare ancora a lungo su Souji e le sue pessime condizioni di salute, fatte di miglioramenti brevi e circoscritti, non significano che si possa avere speranza. La questione Chizuru – così come quella di Rafael – non vengono ignorate e ciò permette alla trama di continuare a scorrere lungo i suoi binari, per rimanere in tema di ferrovie. Se però non è ancora il momento di affrontare di nuovo gli Oni, la mia parte preferita del capitolo è il sogno nei bagni, dove Miki e Murasaki si incontrano. Murasaki è descritta magnificamente: ho apprezzato tantissimo il suo accentuare alcuni dettagli – come le ciglia troppe lunghe e nere – che sottolineino come l’aspetto umano non corrisponda alla sua natura di fantasma.

Minaccia Miki, è vero, ma la sua esistenza è connessa con quella della nostra protagonista: collaborare con Murasaki è necessario e pericoloso al tempo stesso perché spesso ha preso il sopravvento su Miki e sappiamo come i suoi sentimenti e le sue aspirazioni possano influire sul comportamento della ragazza. Miki, dal canto suo, continua ad avere la mia ammirazione. È un personaggio che è un piacere da leggere perché è fedele a se stesso e non scontato. Il suo sguardo contemporaneo avvicina a noi questioni antiche e appartenenti a una cultura totalmente diversa dalla nostra; in questo capitolo Miki è più decisa – sia con Murasaki che con Hijikata – a voler evitare gli errori del passato centellinando le informazioni e rendendosi utile anche sparando. Lei ha scelto e sta crescendo e il suo atteggiamento mi appare un po’ come “meno chiacchiere e più fatti”. A questo proposito, sono bellissimi i silenzi con Souji e i loro discorsi centellinati e dosati. Certo, interrompere il capitolo così, con Rafael che torna, è un po’ da Autrice crudelissima, eh. Tra l’altro, la battuta finale fa sorridere – davvero Miki può spiegare? Con Rafael aveva un accordo e lo ha disatteso.

Attendo con ansia di poter leggere il prossimo capitolo, tremo al pensiero che presto sarò in pari e non vedo l’ora di avere altre discussioni tra Miki e Murasaki sulla madre della prima. Credo che ci sia ancora molto, molto altro da dire. Come sempre anche questo capitolo, oltre a essere ricco di contenuti è veramente ben scritto. Penso di averti detto la metà delle cose che dovevo dirti; mi riprometto di prendere appunti per la recensione, ma il piacere di leggere senza interruzione mi fa disattendere questo proposito ♥… un abbraccio e a presto, mia cara!
Shilyss

P.S.
Sentiti in colpa: sono da giorni (di nuovo) sotto l'effetto Les Mis.

Recensore Master
26/10/19, ore 15:56

Cara Ellie! ^^

Ancora mi devo riprendere dai bagordi di ieri sera, ma eccomi a recensire anche questo capitolo (oh, vedi di aggiornarla!) che mi sta ispirando una serie di riflessioni praticamente INFINITE... L’insofferenza del Giappone per gli stranieri è qualcosa che si tende a ignorare, qui in Occidente. La tua storia, splendidamente collocata poco prima dell’apertura inevitabile al resto del mondo, ricorda cosa significhi essere gaj-jin, termine che mi ricorda un romanzo omonimo letto veramente troppi anni fa circa questo argomento. È un capitolo che si distingue per talune verità amare e scomodissime e spero do non delirare troppo in questa recensione e di non dimenticare nulla. La discussione tra Miki, Shinpaichi e Souji è dolorosamente vera in ogni suo aspetto. La schiettezza dei due ronin si accosta a quella di Miki: se lei nutre la pretesa e l’interesse di interfacciarsi con un Souji leggermente mitigato dalla malattia che lo condurrà alla morte e di cui è consapevole, la nostra deve capire e sapere che i ronin sono cavalieri d’onore che non esiterebbero a uccidere Miki qualora venisse loro imposto e a nulla servono i pochi quarti di sangue giapponese che la ragazza possiede.

In Miki, ovviamente, spunta un profondissimo senso di rivalsa sia per l’Occidente che le appartiene e che fa grandi cose alla faccia del Giappone chiuso in se stesso, sia verso una situazione pesante oggettivamente. Lei ha sacrificato la propria esistenza a favore di un gruppo di uomini che moriranno – così ha deciso la Storia – per amore di un uomo corroso dalla tubercolosi – Okita, forse sotto l’influsso di uno yorei che non ha nulla da perdere, ma nessuno le sta stendendo il tappeto rosso o sembra disposto a mantenerla. Sai quanto ami questi dettagli tecnici di realismo, quindi ho adorato vedere come Miki decida di tenersi in forma e di integrarsi chiedendo di poter anche solo acconciare i capelli o trovando dei deliziosi stivaletti da indossare. Da un lato è un aspetto pratico della nostra adolescente americana che mi piace molto, questo: ora che la sua permanenza è fissa deve trovare un proprio posto nel mondo. Dall’altro lato credo che Miki abbia bisogno di connettere la sua immagine mentale con quella reale. È spaventata a morte, si è resa conto di essere finita in un mondo maschilista dove gli spazi d’azione per una donna sono spaventosamente ridotti, si sente estranea e straniera più che mai presso quelli che chiamava amici: così ridotta tirarsi su curando l’aspetto fisico è un modo per risalire dall’abisso di prostrazione in cui versa nonostante certe recite studiate dalla ragazza. E non si dica – è scientificamente provato – che il rossetto non ha un buon potere terapeutico sul nostro umore, specie se rosso.

Per comprendere meglio il tentativo della ragazza di ritagliarsi un posto nel mondo trovo siano molto efficaci i dialoghi con Hijikata e con Sayuri. La maiko è un mix di dolcezza e parole studiate e mi è sembrato che punti molto su un modo per far tornare indietro Miki, sebbene ne apprezzi il coraggio e ammiri la scelta di restare, non foss’altro che per via del legame con Okita. La maiko tuttavia evidentemente si trattiene, pesando le parole e puntando l’attenzione con Murasaki: difficile dire quanto lo yorei abbia influenzato la decisione di lasciare una vita tanto diversa – difficile dire quando si manifesterà nuovamente. Il dialogo con Hijikata è sulla falsariga di quelli della precedente long. Conflittuale, ma anche profondamente schietto laddove lei gli rinfaccia il fatto di essere stata utile a Ikeda-ya e di trovarsi, ora, in mezzo a un gruppo di amici che non sono più tali. Sullo stile impeccabile penso di non avere nulla da aggiungere, mentre sul coinvolgimento che questa storia esercita su di me… beh, è enorme. I vari passaggi introspettivi e lo sguardo critico che rivolgi al periodo storico presentandolo per quello che è e valutandolo in un’ottica adulta e densa di riferimenti anche all’immediato presente rendono questo sequel fresco per le tematiche trattate e, allo stesso tempo, perfettamente bilanciato con la precedente long.
Un caro saluto e tantissimi complimenti,
Shilyss :*

Recensore Master
18/10/19, ore 19:57

Carissima Ellie!
... Per innamorarsi di Souji è una perfetta notte, mia cara Miki! XD
Dato che domani è una giornata campale, mi ritaglio un buco di tempo per riprendere le fila di questa seconda long. Ho amato la prima long, l’ho amata tantissimo, e ho riletto il primo capitolo di questa che tanto mi aveva colpita e da cui avevo iniziato e ora, finalmente, eccomi qui, con Miki che ha fatto la sua scelta folle e con Shiga in una posizione terribilmente scomoda – a questo punto dovrebbe ucciderla. Che farà adesso?
Il capitolo mi è piaciuto da impazzire. Mi ci sono persa dentro perché i viaggi nel tempo creano una serie infinita di problemi, di scollamenti tra le linee temporali, dando vita a delle voragini profonde e terribili: tornando, Miki ha dovuto dare spiegazioni pesanti e irrazionali ai più, ma ha anche chiarito le sue origini e le connessioni con un passato tremendo e inesorabile. Questa svolta necessaria riequilibra e bilancia nuovamente gli assetti della Shinsegumi perché Miki, potendo finalmente giocare a carte scoperte, può forse gestire questa specie di doppelganger che la possiede e la abita per via della scelta di sua madre che ha deciso di non renderla Murasaki. Non deve nascondersi, può gestire le informazioni anche grazie allo yorei, ma il peso di questa libertà e di una scelta difficile è enorme. Abbandonare la famiglia senza una motivazione valida – creare dolore – tanto che il discorso finale di Kondou che prova empatia con il signor Mayfair mi ha strappato più di un sospiro. È un discorso schietto, semplice, diretto, che scava nel cuore di Miki e di chi ascolta, perché Miki aveva una scelta – attendere che il destino si compisse, tornare a casa, dimenticare tutto – e invece ha scelto di tornare per veder morire un gruppo di uomini cui si è legata suo malgrado.

Okita nel suo dignitoso dolore è magnifico e ho amato la battuta sul procione – in generale ho amato come qui vi siano numerosi riferimenti ai primi 2/3 capitoli di Novel, come il ricordo delle zie di Miki. Li ho shippati tantisismo, qui, Miki e Souji perché lei è tornata per lui e lui l’ha quasi perdonata per quella tremenda rivelazione che, come ti ho detto tante volte, annulla il senso della lotta e della morte del ronin. Il rapporto con Hijikata è sempre complesso e affascinante. Lui è troppo nobile per perdonarle le menzogne passate e certo non è entusiasta di vederla – in fondo le aveva detto che avrebbe dovuto andarsene e non tornare – ma. Ed è grazie a questo “ma” che Miki è tornata nella Shinsegumi. Ci sono tante questioni aperte, ancora, nella storia. Miki cambierà il destino? Chizuru che fine farà? E Kaouru, ma quanto è stato inquietante in questo capitolo con Shiga? La storia è ovviamente scritta benissimo e Miki è un personaggio perfettamente gestito. Ha preso una decisione e mi sembra che stia mutando anche il suo rapporto con Murasaki; ho come la sensazione che sia meno conflittuale. È una convivenza forzata, che non può essere spezzata: che sia uno di quei casi in cui, se non si può uscire dal tunnel, conviene arredarlo? Non vedo l’ora di proseguire, anche se ogni colpo di tosse di Souji mi spezza il cuore.

Ti auguro un sereno, rilassante e piacevole weekend, mia cara!
Un abbraccio,
Shilyss

Recensore Junior
18/08/19, ore 22:33
Cap. 5:

'Sera! Mi dispiace tantissimo di non avere recensito il capitolo precedente, e anche questa recensione sarà breve assai (purtroppo in questi mesi efp non è fra le mie priorità). Parliamo del capitolo precedente. La verosimiglianza è eccezionale; se non fosse per gli oni, tizie che viaggiano nel tempo e guerrieri giapponesi purosangue dagli occhi verdi/blu/dorati penserei di essere nella sezione storica di efp. Ovviamente mi riferisco alla reazione di Okita alla notizia di un possibile smantellamento dell'accampamento occidentale. Non erano solo i Sonnō jōi a voler espellere i barbari, ma anche gli stessi membri della Shinsengumi (ovviamente con la legittimazione dello shogunato). Nel quarto capitolo vi è un faccia a faccia tra Miki e Murasaki. Sì, neanche io la facevo una da team building...e infatti, da brava psicopatica, passa da una affettata gentilezza a minacce per nulla velate in un nanosecondo.Il quinto capitolo mi ha sorpreso, ero convinta che Rafael non avrebbe mai provato a uccidere Miki, forse lo stavo umanizzando un po' troppo. Ah già, era necessario che Miki sia in bilico tra la vita e la morte perché Harada si dimostrasse gentile nei suoi confronti (ok, non è un punto cruciale della vicenda, ma mi ha fatto sorridere). Anche Hijikata si sta dimostrando meno scorbutico verso Miki, nella scena finale mi è sembrato insolitamente gentile, per non dire tenero.
Un ultima curiosità: in poche parole, la casa dei bagni è una sorta di anticamera del regno dei morti? Una sorta di limbo?

Recensore Junior
17/05/19, ore 21:07

Eccomi qua, finalmente!
Non mi sono scordata di questa storia, ma questo periodo, tra gli esami e il lavoro, è veramente allucinante.
Ma veniamo al dunque: "non fare piangere Gianni". Adoro. Sarà il mio nuovo motto. E poi qui Miki mi ha ricordato Blair di Gossip Girl e devo ammettere che la mia simpatia verso di lei è salita.
"Pensavo che il pregio di avere tredici Sugar Daddies fossero le cose gratis"...mi fai morire! Mi immagino il wtf dipinto sulla faccia di Sano.
Diciamo che tutta questa ironia fa da contorno ad un quadretto non proprio idilliaco: nonostante non fossero tutti degli estremisti xenofobi, i giapponesi non covavano una irresistibile simpatia per chi proveniva da oltre i confini dell'arcipelago. Per Miki la situazione si fa ancora più instabile di quanto già non lo fosse. Per non parlare del fatto che a quel tempo la donna era vista come un robot che cucina, pulisce e sforna figli, il tutto possibilmente restando muta e ubbidiente. Non è strano che alcuni di quei cavernicoli di casa Yagi vogliano trovarle marito.
Dalla sua parte ha il fatto - come la ragazza stessa ha ribattuto a Hijikata - di essere importante, almeno in teoria, dal punto di vista strategico, essendo a conoscenza della piega che prenderanno gli eventi.
Credo di aver detto tutto :)
Kiss kiss,
Mikan.

Recensore Junior
25/03/19, ore 18:23

Ciao!
Non mi dilungherò sul tuo modo di scrivere - sempre impeccabile - ma passerò direttamente ai fatti.
Finalmente ha fatto la sua entrata in scena Rafael, il quale è stato fin troppo gentile con Kauru (un essere che non posso fare a meno di detestare). E ovviamente mi è piaciuta tantissimo la citazione che gli hai messo in bocca come ultima battuta.
Alquanto tiepida l'accoglienza che Miki ha ricevuto. In effetti, il periodo non è dei più rosei. L'atmosfera è molto pesante e carica di tensione, e Miki sa, sa quale quale sorte attende ciascun membro della Shinsengumi e questo non fa altro che aumentare l'angoscia. Ah, il mio Souji...vederlo in quelle condizioni mi causa quasi un dolore fisico - lo so,esagero:) .
Mi ha veramente stupita il fatto che Miki abbia rivelato la sua vera identità, e direi che i capitani avrebbero potuto avere una reazione ben peggiore (soprattutto Sano, dal momento che non è esattamente la persona più pacifica del pianeta).
E Kondou...Kondou ce lo vedo proprio come il tipico papà che impazzisce per sua figlia. Mi ha fatto troppa tenerezza.
Infine, adoro il fatto che a mitigare momenti carichi di tensione ci siano frasi che mi fanno veramente sorridere, per esempio quella in cui si nomina la patente falsa. Davvero, non posso amare Miki, ma non posso nemmeno odiarla. Ecco, la amo-odio.
Grazie ancora per questo capitolo e buona serata.

Recensore Master
04/03/19, ore 15:28

Ciao cara, eccomi qui per lo scambio. Allora... non ho letto il prequel, ma io so di essere strana dato che faccio le cose al contrario, ma spero di recuperare presto il prequel. Unica cosa che ho capito è che Miki è un tuo OC e che è di un'epoca storica diversa. Il che la cosa mi intriga parecchio.
Ho notato i riferimenti all'anime, ma non ho avuto problema per i riferimenti di tipo storico.
Spero di riuscire in tempi brevi a recuperare l'altra storia, in modo tale da continuare con questa. A presto.

Recensore Master
22/02/19, ore 16:59

Carissima Ellie!
Sì, lo so, dovrei iniziare dall’inizio – che gioco di parole – perché questo è un sequel, ma ero curiosa, sono una che si spoilera le serie TV che le interessano, figurati. La prima cosa che lodo è la mutevolezza dello stile rispetto alla tua altra long ambientata nel Settecento francese. Questa duttilità – cioè la capacità di adattare lo stile alle varie storie che racconti – è un pregio che non è da tutti possedere, fidati. Quindi ecco il primo brava.
Poi, questo è un otherverse, anzi, questa è una saga, e tu probabilmente avresti preferito che avessi iniziato immediatamente da lì, dal principio, ma volevo farti vedere che effetto fa leggere una cosa del genere e mi ha particolarmente incuriosita l’intro. E sono una tipa curiosa, sì. Mi ha intrigato moltissimo che Miki non sapesse dov’è e vivesse come se ci fosse stato uno scollamento tra una dimensione mitologica e altra, passata, retta da altre leggi e regole e il mondo di qua, fatto di gare sportive e una tranquilla vita da studente. Mi complimento anche per le belle descrizioni accurate, ma non pesanti, per le scelte descrittive calzanti (Shad e la sua tuta in acetato).
Una volta lasciata Miki, ci immergiamo in un mondo altro. Di nuovo, lo stile mantiene un’aderenza al narrato (battaglie, spade con un nome, guerrieri disposti a tutto pur di portare a termine la propria missione). Le scene in cui Souji entra nella locanda e incontra il demone, la sua paura che si mescola alla necessità di comportarsi in maniera degna e di sopravvivere, l’aderenza al codice che, in battaglia, è una traccia non sempre facile da seguire sono gli altri fili conduttori del capitolo che mi hanno letteralmente tenuta incollata allo schermo. Souji che combatte e perde, che viene ferito. Miki che fa del tutto per salvarlo. Pur non avendo letto il prequel di questa storia (e arrivata a fine capitolo t’assicuro che questo è un profondo mea culpa), sono rimasta piacevolmente sorpresa da un capitolo che si è rivelato appassionante e squisitamente ben scritto. Bello come l’intervento di Miki nella locanda sospenda la vicenda di Souji che viene spiegata alla fine, coinvolgenti le descrizioni eleganti del combattimento e l’introspezione piazzata ad arte. Ti muovi bene tra più generi e questo è sicuramente un grande, enorme pregio per cui ti faccio i miei più sentiti complimenti. Recupererò sicuramente il prequel, se vorrai, perché a questo punto voglio vedere cos’hai da dire su questo fandom e che mondi ti sei inventata. C’è l’epica, ci sono viaggi temporali, ci sono introspezioni ben fatte e un linguaggio corretto. Le carte per piacermi questa storia le ha proprio tutte! Complimenti vivissimi e perdonami per il ritardo! :*
Un caro saluto,
Shilyss

Recensore Junior
21/02/19, ore 21:19

Sto qualche giorno senza entrare nella sezione di Hakuouki e che cosa trovo? Il così tanto bramato, anelato sequel!
Si parte subito in quarta con la vicenda di Ikeda-ya...vedere il mio adorato Souji, la "spada della Shinsengumi", ridotto a quelle condizioni per me rappresenta sempre una stilettata al cuore.
La narrazione è fantastica, così dettagliata ed evocativa. Come sempre rimango ammaliata da come riesci subito a far immedesimare il lettore nella vicenda: mi è sembrato quasi di trovarmi lì, in quella maledetta notte, dentro quel mattatoio di esseri umani che è ormai diventata la locanda.
Sono felice di sapere che nel prossimo capitolo farà il suo ingresso Rafael (un bel pezzo di figliolo anche lui. I miei complimenti a Kei per averlo creato).
Nel leggere l'ultima scena, mi è venuto il cuore in gola: per fortuna una voce misteriosa è riuscita a fermare Kazama.
Sono anche curiosa di sapere come il procione-chan Miki e Hijikata risolveranno la situazione.
Buon proseguimento di serata

Recensore Veterano
19/02/19, ore 22:46

Non posso. Non posso. Ma non lo capisci che non posso? Non ci posso credere che, dopo dieci anni — dieci anni, vecchia, io non lo so, mi sento preistorica — Time Dancers è arrivato su EFP, com’era inteso fin dal principio. 90k e passa di sequel che a mio parere non hai solo ripreso in mano. Oh no. Lei, signorina, ha reso questa storia la miglior versione di sé. E considerato l’ottimo lavoro che è la riscrittura di Novel, direi che sei partita da uno standard già molto alto, nonostante tu ti ostini a definirlo trash (l’unica cosa trash lì dentro è Kaoru ò-ò che sia chiaro, una buona volta!). Venendo al contenuto del capitolo, che ho riletto con Wings of Freedom di sottofondo esattamente come raccomandavi, faccio una piccola nota sullo stile. È streamlined dritto da Novel. Se mettessi il finale di quest’ultima e l’inizio di Time Dancers uno di fianco all’altro, il passaggio sarebbe fluido e assolutamente naturale. Non ci sono sbalzi bruschi di tono, non si avverte il ghiaccio da “inizio di nuova storia” che talvolta invece si percepisce tra le prime battute. Scorre che è una meraviglia, prenditene il merito perché è tutto tuo. Hai perfetta padronanza dell’intreccio, dell’ambiente e delle voci dei personaggi — a cominciare da Okita, che ha l’onore di aprire le danze con quello stridio di ghiaia sotto i piedi che continua a farmi venire la pelle d’oca dal fastidio, come se il suono bucasse direttamente la pagina. E dove il fattaccio va, naturalmente Miki non può mancare, quasi avesse una bussola interna che punta sempre lui. Murasaki, metti giù il GPS. Spero che non venga mai a sapere dell’esistenza delle cimici. Brrr.
Come ti ho detto per via privata quando mi hai passato la bozza, la sequenza onirica è una delle mie preferite del capitolo. Da un lato ribadisco che l’atmosfera smaccatamente estiva che Miki si trova a sperimentare nel suo “sogno” tra mondi è un bellissimo tributo ad Hakuouki e all’estate tipicamente giapponese che fa da fondale alle scene più salienti dell’anime, cicale, clima torrido e soffocante e strade polverose comprese. La comparsa di Shadow mi distrugge \sempre\, maledetta te. Anche se è semplicemente un’illusione, anche se l’azione lo lascia freezato con un sorriso, quasi finto rispetto a Souji e a Shinpachi. Al tempo della prima betata ricordo di averti detto che, il modo in cui Miki esiti nel passare in rassegna tutto ciò che appartiene al suo tempo — relazioni, cheerleaders, università, l’oceano, la California — denota il suo carattere di base. Eppure il cambiamento che Kyoto le ha impresso è visibile, perché torna dagli Shinsengumi in uno slancio che difficilmente si può assimilare al suo “egoismo” di base. Torna nonostante tutto quello che l’attende, e tutto per inseguire un sogno. Un disastro annunciato, in effetti.
Il pensiero a Rafael in coda alla parentesi del sogno getta quel grano di polvere da sparo che… no, niente, non posso parlare. Finisce che spoilero. Ma è amaro. E pungente. E pericoloso. E per quanti dubbi tu abbia circa la tua gestione di Rafa, io sono sempre, sempre ammirata da come lo riesci a trattare anche quando è fuori scena.
Il mio POV preferito in assoluto del capitolo è però quello di Shinpachi. Che ansia come se non ci fosse un domani. Al di là della quantità di dettagli storici che sei riuscita ad infiltrare tra un botta e risposta con Kondou e l’altro, l’attesa irrequieta prima di entrare a Ikeda-ya è perfettamente palpabile attraverso Pachi, senza però mettere in secondo piano il suo carattere — vedi le riflessioni sul fatto che hey, distinguere gli Shishi dai bambini non dovrebbe essere difficile, ma Okita è Okita, ed essendo il genio della spada che è, Okita è smanioso, insofferente e quasi confuso dall’aspettativa della lotta. Aspettativa cui si aggiungono gli strascichi di \noisappiamobenecosa\. Mi piace pensare che sia proprio questa percezione istintiva di una debolezza strisciante a farlo scagliare contro Kazama in modo più aggressivo del solito.
Tirando in ballo una “Chizuru” che si sta freddando, nientemeno — proprio mentre la ragazza della Leggenda si fa strada nel suo primo, vero scontro di proporzioni storiche, portandosi dietro preoccupazioni del tutto moderne (c’è un medico in arrivo? Ovviamente Tani è scettico. Che domande sono) e … una bomba vera e propria. Quella che scarica a Hijikata, non appena se lo ritrova davanti. Non so se sia rimasto più sconvolto per lei, per Murasaki o per Souji. MA questo ce lo dirà il prossimo capitolo <3

All in all, darling, è meraviglioso. Come sempre. E ovviamente, c’è da fare attenzione alla meraviglia ~ vero Miki?

Bentornata <3

P.s: non credere che non mi sia squagliata per le note d’autore. ç_ç damn you <3