Recensioni per
Fenix
di pattydcm

Questa storia ha ottenuto 20 recensioni.
Positive : 20
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
24/02/19, ore 11:32
Cap. 1:

Ciao, come da tuo suggerimento vengo subito a leggere una delle tue storie di recente pubblicazione. Ho notato da un po' anche la storia incentrata su Lestrade, ma non l'ho ancora letta perché l'avevo lasciata un po' lì ma più passava il tempo e più notavo che si ingigantiva sempre di più e quindi ho preferito aspettare che fosse conclusa. Insomma, ci arriverò. Intanto leggo questa. Che noto, dalle tue note iniziali, essere una riedizione di un'altra storia. Che mi dice qualcosa, ma ho la memoria corta e al momento non ricordo se l'altra l'avevo già letta oppure no. Di sicuro leggerò questa e il motivo principale è perché l'hai scritta tu e ho apprezzato tutte le tue storie (che ho letto) fino adesso. Di conseguenza sono molto attratta, perché sai delineare i caratteri dei personaggi in un modo personale e unico, ottimamente ma questo è ovvio. E poi il secondo motivo, perché sì ce n'è un altro, è che si tratta di un giallo e io amo i gialli. Che lo sia, beh... Almeno è quello che si intuisce leggendo sia il titolo che l'introduzione e che pare riguardi un caso difficile che ci mostra un probabile suicidio (ma personalmente non ne sono del tutto sicura, anche se è chiaro che verrò certamente smentita, come in ogni giallo che si rispetti), ma non soltanto questo. Ciò che è successo a questa ragazza fa riemergere in John dei ricordi dolorosi. Non viene specificato chi sia questa persona che lui ha salvato in extremis, ma intuiamo possa trattarsi di Harry. Insomma è un'ipotesi e questo è chiaro, ma è il solo nome che mi è venuto in mente. Sappiamo più o meno, o meglio lo intuiamo, quella che può essere stata la sua storia. Le deduzioni di Sherlock in A study in pink non lasciano troppo all'immaginazione. Una donna con problemi di alcolismo e che con John è in cattivi rapporti per via, probabilmente, di fatti legati al loro passato... ecco, è quasi scontato che si faccia questa connessione. Sherlock di sicuro ci arriva e sa perfettamente quello che è successo a John, come abbia fatto a capirlo questo non lo so dire, ma è anche vero che Sherlock ha quasi un super potere delle volte e capire come arriva alle sue deduzioni è difficilissimo. Quel che è sicuro è che qui centra il punto in un modo che sorprende John, di certo lo prende in contro piede. Da quel momento in avanti è difficile dare un senso a ciò che si legge, ma non in senso negativo ovviamente. E ora mi spiego meglio.

Al solito, nelle tue fan fiction, ci troviamo di fronte a uno Sherlock stupendamente IC. Le sue risposte sono dirette, taglienti, quasi sarcastiche. Ingannerebbero chiunque lasciando intendere che dietro quella maschera che porta non ci sia altro che una persona fredda e senza sentimenti. Noi lettori sappiamo che non è così e che Sherlock è altro, che è sensibile ed emotivo ma John no, lui non ne ha idea. Perché John Watson è un po' ottuso e fatica a concentrarsi su ciò che c'è oltre l'apparenza, non lo definirei superficiale diciamo che ci mette più tempo per capire. E poi, diciamocelo, Sherlock non è una persona semplice da leggere. Qui per intanto pensa davvero che Sherlock non abbia sentimenti e che la morte di una ragazza lo lasci insensibile e quasi indifferente. Quello che vedo in questa tua storia e che si differenzia in maniera importante dalle altre che hai scritto, è la difficoltà di Sherlock nel farsi capire. Come dicevo, Sherlock indossa una maschera (chiamiamola più comodamente così, anche se il termine non è propriamente corretto) ed è quindi difficile che gli altri capiscano che cosa c'è sotto, quali emozioni prova. E qui sta l'ambiguità del personaggio, perché è una persona anche molto complicata e questo non è mai da dimenticare. Io credo che da una parte Sherlock voglia essere capito e che sia profondamente ferito dalle parole di John, dalla sua rabbia, dalle sue accuse d'essere un mostro insensibile. Credo che la cosa lo tocchi moltissimo e che vorrebbe farsi capire, ma che non ci riesca. E qui c'è l'ennesimo divario perché da una parte Sherlock deve mantenere un distacco mentre lavora, proprio come farebbe un medico, non può lasciarsi coinvolgere dai casi che si ritrova a dover risolvere perché altrimenti verrebbe meno la sua capacità di giudizio e la sua mente analitica verrebbe ottenebrata dai sentimenti, ma al tempo stesso vorrebbe comunque che John capisse senza bisogno di che Sherlock si spieghi. Chiamiamola: empasse. Ragion per cui, ecco che mi sono ritrovata a provare quasi rabbia durante la lettura, John è un idiota ma capisco perché si comporta in questa maniera, oltre a essere coinvolto in un ricordo che ha contorni simili a quello che è successo a quella ragazza, conosce Sherlock da pochissimo. Sei mesi non sono niente per conoscere bene, e a fondo, un uomo come Sherlock Holmes. E da qui arrivano le incomprensioni, il ritenere Sherlock quasi come un mostro e arrivano le reazioni di Sherlock, fredde, distanti... è quasi cattivo nel modo in cui alla fine lo manda via, citando addirittura una delle fidanzate di John. E qui arriva ciò che non capisco, almeno non ancora. La ragione per cui Sherlock dice a John di non lavorare a questo caso mi sfugge nel suo complesso. Sembra che sia legato alla rabbia che prova, al suo essere coinvolto emotivamente non tanto con la morta ma con una ragazza di un'età simile che ha compiuto un gesto suicida. Sembra sia legato a questo, ma mi chiedo se sia realmente così perché con Sherlock Holmes le cose non sono mai banali o scontate e di sicuro non lo sono nemmeno nelle tue storie, questo è chiaro. Ed è ovvio che ha capito molte più cose di quanto non sembra, tutto ciò che fa è limitarsi a tacere invece che sbrodolare deduzioni, ed è questo a essere sospetto. Insomma, c'è di più ecco.

Dunque, primo capitolo interessantissimo. Sul caso ne avrei da dire a tonnellate di cose, ma per il momento mi limito a osservare la cura dei dettagli che hai avuto nel ritrarre un contesto che noi lettori non conosciamo e il fatto che ci si ritrovi immersi in una morte che potrebbe essere meno scontata di quello che sembra a un primissimo impatto. Io amo i gialli, come ti ho già detto, e quindi ci vado a nozze e mi rivedrai prestissimo a leggere anche il secondo capitolo.
Koa

Recensore Master
23/02/19, ore 22:26
Cap. 1:

Mi stavo preparando per lasciare finalmente qualche osservazione alla tua ”Dalle ceneri risorgerai”, quando mi sono imbattuta nelle indicazioni che hai lasciato nelle Note iniziali riguardanti appunto quella long.
Vedo un caloroso invito a leggere “Fenix”, perché i due pezzi sono collegati.
Allora ho eseguito la tua indicazione ed…eccomi qui, a recensire brevemente questa ff, che ho trovato veramente di qualità.
Ho apprezzato molto la tua decisione di suddividerla in capitoli, che permette in modo più agevole di attivare la concentrazione sulle tematiche che si fanno impegnative e più consistenti. Pertanto ritengo positivo rispettare le esigenze narrative di dare spazio il più possibile a tutto ciò che è necessario dire, e questo potrebbe trovare soluzione nel distribuire il contenuto in più parti, in più capitoli, proprio per dar modo a chi legge d’interiorizzare, con più calma, i messaggi del testo.
Un unico pezzo, molto corposo, potrebbe costituire un deterrente per una corretta concentrazione.
Dunque bene così, mi ha fatto davvero piacere ritrovare “Fenix” con una struttura a più ampio respiro.
La storia è splendida, i personaggi hanno una caratterizzazione notevole, IC sicuramente quelli delle Stagioni BBC.
Molto credibili gli altri, Fox, per esempio, la cui figura ho avuto modo di apprezzare in “Hasta…”.
La trama “gialla” è intessuta con equilibrio, la giusta dose di “suspense” e, su di essa, si dipana il luminoso ed avvincente filo della Johnlock.
Gli elementi a riguardo ci sono tutti: il disorientamento di John di fronte a quello che sente sempre più chiaro nel suo cuore ma gli riesce difficile accettare per mille paure, disistima di sé, il suo progressivo ed implacabile innamoramento nei confronti di Sh e la conseguente gelosia che lo tormenta, l’atteggiamento sfuggente di quest’ultimo che maschera ciò che prova dietro ad espressioni d’arrogante superiorità, aspra ironia…
La tematica, però, che ho trovato davvero una proposta impegnativa e coinvolgente è quella del cyberbullismo, più che mai presente nella nostra epoca e più pericolosa di molte altre “sirene” che fanno allontanare i ragazzi dalla strada giusta per loro. Tu l’hai trattata con serietà, ed è evidente la preparazione che sottende alla tua capacità di parlarne senza scadere nell’approssimazione o nel pressapochismo, atteggiamenti che, di fronte a questi veri e propri drammi sociali, non fanno altro che rendere più difficile un intervento serio e mirato della società cosiddetta “adulta”.
S’intravvede, sotto al racconto, un fondo di esperienze realmente vissute, nell’incontro con persone coinvolte in tali penose situazioni.
Brava.