Recensioni per
Into the darkness
di pattydcm

Questa storia ha ottenuto 37 recensioni.
Positive : 37
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
24/04/19, ore 23:18
Cap. 2:

In questo capitolo sentiamo ancora l’atmosfera rassicurante di quello precedente, di quel trovare, di Sh, rifugio al dramma che l’ha colpito, vicino a John, nello stesso letto, in una commovente ricerca di un calore tanto amato che possa proteggerlo dal buio della disperazione.
Particolarmente frizzante il contrasto che hai ideato tra la situazione, oggettivamente tristissima, in cui si trova Sh e ciò che John prova per lui: cieco o non cieco, il suo corpo ed il suo cuore non sentono ragioni perché Sh è Sh anche così e lui lo trova sempre dannatamente attraente.
Anche in questa long hai dato “un volto” alla voce della coscienza di Watson che, qui, è, almeno per ora, quella non troppo amorevole di sua madre, mentre in “Fenix” era quella più gradita ed efficace di Harry, sua sorella.
Sono tecniche queste che io apprezzo molto perché alleggeriscono la tensione di determinati momenti e caratterizzano, in modo più completo, il personaggio, permettendoci di entrare nei suoi pensieri senza essere troppo appesantiti da una pedante introspezione semplicemente raccontata dall’Autore.
Ed è così che il povero “maledetto perverso” ci riesce sempre più simpatico.
Il suo risveglio non è tra i più felici perché, oltre ad essere seriamente preoccupato per il danno subito da Holmes, la sua mente gli rimanda i ricordi di una situazione precedente, riguardante un certo Bryan. Da quello che possiamo capire, quest’ultimo aveva un legame chiaro con lui ed ha subìto un trauma che l’ha reso cieco, ma con Sh è diverso.
Infatti riemerge il suo perenne disorientamento anche per l’eterno “elefante nella stanza”, la cui gigantesca evidenza è, apparentemente, invisibile solo ai loro occhi.
Comunque, nonostante il terribile avvenimento, la mattina ritroviamo Sh con il suo amato violino e questo è già un segnale che indica la sua volontà di riprendersi la sua vita.
Hai descritto il suo osservare, alla luce della ragione, tutto ciò che è legato al suo stato di non vedente. Studia le informazioni che lo raggiungono tramite i sensi che ancora funzionano e così sono suoni, profumi, sensazioni tattili, sapori. Hai efficacemente ritratto il consulting, alle prese con il suo terribile handicap, come un grande bambino curioso in cui un’ eccezionale intelligenza sta elaborando sicuramente altre forme di presa di coscienza della realtà circostante.
Molto suggestiva la descrizione del momento della colazione, in cui la continua scoperta di cose che l’hanno precedentemente interessato in modo sfuggente, come il tè o la marmellata di arance, diventano occasioni di nuova conoscenza.
Davvero lodevole il modo con cui descrivi tutti i suoi gesti, la sua esitazione di fronte alla consueta quotidianità che, per lui, non è più tale ma diventa oggetto di una scoperta continua.

Trovo una piacevole nota ironica nell'annoverare, tra le conseguenze della perdita della vista, in Sh anche il via libera al turpiloquio e immaginare questo mi diverte, pur nella tristezza della situazione.
Oltre alla cascata di parolacce con cui il consulting "infiora" i suoi discorsi, e tu ne dai una professionale motivazione che rende tutto assolutamente non banale e fine a se stesso, ci fai osservare un altro cambiamento che è avvenuto in lui in seguito alla cecità. Ed è quell'atteggiarsi in ascolto, per esempio con Greg, con le braccia conserte, strette al corpo, quasi a voler trarne il più possibile un'energia particolare e, nel tempo stesso, difendersi da ciò che non può più vedere.
Altro comportamento “insolito” in Sh è quello nei confronti della signora Hudson: mentre prima della disgrazia era molto raro per lui l’uso delle buone maniere verso l’insostituibile “vestale” del 221b, ora sembra aver maturato, nei suoi confronti, un rispetto affettuoso quasi filiale.
Efficace questo tuo focalizzare, riguardo al consulting, degli elementi di cambiamento dovuti alla sua, forse non più guaribile, cecità. Il ritratto che ne fai viene così caratterizzato da una confortante credibilità, perché qui usi sicuramente il tuo professionale senso dell’osservazione in grado di cogliere le espressioni e le manifestazioni dei vari stati d’animo e delle personali caratteristiche psicologiche di chi abbiamo davanti.
A proposito di Martha Hudson, indimenticabile quella scena in cui lei “interrompe la corsa” di una lacrima che scende sul volto di Sh e poi lo stringe a sé, commossa un po’ come noi di fronte alla sofferenza che rende Sh bisognoso, accanto a sé, di presenze rassicuranti che possano infondergli sicurezza e rispondere alla sua necessità di sentirsi amato più che mai.
Il capitolo si chiude sulle angosce di John che teme di leggere, nei silenzi di Holmes, un’inquietante tensione verso qualcosa che lui ha già vissuto con Bryan e cioè la maturazione della scelta estrema di rinunciare ad una vita per lui inaccettabile.
Watson conosce bene il suo “coinquilino” e vede, con crescente preoccupazione che, quell’estraniarsi dalla realtà circostante, purtroppo, non è legato ai suoi consueti “viaggi” nel Mind Palace. È uno Sh muto e privo di tensione intellettiva che allarma giustamente chi gli vuole bene.
Bellissima storia.

Recensore Veterano
14/04/19, ore 23:46
Cap. 2:

Ciao! Ritorno dopo un po'. Ho letto tutta la storie e l'ho amata, ora mi è venuta voglia di rileggerla e questa volta vedrò di recensire per bene, anche se non prometto tempo brevi, il tempo è sempre poco. Però questa storia merita tanto, è davvero bella. Credo però che abbia risentito del fatto di essere stata pubblicata due volte e dell'aver pubblicato i capitoli tutti assieme, altrimenti avrebbe molte più recensioni (le meriterebbe). Mi stupisco ancora una volta, come nel precedente capitolo della verosimiglianza delle reazioni, che a me appaiono davvero realistiche, ma vista la tua qualifica è più che giustificato. Ciò non toglie che sei davvero brava nel renderle nella scrittura. Le reazioni di Sherlock e John mi spezzano il cuore, l'unica consolazione è che almeno sono vicini, Sherlock ha il conforto di John. In generale non amo molto che John abbia avuto esperienze omosessuali prima di Sherlock, più che altro perché vedendo il John della serie non si capirebbe la sua cocciutaggine ad ammettere di provare qualcosa per Sherlock, però devo dire che è coerente con il John della tua storia, sei riuscita a ben integrare la cosa e non è un qualcosa che stona. In più questo Bryan non è mai un personaggio 'invadente". Bel capitolo, è una storia che ti prende fin da subito e ti tiene col fiato sospeso. Attenta ai refusi, ogni tanto sfuggono! Al prossimo capitolo!

Recensore Master
27/02/19, ore 15:20
Cap. 2:

Ciao, di nuovo (non temere non farò un'altra maratona come quella di domenica. Questa purtroppo sarà l'ultima che ti lascio per adesso). Per la prima parte di questo commento voglio concentrarmi sul rapporto tra Sherlock e John che prima avevo lasciato da parte. Sono evidentemente "soltanto" amici perché tra loro non c'è altro, ma il modo in cui si aggrappano l'uno all'altro mi lascia intendere che entrambi nascondano un sentimento dentro di loro che, pur non volendo tirar fuori - almeno per adesso, per colpa di questo drammatico incidente (che poi tale non è se si va per sottigliezze) sta venendo fuori ugualmente. Il modo in cui Sherlock si aggrappa a John è perfettamente naturale. Sherlock sappiamo che non farebbe mai niente del genere con nessun altro. Soprattutto non con suo fratello Mycroft, non si fida abbastanza di lui (non ancora almeno) per piangergli addosso in questa maniera e poi il loro rapporto è troppo complicato per queste cose mentre tutte le altre relazioni interpersonali che ha sono molto superficiali. Farebbe eccezione la signora Hudson, ma è quasi una madre e poi la sconvolgerebbe come Sherlock non desidererebbe fare. Di conseguenza la scelta di Sherlock è quasi naturale. Direi scontata ed è per questo che nella scena del bagno dell'altro capitolo, si lascia andare contro John a un pianto ininterrotto. La scena l'ho trovata bellissima, pur essendo molto triste e avendo risvolti quasi tragici, l'ho trovata bella perché si stanno cercando come non hanno mai provato a fare prima. Ora è quasi necessario, direi vitale per poter sopravvivere. Sherlock è crollato e c'è il rischio che lo faccia ancora e il futuro gli fa una paura assurda, ma quando è con John le cose sembrano andare meglio, il futuro sembra meno spaventoso e meno orrendo. Ed è bellissimo perché John lo accoglie accanto a sé come non ha mai fatto con nessuno. Divide il letto per assicurarsi che stia bene e che dorma e forse per dare anche un po' di tranquillità a se stesso. Perché anche John è provato e oltre ad aver visto l'uomo che amava in arresto cardiaco e in un letto d'ospedale ridotto alla cecità, ha già vissuto una cosa simile in passato, il che lo porta inevitabilmente a fare paragoni e a temere che anche a Sherlock succeda la stessa cosa. Anche John ha bisogno d'essere rassicurato quindi è un dormire insieme che serve a entrambi. Il mattino dopo che tu ci descrivi all'inizio di questo capitolo è molto più calmo invece, quasi normale. Vede Sherlock ancora scosso, ma più calmo che suona il violino e lo aspetta per la colazione. Quindi direi che mi piace il modo in cui hai delineato il loro rapporto, come li stai facendo inesorabilmente avvicinare l'uno all'altro.

Per quel che riguarda Sherlock nello specifico. Il primo shock iniziale ho già detto che non è del tutto passato, ma lui si sta lentamente abituando a quanto gli è successo. E lo si inizia già a vedere nella scena della colazione. Sherlock non è una persona comune e questo lo sappiamo ormai bene, si è capito quando ha iniziato a muoversi per la casa perfettamente consapevole di dove poteva andare per trovare la poltrona, il divano, la finestra, eccetera. Quindi lo sviluppo dei suoi sensi e il modo in cui questi si amplificano in assenza della vista, è decisamente repentino. Già infatti gli sembra che il tè e la marmellata di arance abbiano tutto un altro sapore e anche se non è cambiato nulla in effetti, perché come dice John è tutto come al solito. Ma per lui che ora vede con il tatto, l'olfatto e l'udito, sta cominciando a essere tutto quanto diverso. Di nuovo, la precisione con cui sviluppi il personaggio è esemplare, dico davvero.

In ultimissimo, una noticina sul caso che nel secondo capitolo ancora non è entrato nel vivo (o meglio: rientrato). Già però si vede qualcosa. Sappiamo che Sherlock dovrebbe stare a riposo, ma sappiamo anche che non è una persona comune e che non fa un lavoro come un altro. Di conseguenza non sembra essere intenzionato a mettersi da parte e a lasciare che il suo aggressore la spunti. Quindi già si sta mettendo in pista per risolvere definitivamente il caso, nonostante la difficoltà che l'ha colto. Questo mi è piaciuto, l'ho trovato molto da Sherlock Holmes e di conseguenza parecchio "nel personaggio".

Arriverò prestissimo anche ai prossimi capitoli, intanto ti dico che sono felice d'averla letta perché è davvero molto bella.
Koa