VALUTAZIONE SHILYSS: 49,30/50
Grammatica e stile di scrittura: 9,3/10 (grammatica 4,3/5 stile)
Il tuo stile di scrittura è semplicemente bellissimo e piacevole da leggere. Ho divorato la tua storia, letteralmente. L’unico neo è l’uso del segno “-“ anziché – non hanno la stessa funzione. Tutto il resto è qualche trascurabile d eufonica che comunque non ti ho conteggiato e delle ripetizioni, che nulla tolgono a un testo bellissimo. I miei più sentiti complimenti!
o - mi perdoni ancora - m… [trattino breve: ti ho segnato dove lo hai usato e te l’ho penalizzato una volta per tutte ]
ad ogni passo [a ogni passo, “d” eufonica]
problema/problema [ripetizione]
e - sebbene le sue consulenze riguardassero la sezione sperimentale - doveva aver avuto accesso alla lista dei detenuti. [trattino breve]
tutte le tracce dello scompiglio che comporta ricevere una persona in casa. Si stava affrettando a mettere tutto in ordine [tutte/tutto, ripetizione]
Udì presto delle voci concitate chiamare il suo nome con epiteti impronunciabili. Gli uomini - ragazzi, si accorse – [trattino - anziché – per segnalare l’inciso].
Dopo un tempo inquantificabile, Albert, udì un gemito dal piano di sopra: le donne dovevano essersi rese conto di quanto grave fosse il pericolo. [no virgola tra Albert e “udì” perché divide il soggetto dal verbo].
«Hannah», le disse, «Ti ho detto che non permetterò a nessuno di portarti via da me.» [“ti ho detto”]
Quando si fosse trovata fuori - finalmente libera - avrebbe preso il volo? [v. sopra per trattini].
Antenata [sta parlando di una prozia; nel parlato mi stona: non ti decurto punteggio per questo termine, ma trovo che il termine “antenata” non sia adeguato per parlare di un membro della propria famiglia, anche se lontano. Non è scorretto, ma a mio personalissimo parere, pone troppa distanza tra nonna Brigit e Faith, erede della memoria della sua famiglia].
Affascinante/affascinato [ripetizione]
Caratterizzazione dei personaggi: 10/10
Sei riuscita nel raro compito di presentarmi un personaggio che mi fa pena e rabbia insieme. Parlo di Ezra, ovviamente. Si tratta di una personalità disturbata e morbosa che pur agendo per bene (salva Hannah dalla morte) ha delle oscurità. Vittima di abusi da parte del padre, mostra nei confronti della ragazza ebrea una devozione assoluta e totale che, però, tutto è fuorché sana. Di fatto, ne abusa, dato che Hannah è nascosta a casa sua e non è nella possibilità di ribellarsi, anche laddove volesse farlo. Lui è gentile, d’accordo, ma nella sua situazione io o te avremmo potuto dire di no alle sue avances? Il ruolo del Salvatore è piuttosto complicato, perché conferisce fin troppo potere. Lui si illude che lei lo ami e, in un certo senso è spaventosa questa cosa: l’hai giustificata dal punto introspettivo alla perfezione, ma provare empatia con un personaggio del genere è stato difficile. Provo disgusto all’idea del modo morboso con cui ha seguito la ragazza – era già folle, probabilmente – con cui male interpreta il suo terrore e per questo sono contenta che tu abbia sublimato questa non storia d’amore nella morte fisica di Hannah (che è successiva a quella dell’anima) e con il declino totale della mente di Ezra. Non c’era felicità per questi due.
Hannah e il suo vuoto per me hanno senso; non è capace di andare avanti e di superare l’orrore benché abbia fatto di tutto per sopravvivere e ho apprezzato anche il suo essere parte del popolo d’Israele (questa cosa si è sentita molto). Forse avrebbe anche potuto riprendersi, ma lei è il passero che non riesce più a uscire dalla gabbia e io non penso che ciò derivi da una Sindrome di Stoccolma che si va ad aggiungere all’orrore della deportazione, ma per pietà. Hannah capisce che Ezra la sta aiutando perché la ama – di un amore sbagliato e da cui in altre circostanze occorrerebbe provare orrore – ma c’è in lui un’intenzione positiva, ecco. Che in questa circostanza è qualcosa.
German è l’assoluto negativo e questo un po’ mi è dispiaciuto. Ovviamente l’ho detestato fin dalla primissima riga. Ho apprezzato che tu abbia voluto scandagliare la sua infanzia cercando di spiegare la sua attrazione/acrimonia nei confronti di Ezra, però dei tre è forse quello che ti è riuscito “peggio”, ma calcola che sto facendo un paragone mentale ingiusto tra i tuoi personaggi e quelli di Schindler’s List.
Ho apprezzato moltissimo anche il ruolo di Faith e del dottore che portano il lettore contemporaneo all’interno di un racconto familiare straziante, con un finale struggente (Ezra, alla fine, paga e viene consolato per la sua funzione. Ha perso la vera Hannah – che in verità non ha mai avuto davvero – per ottenere un sogno accondiscendente.
Utilizzo del pacchetto: 10/10
L’utilizzo del pacchetto è perfetto perché ogni elemento contribuisce attivamente alla formazione della trama. C’è il cross politico nelle vesti del regime nazista e della crisi di Weimar, c’è il punto di vista della famiglia di Hannah circa le persecuzioni (la storia dell’antisemitismo ha radici molto profonde in Europa, ahinoi, ma non potevi dire tutto tutto rimanendo entro le quindicimila parole) e c’è l’appuntamento mancato che forse, dico forse, avrebbe potuto significare qualcosa. Hannah ha aspettato effettivamente Ezra e forse, vedendola, il dottore può aver pensato che fosse un tributo d’amore anziché bieca necessità (dove andava nel ‘44, in piena guerra, la poveretta senza documenti?), ma sta di fatto che all’appuntamento il dottore è arrivato tardi. L’amore illecito è quello rappresentato dal legame malsano di Ezra nei confronti di Hannah, ma è anche “sbagliato” dal punto di vista di ruoli, visto che lui è un medico del regime tedesco nazista e lei una fuggitiva ebrea.
Livello di introspezione: 10/10
L’introspezione è resa perfettamente. Ezra, Hannah e German vengono analizzati nel dettaglio, il loro rapporto sviscerato in ogni passo. Il punteggio massimo te lo sei stra-guadagnato. Aggiungo inoltre che tali introspezioni non hanno mai il senso di un infinito papiro, ma giungono dove necessario, approfondendo in relazione agli avvenimenti. Non hai dato un’interpretazione politica tranne che per quanto concerne la madre di German, ma in una storia del genere andava assolutamente bene così, perché i personaggi erano così concentrati sulla loro vita privata e sulle esigenze della stessa che aggiungere punti di vista o considerazioni altre sarebbe apparso in questo contesto decisamente ridondante. Quindi, ancora una volta, complimenti.
Gradimento personale: 5/5
Quando apro una storia ambientata in un preciso contesto storico divento particolarmente pignola, specie se si tratta della Seconda Guerra Mondiale. Per fortuna o sfortuna, a seconda delle circostanze, abbiamo delle testimonianze toccanti (Primo Levi su tutti) sulle esperienze dei lager, quindi hai fatto più che bene a discostarti e a proporre una versione altra, non priva comunque di morbosità e ombre. Ho apprezzato moltissimo l’intera storia e ti confesso che poco prima del finale mi sono commossa, nonostante questa non sia una storia d’amore, per nulla, ma solo di dolore. L’occasione mancata è quella che avrebbe potuto rappresentare una salvezza per Hannah, anche se dubito che il legame instaurato con Ezra avrebbe potuto essere qualcosa di consolante per entrambi o sembrare anche solo vagamente paritario. Il gradimento è massimo perché il tuo lavoro è stato splendido, ben gestito, ben scritto e ragionato, ma soprattutto è un lavoro maturo perché questa è una storia difficile da digerire, di quelle che rimangono addosso, ecco.
Titolo e impaginazione: 5/5
Bellissimo il titolo, splendida impaginazione e scelta degli stili grafici, ivi compreso il modo di inserire i titoli (faccio anche io così, quindi adoro!). Ho particolarmente apprezzato anche che tu ti sia sforzata a cercare un titolo che avesse un senso con la parte finale e assolutamente tragica della storia. |