Recensioni per
Ulmer spatz - Il passero di Ulm
di Ryo13

Questa storia ha ottenuto 29 recensioni.
Positive : 29
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
30/10/19, ore 14:04

Carissima, dopo eoni torno a farmi vivo sulla tua pagina. E lo faccio con questa storia che ha catturato la mia attenzione sia perché si svolge nel periodo della seconda guerra mondiale, sia perché, scorrendo questo primo capitolo, ho letto che si parla di una nonna e dei suoi ricordi, delle memorie di una vita, e quando si parla di nonni mi si rizzano subito le orecchie. Questo primo capitolo pone le basi per quello che seguirà: una misteriosa telefonata che proviene dalla lontana Europa, una lezione mancata perché un lontano passato, mai del tutto risolto, torna a bussare alla porta. Due nomi, Hanna e Cecilie, di cui ancora non sappiamo nulla ma che già si intuisce che prenderanno vita nei capitoli seguenti. Tutto promette bene, e invoglia a continuare la lettura. Lo stile è scorrevole e la lettura risulta piacevole e interessante. Al prossimo capitolo!

Nuovo recensore
13/05/19, ore 18:59

Strade che non hai percorso, anni che non hai vissuto, anime a metà tremendamente verosimili, fin dalle prime righe, smettono di esserti estranei.
Un racconto corale di solitudini dolorose segnate dalla violenza: vite interrotte in un presente che sembrano non avere futuro.
Ma non è solo questo.
Un racconto capace di parlare alla testa, alla pancia, ma anche al cuore. Nonostante tutto c'è speranza. C'è amore. Non solo quello sbagliato.
Un racconto e un modo di raccontare che ho molto gradito. Autrice molto capace. Complimenti!

Recensore Master
05/05/19, ore 18:03

2° POSTO E VINCITRICE DEL PREMIO "SLIDING DOORS"
RYO13 - IL PASSERO DI ULM/ ULMER SPATZ
CON UN RISULTATO COMPLESSIVO DI 98,50/100 al contest Coincidenze perdute, appuntamenti mancati, scelte difficili: Sliding Doors Contest indetto da missredlights e Shilyss sul forum di EFP.

VALUTAZIONE MISSREDLIGHTS: 49,20/50
Grammatica e stile di scrittura: 9,2/10

Io non mi ricordo se ho mai letto qualcosa di tuo, in caso me ne scuso davvero tanto. Il tuo stile di scrittura mi è piaciuto tantissimo, catturandomi dalla prima all'ultima parola. Era tutto perfetto, dalle pause alle parole, dosandole con cura per esprimere un discorso quanto delicato come la guerra e ciò che ne comporta. Dal punto di vista stilistico hai fatto uno splendido lavoro, come anche per la punteggiatura. Anche la grammatica andava molto bene. Quelli che ti riporto qui di seguito sono quelli che ho trovato, soprattutto di d eufonica.

Cecilie ed Hannah (Cecilie e Hannah);
ad un bunker segreto (a un bunker segreto);
si irrigidì al suo posto (sul posto)
sguardo impassibile ed arrogante (e arrogante);
riuscito ad isolarlo (a isolarlo);
porta sul resto (porta sul retro);
alla discriminazione ed alla violenza (e alla violenza);
col carro ed il suo prezioso carico segreto (e il suo prezioso).

Caratterizzazione dei personaggi: 10/10

In questo punto vorrei spendere parecchie parole. Hai creato dei personaggi con una loro personalità, con dei loro sentimenti, scelte e gesti. Non solo li hai resi umani, ma li hai ambientati in un contesto storico già difficile di per sé, dove non si potrebbe mai capire fino in fondo la portata del dolore se non lo si è vissuto in prima persona. Il dolore si capisce quando si prova in prima persona, eppure tu con maestria hai reso possibile farmi emozionare davanti questi personaggi, condividendo con loro il dolore e ogni genere di sentimento. Per esempio per German ho provato disgusto e odio, specie per gli abusi. Il personaggio è stato fatto talmente a HOC che mi veniva voglia di picchiarlo ogni volta che compariva, provando esultanza una volta morto per mano di Ezra. Di lui vorrei spendere tante parole, partendo da come hai fatto sì che lo vedessimo bambino e facendolo crescere davanti ai nostri occhi (così come German e Hannah), dagli abusi del padre fino all'amore quasi malato per Hannah, descrivendolo con cura. La fine, il fatto che alla fine lui impazzisca dal dolore e si rifugi in un mondo tutto suo dove c'è anche la sua Hannah fa capire la portata di questo amore e di come la guerra abbia distrutto per sempre la sua psiche. La stessa Hannah stessa viene annientata in più occasioni, partendo dall'attacco al negozio, fino alla morte dei suoi familiari, la morte di sua madre dentro il campo di concentramento e gli abusi subiti. Bellissime e da brividi le parti dove lei non ha più voce per parlare o per piangere o di come si racconti che nel campo sia morta una parte di lei. La persecuzione di un popolo che non aveva colpa alcuna. La stessa Faith che compare all'inizio e alla fine del racconto parla di come la speranza sia davvero l'ultima a morire, che si può rimediare agli errori di un passato catastrofico. Degno di nota è il dottore Keller e la nonna Brigit, perché sono sicura che, senza di loro, questa storia non si sarebbe creata e non sarebbe venuta allo scoperto. Personaggi creati con cura e maestria.

Utilizzo del pacchetto: 10/10

Tutto, tutto perfetto. Il pacchetto è stato utilizzato a regola d'arte, mantenendo e sfruttando tutti i punti, creando una storia di uno spessore storico, culturale e pregno di emozioni. Il genere angst è stato distribuito sapientemente in tutta la storia, ma quella che mi ha mandato in visibilio è stata la frase. Farla dire al padre per far capire il comportamento del genere umano alla fine l'ho trovato un azzardo che è riuscito alla perfezione. Ottimo lavoro!

Livello di introspezione: 10/10

Qui non posso che levarmi il cappello e inchinarmi davanti all'introspezione così dettagliata che hai fatto di questi personaggi. Sei entrata talmente in profondità dentro Hannah, Ezra e German che era come vederli davanti a me, come vedere la loro vita scorrermi davanti ai miei occhi. Non c'è stata una sola volta che abbia pensato “si comporterebbe così?”, mai una volta che abbia visto qualcosa fuori posto, da un gesto o una parola. Hai scavato dentro le loro anime, anime e pensieri distrutti dalla guerra e li hai fatti tuoi, descrivendoli degnamente.

Gradimento personale: 5/5

Mi sono praticamente divorata la tua storia in meno di tre ore e devo dire che è stato maledettamente difficile scorgere gli errori, ma Dio se era bella questa storia. Ci hai messo praticamente tutto e la cura con cui hai scritto questo racconto è frutto di accurate ricerche da te svolte (lo dico perché anche io ho scritto un racconto basato sulla IIWW e so cosa vuol dire documentarsi con cura). Mi hai emozionato in modo pazzesco, ritrovandomi a rimpiangere di aver finito la storia. La fine, poi, a mio parere è quel tocco d'arte che te lo fa apprezzare ancora di più.

Titolo e impaginazione: 5/5

Vorrei farti i complimenti sia per il titolo che trovo praticamente perfetto per la storia, sia per l'impaginazione perfetta. Il titolo è così perfetto che non avresti potuto metterne un altro, non solo perché simboleggia la storia in sé ma per tutte le simbologie che da esso derivano. Ultimo ma non ultimo il fatto che simboleggi la città e il ricordo del padre. Un colpo di genio pazzesco.

Per l'impaginazione nulla da aggiungere se non complimenti per font, grandezza e giustificato. Tutto perfetto!

Recensore Master
02/05/19, ore 19:41

VALUTAZIONE SHILYSS:  49,30/50
Grammatica e stile di scrittura: 9,3/10 (grammatica  4,3/5 stile)
Il tuo stile di scrittura è semplicemente bellissimo e piacevole da leggere. Ho divorato la tua storia, letteralmente. L’unico neo è l’uso del segno “-“ anziché – non hanno la stessa funzione. Tutto il resto è qualche trascurabile d eufonica che comunque non ti ho conteggiato e delle ripetizioni, che nulla tolgono a un testo bellissimo. I miei più sentiti complimenti!
o - mi perdoni ancora - m… [trattino breve: ti ho segnato dove lo hai usato e te l’ho penalizzato una volta per tutte ]
ad ogni passo [a ogni passo, “d” eufonica]
problema/problema [ripetizione]
e - sebbene le sue consulenze riguardassero la sezione sperimentale - doveva aver avuto accesso alla lista dei detenuti. [trattino breve]
tutte le tracce dello scompiglio che comporta ricevere una persona in casa. Si stava affrettando a mettere tutto in ordine [tutte/tutto, ripetizione]
Udì presto delle voci concitate chiamare il suo nome con epiteti impronunciabili. Gli uomini - ragazzi, si accorse – [trattino - anziché – per segnalare l’inciso].
Dopo un tempo inquantificabile, Albert, udì un gemito dal piano di sopra: le donne dovevano essersi rese conto di quanto grave fosse il pericolo. [no virgola tra Albert e “udì” perché divide il soggetto dal verbo].
«Hannah», le disse, «Ti ho detto che non permetterò a nessuno di portarti via da me.» [“ti ho detto”]
Quando si fosse trovata fuori - finalmente libera - avrebbe preso il volo? [v. sopra per trattini].
Antenata [sta parlando di una prozia; nel parlato mi stona: non ti decurto punteggio per questo termine, ma trovo che il termine “antenata” non sia adeguato per parlare di un membro della propria famiglia, anche se lontano. Non è scorretto, ma a mio personalissimo parere, pone troppa distanza tra nonna Brigit e Faith, erede della memoria della sua famiglia].
Affascinante/affascinato [ripetizione]
Caratterizzazione dei personaggi: 10/10
Sei riuscita nel raro compito di presentarmi un personaggio che mi fa pena e rabbia insieme. Parlo di Ezra, ovviamente. Si tratta di una personalità disturbata e morbosa che pur agendo per bene (salva Hannah dalla morte) ha delle oscurità. Vittima di abusi da parte del padre, mostra nei confronti della ragazza ebrea una devozione assoluta e totale che, però, tutto è fuorché sana. Di fatto, ne abusa, dato che Hannah è nascosta a casa sua e non è nella possibilità di ribellarsi, anche laddove volesse farlo. Lui è gentile, d’accordo, ma nella sua situazione io o te avremmo potuto dire di no alle sue avances? Il ruolo del Salvatore è piuttosto complicato, perché conferisce fin troppo potere. Lui si illude che lei lo ami e, in un certo senso è spaventosa questa cosa: l’hai giustificata dal punto introspettivo alla perfezione, ma provare empatia con un personaggio del genere è stato difficile. Provo disgusto all’idea del modo morboso con cui ha seguito la ragazza – era già folle, probabilmente – con cui male interpreta il suo terrore e per questo sono contenta che tu abbia sublimato questa non storia d’amore nella morte fisica di Hannah (che è successiva a quella dell’anima) e con il declino totale della mente di Ezra. Non c’era felicità per questi due.
Hannah e il suo vuoto per me hanno senso; non è capace di andare avanti e di superare l’orrore benché abbia fatto di tutto per sopravvivere e ho apprezzato anche il suo essere parte del popolo d’Israele (questa cosa si è sentita molto). Forse avrebbe anche potuto riprendersi, ma lei è il passero che non riesce più a uscire dalla gabbia e io non penso che ciò derivi da una Sindrome di Stoccolma che si va ad aggiungere all’orrore della deportazione, ma per pietà. Hannah capisce che Ezra la sta aiutando perché la ama – di un amore sbagliato e da cui in altre circostanze occorrerebbe provare orrore – ma c’è in lui un’intenzione positiva, ecco. Che in questa circostanza è qualcosa.
German è l’assoluto negativo e questo un po’ mi è dispiaciuto. Ovviamente l’ho detestato fin dalla primissima riga. Ho apprezzato che tu abbia voluto scandagliare la sua infanzia cercando di spiegare la sua attrazione/acrimonia nei confronti di Ezra, però dei tre è forse quello che ti è riuscito “peggio”, ma calcola che sto facendo un paragone mentale ingiusto tra i tuoi personaggi e quelli di Schindler’s List.
Ho apprezzato moltissimo anche il ruolo di Faith e del dottore che portano il lettore contemporaneo all’interno di un racconto familiare straziante, con un finale struggente (Ezra, alla fine, paga e viene consolato per la sua funzione. Ha perso la vera Hannah – che in verità non ha mai avuto davvero – per ottenere un sogno accondiscendente.
Utilizzo del pacchetto: 10/10
L’utilizzo del pacchetto è perfetto perché ogni elemento contribuisce attivamente alla formazione della trama. C’è il cross politico nelle vesti del regime nazista e della crisi di Weimar, c’è il punto di vista della famiglia di Hannah circa le persecuzioni (la storia dell’antisemitismo ha radici molto profonde in Europa, ahinoi, ma non potevi dire tutto tutto rimanendo entro le quindicimila parole) e c’è l’appuntamento mancato che forse, dico forse, avrebbe potuto significare qualcosa. Hannah ha aspettato effettivamente Ezra e forse, vedendola, il dottore può aver pensato che fosse un tributo d’amore anziché bieca necessità (dove andava nel ‘44, in piena guerra, la poveretta senza documenti?), ma sta di fatto che all’appuntamento il dottore è arrivato tardi. L’amore illecito è quello rappresentato dal legame malsano di Ezra nei confronti di Hannah, ma è anche “sbagliato” dal punto di vista di ruoli, visto che lui è un medico del regime tedesco nazista e lei una fuggitiva ebrea.
Livello di introspezione: 10/10
L’introspezione è resa perfettamente. Ezra, Hannah e German vengono analizzati nel dettaglio, il loro rapporto sviscerato in ogni passo. Il punteggio massimo te lo sei stra-guadagnato. Aggiungo inoltre che tali introspezioni non hanno mai il senso di un infinito papiro, ma giungono dove necessario, approfondendo in relazione agli avvenimenti. Non hai dato un’interpretazione politica tranne che per quanto concerne la madre di German, ma in una storia del genere andava assolutamente bene così, perché i personaggi erano così concentrati sulla loro vita privata e sulle esigenze della stessa che aggiungere punti di vista o considerazioni altre sarebbe apparso in questo contesto decisamente ridondante. Quindi, ancora una volta, complimenti.
Gradimento personale: 5/5
Quando apro una storia ambientata in un preciso contesto storico divento particolarmente pignola, specie se si tratta della Seconda Guerra Mondiale. Per fortuna o sfortuna, a seconda delle circostanze, abbiamo delle testimonianze toccanti (Primo Levi su tutti) sulle esperienze dei lager, quindi hai fatto più che bene a discostarti e a proporre una versione altra, non priva comunque di morbosità e ombre. Ho apprezzato moltissimo l’intera storia e ti confesso che poco prima del finale mi sono commossa, nonostante questa non sia una storia d’amore, per nulla, ma solo di dolore. L’occasione mancata è quella che avrebbe potuto rappresentare una salvezza per Hannah, anche se dubito che il legame instaurato con Ezra avrebbe potuto essere qualcosa di consolante per entrambi o sembrare anche solo vagamente paritario. Il gradimento è massimo perché il tuo lavoro è stato splendido, ben gestito, ben scritto e ragionato, ma soprattutto è un lavoro maturo perché questa è una storia difficile da digerire, di quelle che rimangono addosso, ecco.
Titolo e impaginazione: 5/5
Bellissimo il titolo, splendida impaginazione e scelta degli stili grafici, ivi compreso il modo di inserire i titoli (faccio anche io così, quindi adoro!). Ho particolarmente apprezzato anche che tu ti sia sforzata a cercare un titolo che avesse un senso con la parte finale e assolutamente tragica della storia.

Nuovo recensore
10/04/19, ore 13:36

Cara Ryo, questa volta ci porti lontano nel tempo, in un periodo storico in cui sono state compiute azioni terribili. Hai scelto un tema doloroso da affrontare, ma sono sicura che ci regalerai un racconto coinvolgente ed emozionante, uno di quelli che solo una mente bella come la tua sa ideare.
In questo primo capitolo conosciamo il presente della giovane Faith, la quale riceve una inattesa telefonata da oltre Oceano: il dottor Andreas ha fatto delle ricerche sul conto della sua famiglia e l'ha invitata in Germania per saperne di più. Forse qualcun altro avrebbe dato poca importanza alla telefonata, forse non l'avrebbe ritenuta attendibile o forse avrebbe preferito non rivangare il passato. Faith, invece, accoglie la notizia come un'opportunità, l'occasione di sollevare sua nonna da un peso sul cuore, al fine di portare alla luce le sorti di Cecilie e Hannah. Faith non le ha mai conosciute, se non nei brevi racconti di sua nonna, ma sente che fanno parte di lei, del suo DNA e meritano di ricevere il giusto riguardo, il meritato rispetto. Perciò, senza indugio, prenota un biglietto per Stoccarda decisa a scoprire la verità. E l'indole spontanea di Faith emerge proprio in questi passi. Lei non mette in dubbio le parole di Andreas, non mostra scetticismo come altri avrebbero potuto fare, lei nutre speranza, o meglio, ha "fede". Ma Hannah, dopo tutti questi anni, che fine avrà fatto? E il vecchio Kruger, di cui parla il medico, chi è realmente?
Ogni volta riesci a coinvolgermi sin dalla prima parola *-* Complimenti <3

Recensore Master
09/04/19, ore 22:37

Ciao carissima^^
sono sincero: normalmente non leggo questo genere di storie. Ma, siccome l'autrice sei tu, direi che posso fidarmi.
Le premesse decisamente incuriosiscono: una telefonata misteriosa dalla Germania, un signore che parla del passato e una nonna che al racconto di quello che ha detto il misterioso signore tedesco si mette a piangere e chiede alla nipote di affrontare il viaggio in Germania per lei.
C'è qualcosa che non sappiamo, domande le cui risposte si trovano al di là dell'Oceano...
Senza dubbio invoglia a leggere ancora.
Alla prossima!^^

Nuovo recensore
02/04/19, ore 21:09

Bella!
Stimola la curiosita', facile e scorrevole da leggere, appena la cominci gia finisce, come il tuo piatto preferito e succulento... 😏
Adesso che hai svegliato completamente le mie papille gustative, forza e vai avanti!

Recensore Master
01/04/19, ore 07:06

Buongiorno.
Un inizio molto interessante!
Non solo, si preannuncia una indagine storica!
Mi piace come premessa e mi piace come è iniziato il testo.
Vediamo cosa succede, e cosa si scoprirà ^^
Buona giornata!