Recensioni per
Watson in pillole
di K_MiCeTTa_K
Eccomi, ancora una volta, con un ritardo considerevole, vedo infatti che sei già arrivata a pubblicare il decimo capitolo di questa raccolta. Non perdo altro tempo in spiegazioni noiose ma, purtroppo, è il mio andamento irregolare nel recensire che, spesso, mi porta, come nel tuo caso, ad arrivare sul pezzo quando magari un Autore meno se l’aspetta. Ma, come ho scritto in altre occasioni, la lista delle mie storie da recensire, è chilometrica e mi dispiace se do l’impressione di trascurare delle ff che valgono la pena di essere, se non altro, lette. |
Buona sera^^ |
Ciao, di nuovo, ho appena recensito l'altra tua storia e ora sono corsa subito a recuperare questa. Lasciami dire che sono felice di leggere che hai deciso di aprire una raccolta, a mio avviso ogni autore dovrebbe pensare di aprirne una perché dà modo di sperimentare e di raccogliere tutto dentro a un unico calderone. Io lo trovo un ottimo modo per pubblicare cose che, magari ma perché io sono fatta così, di norma non pubblicherei. E oltretutto inizi davvero alla grande e con una storia che ho trovato davvero molto, ma molto particolare. A oggi non sono molte le storie che si concentrano su Harriet, vuoi perché in pratica non l'abbiamo mai vista e perché tutto ciò che sappiamo è da ciò che dice John e da qualche frase sul blog. Poco altro. Insomma, Harriet è un personaggio che è un punto interrogativo e ancora oggi non sono tanti gli autori che ne hanno parlato, di certo non in questa maniera. Ho trovato efficace il fatto che tu ci abbia mostrato ciò che è, evidentemente, un rapporto complesso e segnato da incomprensioni e sofferenza, attraverso una coppia di bambini. Un incontro casuale, sull'autobus. Niente che non possa succedere davvero, ma che in questo John pre-Sherlock, un John appena tornato dall'Afghanistan e che ancora zoppica, che ancora si sente solo, scatena tutta una serie di sensazioni e ricordi. Inutile dire che la bambina e il bambino rappresentano in un certo senso Harry e John, o almeno ciò che dovevano esser stati un tempo e che la vita e il crescere ha cambiato. Lui e Harry non sono più come quei bambini, anzi dalle parole di John si intuisce che nemmeno le ha detto qualcosa prima di partire. Non sappiamo tutto, sappiamo solo ciò che Sherlock ha dedotto e poi che John ha confermato e in questo tu non aggiungi molto. Si sente l'ombra di un qualcosa di irrecuperabile, ma tu decidi comunque di lasciarci con una speranza. Quindi non è completamente agnst ciò che leggiamo qui. John la chiamerà, si farà sentire e anche solo per dirle che è vivo. Il che non significa che tutto sarà risolto, ma solo che farà un passo in avanti e questo per John, ma soprattutto per questo John che di fatto non ha poi tanta voglia di vivere, è secondo me importantissimo. |
Oddio ma questa piccola perla è meravigliosa. Adoro quando si tratta della relazione che lega John a sua sorella! Personalmente io ho un rapporto splendido con la mia, quindi riesco a immedesimarmi con facilità nel senso di perdita che hai voluto trasmettere qui. È carino che tu abbia assegnato alla bambina il nome della sorella di John, ma credo che per il nostro caro soldato sarebbe andato bene qualsiasi altro nome: la potenza evocativa della scena, che hai saputo rendere benissimo, trasmette tutto quello che John si rende conto di aver perso. Complicità, vicinanza, amicizia, sostegno reciproco. |