Ciao, non so com'è possibile che mi sia persa questa storia e come abbia, oltretutto, fatto a ritrovarla. Il che è successo ieri, anche se per puro caso, quando mi sono messa a girare per la sezione in cerca di qualcosa di nuovo da leggere. Ho trovato questo e mi ha subito attirata. Ricordavo anche il tuo nome, perché ho letto e recensito altro di tuo e niente, eccomi qui. Senza ombra di dubbio è una storia che fin dalle prime dà l'idea che possa succedere qualcosa di terribile, John e Sherlock sono nel loro contesto naturale ovvero un caso, un criminale e un inseguimento con tanto di pistola. Sappiamo che uno è un po' il guardaspalle dell'altro. Che si proteggono a vicenda e si tirano fuori dai guai, e anche questa volta è stato così. Anche se se poi le cose non vanno propriamente dritte. E quindi John viene colpito in una maniera che non sappiamo bene se è grave o meno, Sherlock non sembra troppo obiettivo per farcelo sapere mentre John sembra quasi minimizzare la cosa (anche se è un medico, ho avuto l'impressione che volesse tranquillizzare Sherlock e di conseguenza ha minimizzato). Quindi non ho avuto propriamente l'idea della gravità della ferita, sebbene finisca ovviamente in ospedale alla fine si risveglia quindi ho supposto che non fosse poi nulla di pericoloso. E per fortuna perché c'è stato un attimo in cui ho davvero temuto per il peggio. Il fatto è che l'intera vicenda è filtrata dagli occhi di Sherlock e lui è terrorizzato e io, per quanto angst sia, ho amato la sua reazione. Mi piace moltissimo un aspetto delle Johnlock ovvero vedere Sherlock Holmes, l'emblema della logica e della razionalità, perdere letteralmente il controllo su se stesso e la propria oggettività. Sono i sentimenti naturalmente che lo portano a questo, il suo amore sconfinato per John Watson unito alla paura di rimanere solo di nuovo e vivere il resto della propria vita in totale solitudine, non consentono a Sherlock di valutare con l'oggettività e il freddo distacco per cui è famoso, certe situazioni. Questa è una di quelle e niente, l'ho davvero amato tantissimo.

Dall'altra parte della scena abbiamo John. Che per certi versi fa un ragionamento molto simile a quello di Sherlock, con la differenza che lui ha vissuto due anni credendo che Sherlock fosse morto, il che è un trauma che non ha mai del tutto superato. John è fondamentalmente un soldato, un uomo che sebbene sia lontano da anni dai campi di battaglia, ha mantenuto certi riflessi ben attivi. Non è, per dire, uno che salta al minimo colpo ecco. E soprattutto è, almeno generalmente, un uomo che si fida profondamente di Sherlock e delle sue capacità. Eppure qui manda tutto all'aria, e di nuovo per un discorso simile a quello che ho fatto sopra. Forse razionalmente lo sa che Sherlock è capacissimo di difendersi da solo, ma non può permettersi di rischiare perché non può permettersi di perderlo di nuovo e quindi si mette nella traiettoria del proiettile e lo prende "al suo posto" (anche se in fin dei conti non è così). Ecco, possiamo dire che è stato parecchio fortunato e infatti ho riso quando, alla fine, Sherlock gli dice che questa volta è stato lui l'incosciente. Un ribaltamento di situazione che mi ha fatto anche sorridere e ci voleva alla fine di una storia come questa, che rischiava di essere estremamente drammatica.

Ora, tornerò a controllare il tuo profilo perché temo di essermi persa qualcos'altro (che recupererei subito), in ogni caso spero comunque di ritrovati presto da queste parti.
Koa

Hei ciao^^
Mi hai fatto preoccupare sai? Diamine se lo hai fatto. Ho pensato all'inizio che John cercasse di convincere Sherlock che non sarebbe morto solo per alleviargli un po' di dolore, invece poi mi sono resa conto che si trattava di una ferita superficiale, anche se in queste circostanze non si ha mai la certezza (solo John se ne rende subito conto) quindi mi sono preoccupata assai, come Sherlock d'altronde. Mi viene in mente una frase che riporto qui perché credo sia il sunto della tua ff "chi ti ama ti protegge". Non aggiungo altro.
Hai creato una bella suspance.
Baciux
Béa

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