Buonasera cara, eccomi qui pronta per cominciare la tua minilong sulla challenge del nostro gruppo. Non ho ancora avuto modo di leggere il manga su cui stai scrivendo, però non vedo l’ora di poter leggere perché ti sento particolarmente coinvolta ed entusiasta per questo progetto (non me ne vogliano a male i MamoKoto, tornerò presto da loro!)
Quello che noto con malinconico dispiacere fin dall’inizio è l’incredibile e quasi insormontabile senso di inadeguatezza del protagonista, una sensazione che si mescola all’incertezza di ogni singolo gesto, parola, pensiero; tutto il contrario dell’essere sicuri di sé, sicuramente qualcosa nel suo passato lo avrà colpito profondamente, di modo da caratterizzare la sua persona in modo così chiuso e delicato. Le sue insicurezze se le porta dietro da chissà quanto, e ancora adesso dopo anni di separazione dovuta e non voluta – quanto adoro queste cose – riesce ad essere tanto palpitante ed emotivo davanti all’unica persona al mondo che desidera davvero avere accanto. Quando si sono incontrati mi sono emozionata pure io, perché sei riuscita a scavare così bene nel personaggio da riuscire a renderne palpabili emozioni e pensieri.
Eppure sento i due tirati nella conversazione: come se Kirino volesse dire tutt’altro rispetto a ciò che davvero esce dalla sua bocca. Scontrarsi con la realtà delle cose, con Mishima che è impegnato nonostante quello che cela nel cuore, non deve essere stato facile. Si sente che soffre, e non solo lui, e in questa gestione delle personalità che devono mentire a se stesse e agli altri fa quasi male da leggere e immaginare. Il fatto che poi si spostino al bar mostra ancora insicurezza, parole studiate e dialoghi purtroppo portati a direzione quasi unica, per via di cose da nascondere, da non poter dire o da voler evitare. Sei riuscita molto bene a dimostrare questo loro malessere nel cercare di parlarsi dopo anni, senza farsi del male: hai direzionato in maniera davvero efficace il filo del discorso parlato con quello dei pensieri del protagonista.
Non sta soffrendo solo lui a quanto pare, sia chiaro, perché si nota che c’è qualcosa anche nell’altro di “costretto”, ecco, ho trovato la parola giusta; d’altronde ognuno ha la propria vita, l’esistenza, il presente ed il futuro che si sono scelti, no? Eppure sembrano entrambi improvvisamente insicuri nell’essersi rivisti, come se le loro certezze stessero ballando su un filo teso su un burone.
C’è una speranza qui, data da quell’incontro che stanno organizzando: qualcosa che mi fa dire… cazzarola, parlatevi chiaro una buona volta ed esternate con sincerità quello che volete dire! Non è facile, ma almeno soffrireste meno, no? Chissà come andrà, te lo dico, non vedo l’ora di scoprirlo perché qui davvero la storia è di un altro livello. Non sto parlando solo dell’ottima stesura del testo, della mancanza di refusi o della linearità nella lettura, no: i dialoghi, i pensieri, le introspezioni ed il lavoro di delicata bugia in entrambi è davvero qualcosa che mi ha stupita. Questa storia è bellissima, ed è penso la migliore che ho letto qui sotto questi punti di vista. Ti ringrazio d’aver dedicato del tempo a riassumere la trama originale, ora mi è più comprensibile l’insieme di atteggiamenti dei due, soprattutto di Mishima, e grazie per la citazione nelle note, mi imbarazzo sempre per questa cosa ma mi fa un immenso opiacere averti dato lo spunto per questa storia, con la nostra challenge. Alla prossima cara, e come sempre approfitto di augurarti un buon lavoro! :3 |