Recensioni per
Quei giorni di marzo
di swimmila
Cara Swimmila, |
Carissima... che bello leggere questo punto di vista, l'altra faccia della moneta. E poi la cosa mi incuriosice perché anche se ho pubblicato L'aria da poco, è possibile che questo tuo scritto lo preceda. E mi fa piacere sapere di condividere questi momenti. |
Gentile Autrice, è la prima volta che cerco di commentare un tuo scritto pur avendo letto tutto ciò che hai proposto, ma per me è sempre molto difficoltoso lasciare una recensione poiché i tuoi lavori vanno letti in prima battuta e poi riletti per comprenderne in pieno il significato profondo che talvolta è nascosto dalle parole ricercate che utilizzi e che ti contraddistinguono. In questo primo passo possiamo osservare come Oscar si identifichi con il mare di Normandia, o meglio con le sue profondità, dove le sembra di vivere, non riuscendo più a trarre un respiro lungo e pieno. Osserva il mare e il suo movimento che pare ricordarle nel suo moto ondoso a riva che le cose lasciate in qualche modo ritornano, così come i suoi pensieri verso Andrè e alla vigliaccheria da lei ostentata per cercare di far comprendere che il suo non aver più bisogno di lui fosse solo perché voleva che lui potesse avere una vita vera e felice che invece stando vicino a lei avrebbe solo consumato il tempo appresso ad un sogno che non si sarebbe mai potuto concretizzare. Vuole far credere alla parte più intima di se stessa che l’averlo vicino fosse solo abitudine e non un sentimento vivo e radicato in lei che per sua formazione mentale non può e non vuole ammettere. Qualsiasi moto dolce del suo cuore le si ritorce contro persino quando cerca di avvicinare il cane che macilento sta camminando sulla spiaggia, con gli occhi e il corpo scavati, lui dalla fame, mentre lei ha qualcosa che la scava dentro di cui conosce l’origine ma per orgoglio non vuole ammettere. Bellissime e potenti le descrizioni della natura nei suoi colori a volte violenti come colme di dolore sono le sensazioni di una Oscar senza la speranza di poter consolare il suo animo in tumulto. Notevole prova di scrittura, complimenti e a presto. |
Cara Ilaria, ho letto con immenso piacere questo tuo nuovo scritto, che racconto non è, fiction nemmeno, sembra più un' opera letteraria, un saggio che come tale non và recensito, và interpretato. Non si può dire mi piace e basta c'è bisogno di una parafrasi che certamente sarà, da parte mia la benché minima decodifica di tanta tua profonda e introspettiva analisi . Protagonisti di questo primo capitolo, il sole , il cane e i pensieri tormentati di Oscar , sullo sfondo del mare di Normandia in un lontano giorno di marzo che stava volgendo al tramonto. Io ravviso Oscar e il cane randagio molto simili nella loro sofferenza, e nella loro riservata dignità. Alla fine nell' anime Oscar cerca un contatto con l' animale ma viene respinta. È un particolare che mi ha lasciato sempre perplessa. Andre ' ama Oscar ma lei non lo vuole , tu dici giustamente " non era amore solo l' abitudine di averlo accanto". Questa lontananza secondo le menzogne di Oscar gli farà bene, potrà aprirgli le porte verso una nuova vita, ognuno per sé, così dovrebbe essere. Ma è proprio vero? E allora perché gli volta le spalle pronunciando quelle parole cattive?Lo capisce da sola che è stata vigliacca, che è stata ingiusta. Nessuno, nemmeno un cane sofferente e macilento può lenire la sua solitudine. Anche il sole che dapprima sembrava partecipe sostenitore delle sue angosce ora le appare soltanto come un' ennesimo inganno, una burla. Forse è proprio Oscar la più grande nemica di se stessa. Ciao Ilaria e scusa, forse ho sbagliato (quasi) tutto ma a me è sembrata così. Complimenti....scontati! Sei sempre eccezionale |