Recensioni per
The Gunner's Dream
di Spoocky

Questa storia ha ottenuto 6 recensioni.
Positive : 6
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
01/12/20, ore 15:44

Recensioni premio "Un minuscolo assaggio del mio mondo" 4/4

Ciao Spoocky!

Ritorna il discorso dell'umanità tra nemici, ma non in maniera più lampante e inaspettata rispetto alla storia dell'Angelo di Hurtgen. Una scena presumibilmente comune nel contesto della seconda guerra mondiale, quella che hai narrato, che però suscita sempre ammirazione e onore in chi le legge, figuriamoci in chi ha compiuto il gesto di soccorrere un "nemico". E il fatto che Paul non sia un soggetto pericoloso per principio, ma per obbligo verso il suo Paese, John Baker ormai deve averlo capito da ancor prima che soccorra il caporale.

Alla prossima,

Frenz

Recensore Master
10/11/19, ore 17:33

Ciao^^
E' stato davvero un piacere leggere questo racconto. Hai narrato una vicenda profondamente umana e dal valore universale.
Molto significativo il sogno del soldato tedesco, che alla fine risulta essere lo stesso dei suoi avversari. La guerra è combattuta da uomini, i quali devono rispondere costantemente alla terribile domanda: perché sto facendo tutto questo?
E i soldati di entrambi i fronti trovano la stessa risposta, ovvero per sperare e credere in un futuro migliore.
Mi è piaciuta molto la figura del medico che hai voluto omaggiare, credo che egli rispecchi a pieno il messaggio di umanità e uguaglianza che hai voluto trasmettere.
Complimenti, davvero una storia meravigliosa.
Perfetti anche lo stile e la precisione storica^^
Alla prossima! :)

Recensore Master
17/07/19, ore 20:56

Carissima,
con questa magnifica storia tu riesci a far capire il significato della parola "Patria".
La Patria non è solo un concetto retorico o giuridico, ma è anche e forse soprattutto uno stato dell'animo, un retaggio, un sapere condiviso, ma anche un sentire condiviso, che tu rendi mirabilmente nella carrellata a volo d'uccello che fai compiere al lettore sulla Germania, sui suoi boschi, sui campi, sulle città e sulla gente che la abita.
E la nazione, d'altra parte, non è solo un contenitore di gente con lo stesso passaporto, ma è un retaggio condiviso, una Storia in comune, una cultura.
Paul è fortunato, in un certo senso: trova un buon uomo, generoso, che serenamente ignaro di tutto ciò, comunque lo cura e gli salva la vita. In guerra non erano infrequenti queste cose, da ambo le parti, per far capire che chi combatte non è una bestia, ma un uomo, nel senso più alto del termine, che senza spogliarsi della propria umanità sceglie comunque di prendere le armi, e di rischiare personalmente, per difendere ciò che ha di più caro, i suoi valori e il suo retaggio.
Complimenti, una storia magnifica, commovente e scritta in modo ineccepibile.

Recensore Veterano
17/07/19, ore 19:02

Ciao, sono rimasta particolarmente incuriosita dalla breve intro che ho deciso di aprire la storia. Ammetto che mi piace molto la Seconda Guerra Mondiale (oddio non fraintendermi, però gli ideali per cui è stata combattuta, la sofferenza e la resistenza di militari e civili mi hanno sempre affascinato fin da quando ero piccola e studiandola a scuola e ora all'università mi sono resa sempre più conto che è stata una guerra diversa che come la Prima Guerra Mondiale ha dato avvio ad un ordine nuovo. La smetto di divagare XD) però ho trovato molte storie sul sito solo d'amore, in genere tra un SS ed un ebrea/o cosa che reputo altamente impossibile visto l'alto grado di indottrinamento a cui erano sottoposti (volontariamente tra l'altro) però non importa. Il leggere però di una storia tra soldati diversi che nella sofferenza si vedono per quello che sono, semplicemente ragazzi mandati a combattere per un bene superiore, per la patria e nonostante la varie motivazioni, giuste o sbagliate, loro sono lì a battersi fino all'ultimo. Ragazzi che avevano dei sogni diversi per il futuro, che nella guerra hanno capito che non c'è niente di eroico nel morire da soli al freddo se non il pensiero di aver fatto il dovere verso il proprio paese e verso i propri cari; a questo proposito fantastico il flashback che parla della loro vita a Norimberga, rende tutto il più umano, rende i tedeschi uguali agli altri. Arriviamo ai soldati americani (bello il fatto che hai nominato qualcuno di reale, andrò a informarmi su di lui). Questo gesto mi ha stupito, ma probabilmente non era raro e soprattutto non difficile da immaginare come pensavo (ovvio che dopo sarebbe finito in un campo di prigionia, ma questa è un'altra storia)
La canzone poi, mi vergogno ad ammettere che non la conosco, ma è molto azzeccata e suddivisa bene per il testo. Inoltre le due parti si amalgano bene nonostante la predominanza della prima. Che dire? Grazie per aver scritto questa piccola perla che ci ricorda che al di là di ogni retorica, davanti alla morte siamo tutti uguali e che nelle guerre non ci sono nè vincitori, nè vinti, ma solo dolore e speranza di un futuro migliore.
Ti rassicuro che non è sembrata per niente un'apologia al nazismo, alla guerra o ad altro, ma con la semplicità hai trasmesso verosimilmente quello che provarono quei ragazzi (probabilmente nel 1944 a combattere per la Germania c'erano già tanti giovani, chiamati a riempire i buchi di era morto)
A presto

Blacky98

Recensore Master
16/07/19, ore 07:05

Buongiorno.
Il testo mi ha fatto riflettere soprattutto sul valore della vita, ma anche sulla fratellanza... al di là di ogni ideologia, siamo tutti fratelli, tutti esseri umani composti da carne, ossa, desideri, forza di volontà. Soffriamo tutti allo stesso modo.
^^ :)

Recensore Master
15/07/19, ore 16:19

Carissima,
io non so che dire, mi hai fatto una sorpresa stupenda.
È una storia che ho letto tutta d'un fiato, con in sottofondo la bellissima canzone che l'ha ispirata (e che le si addice alla perfezione).
Mi sono sentita molto in sintonia col tuo protagonista, coi suoi sogni, la sua nostalgia di casa (l'Heimweh, così tipico della cultura tedesca) e la speranza di un futuro migliore.
Ho adorato il finale, dove il medico americano rivede in lui i suoi stessi pensieri e quelli di milioni di altri soldati mandati al fronte, indipendentemente dalla nazionalità, dallo Stato che servono e dall'uniforme che indossano. È un significato molto profondo e "sentito", che prende i proclami ideologici, le sovrastrutture di pensiero e tutto ciò che attiene alla sfera culturale/soggettiva e li mette da parte per innalzare l'uomo a valore "assoluto", come vero protagonista della Storia.
Davvero un bellissimo racconto, mia cara. Grazie per averlo condiviso!