Comincio col dire che l’idea di riportare delle lettere, piuttosto che le pagine di diario, dei vari personaggi, è ottima. Il pov nella storia pricipale è sempre stato quello di Watson. Quindi in questo modo potremo avere uno scorcio sui pensieri anche degli altri.
In particolare nell’ultimo capitolo de “La leggenda del pirata Barbagialla” Sherlock comunica la sua decisione di accettare una lettera di corsa e tutti gli restano saldamente fedeli e leali e lo seguono anche in quest’impresa. Scoprire però le cosiddette "voci di corridoio", i malcontenti e i malumori, è secondo me un pezzo importante della storia che ci permette di comprendere a tutto tondo come ragiona questa grande famiglia, oltre che il racconto in sé.
Lestrade e Mycroft si scrivono da dieci anni, caspita. Ci è stato già svelato, ma solo adesso con questo scritto avanti ho realizzato davvero cosa potesse voler dire. Greg gli si rivolge, si con rispetto, ma con una forma d’amicizia. Non si tratta di lettere scarne in cui viene annotato, per dire, “Sherlock è tornato di buon umore da quando sono saliti di nuovo a bordo John e Victor, tutto va secondo i tuoi piani” e stop.
Il motivo di questa lettera, se non ho interpretato male, non è neppure tanto quello di informare il maggiore degli Holmes, ma piuttosto quello di ricevere spiegazioni. Perché Sherlock ha detto a tutti loro a cosa stanno andando in contro, ma non ha specificato le motivazioni delle sue decisioni. Greg quindi sa che se anche provasse a chiedere a qualcuno del trio, Sherlock - John - Victor, non gli direbbe nulla e si decide a chiedere all’unica altra persona che sicuramente è a conoscenza di tutto: Mycroft Holmes.
Avere delle delucidazioni sembra davvero importante, il povero Lestrade non ci sta dormendo la notte. Sono dieci anni che il Pirata Bianco è apertamente schierato contro l’Impero Britannico, con tutte le conseguenze che questo comporta, e ora invece accetta di stare alle sue dipendenze; crederlo fuori come un balcone credo sia il minimo.
L’altra questione è se fidarsi o meno di CAM, acronimo (ho deciso, ma potrei cambiare idea) di cattivo e arrivista Magnussen. Per me è come dice Lestrade, fino a quando gli converrà il governatore sarà dalla loro, successivamente saranno guai. Se ripenso a com’è andata nel telefilm mi figuro già il Pirata Bianco a macchiarsi del suo primo delitto, rabbrividisco.
Nonostante sia uno scritto carico di tensione, sei riuscita a strapparmi ugualmente due sorrisi. Il primo quando Greg scrive che Sherlock è dotato di scarsa pazienza, verissimo. Il secondo nel saluto quando dice di sperare che la “Normandia non sia fredda come la ricordavo”, poverino oramai è abituato al sole dei Caraibi.
Complimenti come sempre, non hai usato una terminologia particolare, ma a me è sembrato davvero consono alla metà del ‘600. Non vedo l’ora di leggere le parti rosse, con il casto e puro padre Trevor, che ci hai promesso!
A presto,
K. |