Recensioni per
Spleen
di InsaneMonkey

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
27/08/19, ore 20:06
Cap. 1:

Ciao carissima! Eccomi qui xd
Come ti avevo già accennato, questa è una OS che colpisce nel profondo per la sua veridicità, per il dolore covato, per la devastazione, per la crudeltà con cui vengono esposti questi sentimenti tempestosi. E' il famoso dolore che muta e non muta, è qualcosa di quasi necessario anche quando se ne farebbe volentieri a meno. Detto questo, tolti i soliti paragoni con le varie letterature che non mancano mai ma che ti risparmio per non risultare la solita palla al piede, devo dire che quel si stava meglio finale è un male sordo all'altezza del petto. So cosa vuol dire amare qualcuno che non potrai mai avere ed è per questo che ti dico: resisti. C'è ancora il mare da affrontare, gli inverni da vedere, l'odio da covare, la disperazione da annientare.
Resisti e con questo ho detto tante cose.
Tolta la parte drammatica, davvero complimenti xdxd
Baci
Charlie xxx

Recensore Junior
12/08/19, ore 19:58
Cap. 1:

Sono letteralmente senza parole.
Ho percepito pienamente il tuo dolore. Non è facile mettersi così a nudo, ma le tue parole hanno reso in toto la tua sofferenza. 
Fa male, fa tanto male, soprattutto perché l'unico desiderio che si ha è urlare il tuo dolore al mondo, ma al contempo una piccola parte di te rimane legata al passato, rimpiangendo il tempo perduto.
La tua anima in questo momento sanguina, ma con il tempo smetterà. Al posto del sangue ci sarà una bella cicatrice che talvolta tornerà a dolere, ma che pian pian scomparirà, diventando quasi invisibile e magari ritroverai quella parte di te che in questo momento si è nascosta.
Dalla mia esperienza posso dirti che sì, la tua fetta di felicità è momentaneamente oscurata dal sole, ma un'eclissi non è per sempre e prima o poi il sole tornerà a splendere.
Ti mando un forte abbraccio! <3

(Recensione modificata il 12/08/2019 - 08:00 pm)

Recensore Junior
04/08/19, ore 19:42
Cap. 1:

Non so che dire, sono senza parole.
Hai avuto coraggio, Chiara, hai avuto un coraggio che pochi possiedono. Perché no, non è facile mettersi a nudo così e gridare al mondo ciò che ci divora l'anima. È difficile già solo sussurrarlo a noi stessi, perché fa male tirare la ferita – poi torna a sanguinare, si sa. Torna a fare più male.
Il tuo dolore mi è arrivato addosso con la potenza di un treno in piena corsa e mi ha tramortita. L'ho sentito tutto, il tuo dolore, ti giuro, in ogni tua riga, in ogni tuo lamento, ogni tua parola ne era satura, fidati. L'ho sentito e riconosciuto come mio.
Immenso, questo sfogo, pieno, rovente, acuminante, alienante. Opprimente.
È difficile dimenticare, lo so, è ostico, dilaniante andare avanti, perché in ogni passo ti assale l'irrequieta voglia di rigirarti, perché in ogni sguardo lo rivedi, lo senti, ed è pugno in pieno viso. Sono aghi conficcati dove nessuno li vedrà mai, dove li sentirai solo te. Ma questi aghi si sbricioleranno.
Passerà, te l'ho detto, ma ci vorrà del tempo. Però passerà. Un giorno incontrerai qualcun altro che magari nel suo sorriso avrà qualcosa di lui e lo riconoscerai senza accorgertene. Lo troverai senza cercarlo, perché così succede, e allora ti innamorerai di nuovo. E stavolta non soffrirai. No, non soffrirai più.
Per qualsiasi cosa io sono qui. Ci sarò sempre.


Naoko_chan

Recensore Veterano
01/08/19, ore 01:17
Cap. 1:

Beh.
Sembra che in un anno, di cose ne siano successe.
E' stato devastante leggerti in una maniera tutta nuova, con delle parole gettate lì sul monitor come schizzi di sangue sulla scena del delitto.
Oltre che devastante, è stato doloroso. Perché così come sembrano schizzi di sangue, somigliano a coltelli.
E io che di amore (tu non lo sapevi, nessuno qui lo sapeva, perché dimentica del mondo mi sono chiusa nello stato vegetativo di eterna lettrice occasionale) ne so, abbastanza, questa specie di rosa selvatica che come può darti la gioia più pura può farti provare il dolore più atroce, io quei coltelli li ho sentiti.
E' stato doloroso leggerti, perché a distanza di quasi un anno (Ti ho mandato il messaggio di compleanno, sì) la Giada che conoscevi, quella dei baciotti e degli ippostruzzoidi se n'è andata. Al suo posto ce n'è una innamorata, che ha visto le gioie, che ha sbagliato, che si è spezzata, e occasionalmente la si vede (o sente? No no, è silenziosa) piangere abbracciata a un peluche di pikachu. Una Giada dall'amore senza frontiere, ma che ha saputo essere egoista e immatura. L'amore ancora perdura sì, ma ci sono frontiere che per adesso io non posso attraversare.
Col tempo.
La pazienza.
Sperando che Pascal mi dia tregua (una specie di amico/nemico immaginario).
E vivendo una vita che sembra una finestra (immaginati una bella finestra con vista mare - il mare è importante) con delle incrinature.
Alla fine si aggiusterà col tempo.
Piangevo mentre leggevo, piangevo o perché una persona che è connessa a me non sta bene, o perché qualcuno nel mio petto dice che vuole piangere, che gli mancano le coccole, che sa di non potere fare nulla perché non è colpa sua se sono bloccata qui.
Piangevo perché più o meno, in quest'anno, in maniere diverse ma sempre simili, noi due abbiamo provato le emozioni.
Quelle emozioni che quando scrivevamo e basta noi non le conoscevamo, ma che ora sono venute a sconquassarci con la loro potenza.
Devastate.
Ti si leggeva il fiato, la rabbia, i versi spezzati, tutto ciò che può essere conseguenza di un amore che finisce per fare male.
Perché Dio se l'amore fa male.
Mi dispiace.
Si stava meglio prima. Lo hai detto, ma alla fine, in un sogno bellissimo sempre c'è un ostacolo. E quando viene a mostrarsi, lo fa perché è necessario, perché la principessa fatata dalla vita perfetta non esiste, perché tutti prima o poi dobbiamo confrontarci con la parte peggiore di noi, quel demone maledetto che ci fa venire voglia di mandarlo via lavando via il dolore con il sangue.
Solo i più forti sopravvivono.
Gli altri si buttano giù da un ponte.
In quest'anno ho anche perso la mia Fede, per credere che quel qualcosa che noi umani così disperatamente cerchiamo non cammina sull'acqua e non ha aureole d'oro.
Una cosa che mi dissero tempo fa e che mi fece ridere è che l'unico Dio è il tempo.
Il tempo è creatore di tutto, e tutto alla fine ritorna al tempo.
Col tempo, le lacrime si asciugano. Col tempo, le ferite si rimarginano.
Col tempo si lava via il sangue.
Col tempo si dimentica.
Non sempre, però. Perché i ricordi dolceamari spuntano nella vita come delle erbacce, ma in questo caso, unico caso, conviene fare gli orgogliosi, perché la vita non va sprecata inseguendo una chimera che è sparita all'orizzonte mentre tu eri voltato di spalle. Non ha senso percorrere le strade all'indietro perché alla fine non si cresce, la vita diventa un peso e l'unica cosa a tenerti vivo è la consapevolezza che quei ricordi ci sono stati e ti illudi che ritorneranno.
Bisognerà mettersi il cuore in pace, alla fine.
Col tempo.

Mi piace Alice nel Paese delle meraviglie. Alice dice sempre "Io so darmi ottimi consigli, ma poi seguirli mai non so".
Sai, penso che se non ci fosse la consapevolezza che fuori da questa casa qualcuno mi ama, se questa persona non avesse deciso di riprovare e di perdonare, io forse...
Una persona una volta mi ha schiaffeggiato per aver detto una cosa del genere. Non rifarò lo stesso errore.
Darei la vita, ne ho già dato prova una volta, ma talvolta mi sembra di essere egoista e di star sbagliando tutto.
Ma poi o il tempo lenisce le ferite, o qualcuno mi fa parlare (Molto meglio quando accade questo, perché certe volte i problemi continuano e non riesco a seppellirli nella sabbia della mia mente).

Le occasioni ci sono, gli sbagli pure, gli ostacoli sempre. Il dolore di un cuore che fa male? Quello possono evitarlo solo gli eremiti. Mi dispiace.
La condizione in cui siamo stati ridotti è schiava del dolore, alla continua ricerca del piacere.
Sopportare i silenzi, sopportare le fitte, sopportare le attese, le bugie, quelle cose schifose che l'orgoglio schifoso ci fa fare, è il sale che cercavamo di inserire nelle nostre storie, quello che ci rende veramente umani.
Il male c'è.
Alla fine, bisogna solo vedere chi è abbastanza forte per sopravvivere.