Capitolo molto incentrato sulla ginnastica artistica, anche io, una volta, ho assistito a questi tipi di esercizi, ma solo come spettatrice. Non ho mai sognato di diventare ginnasta, però ho sempre desiderato saper fare i salti mortali. So benissimo che sono esercizi che si iniziano sin da piccoli, dai 3 anni credo. Ricordo di essere rimasta basita quando ho visto una ragazza bassa e minuta come me, fare un triplo salto mortale e poi "ricadere" elegantemente e senza farsi alcun male sui tappetini blu. Non ho mai capito in che modo si possa saltare così in alto facendo delle capriole per aria. In quel momento avevo desiderato ardentemente avere lo stesso talento della ragazza, e provarci anche io. Ma ormai è troppo tardi, sono troppo grande per riuscire a fare i salti mortali. Da qualche mese sto andando a scuola di ballo, sto facendo hip hop, ma sono ancora troppo imbranata e impacciata. È pur vero che le altre frequentano la scuola da molto più tempo, io ho iniziato da poco e devo ancora farci l'abitudine, ma non mi piace essere impacciata. Ritornando al capitolo, nella fase finale dell' appuntamento, hai citato troppe volte il nome di Ginevra. Hai descritto bene la scena, ma in alcuni punti devi togliere la continua ripetizione del nome perché ho letto sempre "Ginevra, Ginevra, Ginevra ..." spero di averti reso chiaro il concetto. Devi alleggerire le frasi dove il nome della ragazza è ripetuto più volte, ma per il resto sta bene. Bravo, Federico. A presto.

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