Recensioni per
La preda facile
di Hikaritokage

Questa storia ha ottenuto 18 recensioni.
Positive : 18
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
09/12/20, ore 18:58

Ciao.

Molto amara questa storia. Ed in effetti è vero, certe persone non si stancano mai di fare del male, è nella loro natura, un po' come la rana e lo scorpione. E ancora una volta viene dimostrato che gli animali sono molto più furbi di noi.

Recensore Master
04/09/20, ore 22:49

Si vede proprio che non sono più un'assidua lettrice di efp... a dire il vero, cerco sempre di ritagliarmi un piccolo spazio, di tanto in tanto, per gli autori che mi piace leggere, ma questa tua raccolta mi era proprio sfuggita!
Il primo racconto mi ha folgorato: dalla pena mista a un po' di disgusto (non amo molto i rettili😬)per la povera lucertola, sono passata alla risata per la sua resurrezione, per poi arrivare al raggelante finale. È stato quasi uno schiaffo in faccia, nonostante l'apparente e scorrevole levità del tuo stile, perché mi sono sentita anch'io un po' lucertola in quel momento. Una metafora potente che mi ha fatto pensare a tutte quelle donne vessate, umiliate e impaurite, che si ritrovano inermi di fronte al loro aguzzino.
Sei sempre brava a scandagliare l'anima dei tuoi personaggi, trasmettendone le emozioni a chi legge. Lo sei nelle fanfiction (bellissima la tua ultima fatica, ma ancor più quell' "Occhi verdi" che prima o poi voglio trovare il tempo di recensire!), lo sei soprattutto nei tuoi scritti originali. Secondo me sei pronta a osare anche un po' di più!
Un saluto e alla prossima
Silvia
(Recensione modificata il 04/09/2020 - 10:49 pm)

Recensore Master
25/08/19, ore 22:16

Ciao carissima^^
un gatto di casa. L'epitome del predatore annoiato, che giocherella con le vittime per tedio, che si diverte a infierire e nulla gli dà maggiore disappunto di una vittima che non trema, non reagisce e non mostra nemmeno sofferenza. Se ne va infastidito, offeso dalla lesa maestà di un esserino che si ostina a non fingergli da giocattolo con la propria sofferenza.
E come se questo soggetto non fosse già sufficiente a suscitare il fastidio, il ribrezzo e il disgusto, ecco che tu ci mostri subito un altro "mostro" e in pratica ci dici: avete odiato il gatto di casa annoiato e sazio, che sevizia per divertimento? Bene, ecco qui qualcosa di peggio. Perché sì, in fondo nel gatto è la natura a parlare. Ma in un essere umano?
E così la protagonista, ideale interloctutrice della voce narrante, prova a fare come la lucertola, a fingersi morta, ma ha a che fare con un gatto che purtroppo non si stanca mai.
Bellissima, icastica la frase finale.
Complimenti, non vedo l'ora di leggere altro!^^

Recensore Master
24/08/19, ore 13:15

Carissima, che bello ritrovarti...
Il ritrovarti come autrice e persino (insomma...) come "compagna d' armi".
Si, i gatti e le loro prede sono proprio fatti così!
Si... la figura retorica, metafora o altro che sia, è stata da te resa magnificamente.
Decisamente sconfortante considerare quanta parte dell' umano penare possa confluire nel piccolo
spazio occupato da un così delizioso e, ma solo apparentemente, inoffensivo paragone.
Ancor di più lo è il riflettere su quanto sia più facile ritrovarsi uccellini o topi poco combattivi, in questa
vita, rispetto che nei panni di piccoli rettili dalle mille risorse.
Risorse che, tremenda realtà, molte volte risultano comunque insufficienti, sia al cospetto di gatti in
carne, ossa e pelo, che di altro genere.
Ma a noi che altro resta?! Noi possiamo soltanto, rubando i "trucchi" persino al gatto, rannicchiarci nel
nostro cuore e, fattici a palla proprio come lui, spiccare da lì il salto che ci porti al di là dell' ostacolo,
cioè addosso alla nostra preda. Ebbene si, dovremmo trasformarci a nostra volta in predatori, ma non
per meri fini alimentari o ludici. Noi non siamo "gatti".
Ancora, e sempre, i miei complimenti più sinceri a tutta la tua bravura.
Un affettuoso saluto

Recensore Master
24/08/19, ore 06:42

Buongiorno.
La tematica trattata è molto triste, ma l'hai affrontata in modo davvero originale!
Non ho mai visto uno scontro tra gatto e lucertola, per fortuna.
Il tuo testo è stato davvero profondo, la metafora chiara.

Nuovo recensore
23/08/19, ore 18:04

Ciao,
mi è piaciuta un casino la modalità di narrazione, che riflette un comportamento istintivo su una violenza. A poche righe dalla fine mi sono sentita inquieta, cosciente di come fossero estremamente vere le tue parole. Così realistico il tutto da quasi apparire violento, duro, estremamente crudo. Ciò che però causa ancor più disagio, se non sconforto, è l'ultima frase: "Di te, lui non si stanca mai". Brividi.
In generale, hai usato uno stile molto asciutto, senza l'uso di frasi fatte o aggettivi per "merlettare il tuo testo". Ciò permette, secondo me, di provare con un immediatezza la sensazione di esser una vittima, grazie anche al fatto che ti riferisci spesso alla seconda persona singolare. Solitamente non è una scelta stilistica che adoro, ma in questo caso non mi ha infastidita. L'ho trovata una scelta perfetta.
Dunque complimenti, non vedo l'ora del prossimo aggiornamento!

Nuovo recensore
23/08/19, ore 12:07

Trovo incredibile la semplicità con la quale sei riuscita a trattare una tematica così delicata. Mi è stato insegnato che la parola "semplice" non è affatto un sinonimo di "facile", perché "la semplicità è complessità risolta". Tu, tramite il genere narrativo più semplice possibile - una favola su due animali - hai analizzato l'infinita complessità della violenza con poche parole, accuratamente scelte. Complimenti!