Eccomi qua, tesoro, questa volta non troppo in ritardo – a chissà forse è solo perché ho aggiornato la mis storia! ;P
Fuori dallo stadio regna un’atmosfera di immobile sospensione. Dalle montagne sopra Tokyo arrivano nuvole scure che schermano il sole. Oggi, per la prima volta dopo molto tempo, i caldi raggi del sole estivo sono stati ingoiati dalle nuvole. In radio hanno annunciato forti temporali.
Già, proprio una bella giornata di sport ed amicizia sarà… col tempo che si preannuncia già schifoso di certo non sarai tu a migliorarla. xD
Julian giocherà titolare. Primo infarto a mamma e papà… ma non era il figlio quello con problemi cardiaci? xD
“Ma da dove viene? Dove l’hanno tenuto questo ragazzo fino ad oggi? Quello è un fenomeno!” Eh, caro tizio random, c’hai proprio ragione, quello è un fenomeno – sapessi dove è stato nascosto e perché – ed ovviamente papino non può che esser orgoglioso appena vede il figlioletto giocare, addirittura quasi gli occhi a cuoricino gli fai venire. Il suo ragazzo è una spanna superiore alla media: ha personalità, stile, senso della posizione, eleganza nei movimenti… e poi c’è quel qualcosa che rovina tutto, quel cuore capriccioso che non gli permettere di giocare come e quando vuole, ma se così non fosse non sarebbe certo uno dei nostri preferiti, il nostro Julianino bello! ♥
“Caro non si starà strapazzando un po' troppo?” La consapevolezza di quello che potrebbe accadere tormenta Andy già dopo la prima mezz’ora di gioco. “Se Julian dovesse avere problemi…” Gregory la prende per mano. Diviso tra l’amore e il desiderio che suo figlio sia in grado di vivere una vita piena e normale, è difficile agire nel modo migliore. “In quel caso chiederemo all’allenatore di sostituirlo. Ma non ci saranno problemi, te lo prometto!”
Oh, certo che fa proprio uno strano effetto vedere mammina seriamente preoccupata, un po’ mi ricorda quella del cartone che sta lì tutto il tempo a guardare suo figlio giocare con le lacrime agli occhi ed il terrore che possa succedere il peggio – ma questa è Andy – non quella del cartone, ed Andy non è certo la madre migliore dell’anno (chissà se quella del cartone poi lo era, eh?) oltre a questo – al fatto che Andy sia una madre di… – vabbè hai capito, nel corso della storia – e della storyline in generale del personaggio – sappiamo che lei a quel ragazzo ci tiene, ma sappiamo anche perché ha messo davanti la sua carriera ed è questa la sua unica colpa, ma di certo ama suo figlio, a modo suo, ma lo ama; ammetto che è divertente immaginarla lì tutta terrorizzata alla prima mezz’ora di gioco, col terrore di quello che potrà accadere. ;P Gregory forse è un pelino migliore di sua moglie – non che sia lui il padre dell’anno – ma è sempre lui quello che fa il primo passo verso loro figlio, quello con cui Julian riesce un po’ ad aprirsi ed a non cozzare ogni volta come fa con la mamma, anche lui è preoccupato e vorrebbe che uscisse subito dal campo, ma l’orgoglio paterno d il desiderio di vedere il suo bambino felice mentre si diverte a fare quello che più desidera hanno la meglio, nonostante ci sia a rischio la sua salute, e lui è diviso, ma giustamente non se la sente di tappargli le ali e farlo uscire dal campo – nonostante da medico – ha forse anche più paura della moglie, ben sapendo quello che potrebbe succedere. La sua battuta di risposta ad Andy la adoro! ^^
Inutile che stia qui a dirti quanto ho adorato la descrizione della partita, la Trappola del Fuorigioco di Julian ha sempre il suo strabiliante fascino e vederla ad ogni partita è sempre emozionante; ovviamente sai anche benissimo che ho apprezzato tantissimo il fatto che nessuno dei cari calciatori della New Team si stato nominato – soprattutto uno in particolare – di contro ho apprezzato anche di più il cammeo che hai fatto con l’unico che merita veramente là dentro: il nostro cucciolo Tom! ♥ 3-1 per la Mambo e palla al centro. “No, Tontolo, non è per te quella palla, molla l’osso.” Ormai è passata più di un’ora dall’inizio della partita e Julian di certo non si è risparmiato, ma questa è la sua partita e non lo farà anche a costo di restarci in quel campo da gioco; mi piace quel “primo fiato” di mister Keegan, ma immagino che non avevi dubbi su questo, lo sai quanto mi piaccia anche lui. ;) Sono felicissima di non leggere la parte in cui qualche cretino di nostra conoscenza rimane bloccato a guardare Julian mentre si sente male – che rovinava solo l’enfasi del momento – invece tu hai fatto in modo che ci godessimo la scena come era giusto che fosse: senza inutili interruzioni, perché il protagonista era Julian, mica Tontolo. ^^ Recuperato il fiato il nostro Baronetto riparte – circa – all’azione, ma lo sguardo attento e critico di papino si accorge che suo figlio è quasi allo stremo e che di certo il campo reso pesante dalla pioggia non lo aiuta, ma da padre orgoglioso – ed anche preoccupato – non gli stacca un attimo gli occhi di dosso, perché oltre alla paura che possa crollare in campo da un minuto all’altro è anche uno spettacolo vederlo giocare e vedere come sia in grado di gestire la squadra, nonostante non stia benissimo.
E sul 3-3 di Tom, che aggira il fuorigioco con la sua scivolata “Tontolo guarda e impara, tu” la situazione precipita di brutto, Julian riporta la mano sulla maglia all’altezza del cuore ed il dolore questa volta è così forte da mozzargli il respiro e farlo crollare in ginocchio ed appallottolarsi su se stesso con la mano premuta sul petto come se così potesse fermare quel dolore lancinante, ma non è così, purtroppo. Mister Keegan – giustamente preoccupato – annuncia all’arbitro di voler effettuare una sostituzione e questo è l’imput nel quale l’orgoglio di Julian prende il sopravvento sul dolore, ritrova la forza per respirare – ed anche se all’inizio fa male farlo – dopo va un po’ meglio, con la forza di un leone ferito, ma non mortalmente, dice di aspettare ancora un attimo e si rialza, anche se ormai ha lo sguardo di tutti su di sé e mammina è sempre più terrorizzata.
“Capitano che succede?” È Stephen a porre a voce alta quella domanda scomoda, quella che finalmente permetterà di fare chiarezza. È così difficile mettere a nudo la propria anima, sfilarsi lentamente quella maschera di finta superbia e mostrare le proprie cicatrici, infatti Julian non riesce a sostenere lo sguardo di nessuno di loro mentre risponde. “Sono stato un egoista. Perdonatemi tutti per non averlo detto prima. La verità è che soffro di una grave malattia cardiaca!” Quelle parole colpiscono la squadra come un fulmine a ciel sereno. Questa è una delle parti che più preferisco di tutto il capitolo, finalmente l’arcano viene svelato a quella squadra che l’ha odiato pensando che fosse solo presunzione, ovviamente non poteva che essere Stephen a chiedere a nome di tutti – perché lui è quello che più di tutti lo reputa amico – diverbi passati a parte; l’ammissione di Julian ovviamente lascia tutti di stucco, i compagni si aspettavano di tutto, ma non che fosse malato e sono davvero parole terribili: come un fulmine a ciel sereno.
“Dai il meglio di te, figliolo. Dobbiamo vincere! Gioca come sai e fatti onore fino alla fine.” E dopo l’ammissione sconvolgente arriva l’incitamento di Gregory e questo è quello che Julian aspettava da tutta la vita, parole semplici e dattate da tutto l’amore di suo padre, che lo motivano ancora di più a dare il meglio di sé e che gli danno la forza di riprendere a giocare come solo lui sa fare – forze allo stremo a parte. Julian ritrovate le forze riesce anche a fare il goal del pareggio, ma è solo un’effimera illusione, un secondo dopo l’idillio si spegne – così come i suoi occhi che diventano vitrei – ed allo scadere la New Team realizza il goal della vittoria e nello stesso momento anche Julian che vorrebbe ancora correre e continuare a giocare si spegne e cade a terra ormai privo di forze e lo stadio intero cade nell’oblio. Andy è disperata e preoccupata, ma per fortuna che suo marito e più lucidi e non si lascia assalire dal panico e dal terrore.
“È in fibrillazione ventricolare!” basta solo captare quelle parole per farlo scattare a bordo campo e prestare personalmente i primi soccorsi al suo bambino, nonostante stia morendo dal terrore di perderlo per sempre riesce a mantenere il sangue freddo e a defibrillarlo incitandolo a non arrendersi così alla vita e a resistere – mentre tutta la squadra e lo stadio intero – pendono dalle sue labbra e sperano e pregano che riesca a stabilizzarlo. Ma nemmeno Gregory Ross è di ferro, quello è pur sempre suo figlio non un paziente come tanti altri, cede sì alle lacrime ma non si arrende e continua ad usare il defibrillatore affinché non si riprenda, continuando ad incitarlo a non lasciarsi andare, perché se perdesse il suo ragazzo, Gregory perderebbe la sua anima.
Tesoro sei stata bravissima, hai scritto un capitolo meraviglioso, descritto una partita epica con una semplicità disarmante, rendendola anche più bella ed avvincente dell’originale, ho adorato tutto dall’inizio alla fine! ^^ Adesso non mi resta che aspettare con ansia il prossimo capitolo. *_* ♥
Amy |