Recensioni per
Ubi in secretum perveni
di ValeS96

Questa storia ha ottenuto 14 recensioni.
Positive : 14
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Master
22/10/19, ore 00:00
Cap. 2:

Ecco un’altra proposta che ci fai arrivare sempre accompagnata dagli echi di quel geniale scrittore che è Calvino, sempre attuale, addirittura precorritore, secondo me, di certe atmosfere contemporanee, in cui la fantasia ha la stessa concretezza della realtà vissuta.
Seguiamo Sh nella sua discesa in stanze nascoste del suo Mind Palace, in cui è racchiuso ciò che fa parte di lui, ciò che può ancora essergli utile anche per capire le esperienze che gli si presentano.
Dal punto di vista puramente tecnico, la comprensione di quello che hai scritto a proposito della stanza in cui si trova ora il consulting, ritengo sia abbastanza facile. Infatti si può capire che siamo nel luogo nel quale rimangono, ormai inutili, i ricordi di vecchi casi casi di Sh. Ce lo dici tu stessa, mostrandoci i fili rossi, con cui il genio collega foto, nomi e mappe, ormai inutili in quanto il crimine ha trovato una soluzione. Il problema durante la lettura, almeno per me, è stato capire chiaramente perché Sh conservi quest’immagine del lavoro che ama tanto e con cui si definisce “sposato”. Infatti lo vediamo annoiato ed in preda ad una specie di delirio del sentirsi inutile quando i casi non arrivano e Greg non gli propone alcunchè. In lui, infatti, c’è la spasmodica attesa di un crimine “da dieci” che possa davvero sfidare la sua formidabile intelligenza.
Ma, una volta risolto il mistero, quando tutti i fili rossi di collegamento tra gli indizi diventano inutili, cosa succede… Succede, sempre secondo me, che Sh si senta tornato al punto di partenza, insoddisfatto, depresso e circondato dal vuoto di una solitudine che è sì protezione contro “il salto nel buio” insito nelle relazioni umane ma che, poi, diventa una gabbia soffocante in cui ci sono desolazione e un assordante silenzio.
Ecco quindi la preponderanza di vocaboli che hanno un’accezione negativa perché rievocano fatti sanguinosi o, appunto, per il fatto che richiamano un senso d’ inutilità, di vuoto, d’angosciosa consapevolezza che sono ormai polvere e passato.
Aleggia, comunque, il senso della morte, annunciato chiaramente dal “fiato di vento gelido” che accoglie Sh al suo ingresso nella sua “Ersilia” e ripreso da parole come “…ossa…volti contratti…cadaveri…cimitero…ecc…”. Non c’è speranza dunque, in quel posto, c’è solo il “già concluso”, il “già risolto” testimoniati da una quantità ingombrante di materiale su cui la sua mente geniale si è impegnata in una febbrile attività di comprensione e ricerca. E cos’è rimasto…Nulla, cose ormai inutili…Inutili come “quelle ragnatele…che cercano una forma…”. Come Sh che si sente svuotato e angosciato dall’idea che non gli si presenti più l’occasione per “scaricare”, in un caso difficile da risolvere, la terribile tensione di una mente troppo implacabile e la consapevolezza che manchi qualcosa di vitale alla sua esistenza.
Non so se ho sproloquiato a vuoto, ma è ciò che mi è venuto in mente leggendo la tua preziosa “Ersilia”. Complimenti anche per il progetto in cui ti stai impegnando per seguire la luce di un maestro come Calvino. Davvero ne stai seguendo le tracce in un modo originale ed avvincente.
(Recensione modificata il 22/10/2019 - 12:03 am)

Recensore Master
16/10/19, ore 09:50
Cap. 2:

Più leggo passaggi del libro che t'ha ispirata e più sento in me crescere la voglia di leggerlo. Sarà che a ogni parola riconosco Calvino e sarà che ho ancora impressi nella mente gli ultimi libri suoi che ho letto, ma è davvero straordinario. Uno scrittore eccezionale e tu sei stata brava già a farti venire un'idea che collegasse qualcosa di suo con questo fandom.

Il dettaglio che mi colpisce più di tutto quanto il resto, è la profondità. Di sensazioni, di significato... Ci troviamo dentro al palazzo mentale di Sherlock in cui Sherlock stesso va ad aprire porte che lo conducono nel passato, su cose che ha stipato come se fossero morte e sepolte. Già il semplice fatto di trovarci dentro al suo palazzo mentale, fa di questa storia un qualcosa di estremamente profondo. Non ho letto il libro, come sai perché l'ho già detto, e quindi non so fino a che punto quello ti sia stato d'ispirazione, ma c'è un significato nascosto e più oscuro dietro le singole stanze. Sherlock riapre il passato, non sappiamo per quale ragione stia compiendo questo viaggio a ritroso nel tempo e se stia effettivamente cercando qualcosa, ma si ritrova a rivivere il passato ad aprire porte che lo conducono altrove. C'è qualcosa di oscuro sotto, un significato nascosto e che forse c'entra con il trovare se stesso, ma non ne sono del tutto sicura, ho letto ancora troppo poco e credo che per poterne essere certa dovrò aspettare e andare avanti a leggere. Per intanto ti dico che non sono affatto drabble banali, queste due sono molto ricche di significato, ben scritte naturalmente (il che non è mai male ribadirlo) e ovviamente anche belle da leggere. Qui, dando per scontato che non parlo dei significati oscuri che stanno sotto la superficie, ci ritroviamo ad avere anche fare col lavoro di Sherlock. Se la precedente riguardava la vita a Baker Street con John, qui c'entrano i casi. E posso quasi vedere distintamente l'intreccio di fili, che conducono a prove, fatti, sospetti, teorie... sappiamo tutti come lavora Sherlock Holmes e non oso immaginare cosa possa esserci nel suo cervello durante un caso. Qualcosa a cui sarebbe difficile comunque star dietro. Ad ogni modo trovo molto giusto che Sherlock conservi i vecchi casi, non si sa mai che possano venire utili un giorno o l'altro.

La lettura di qualsiasi cosa di scritto da te è sempre molto piacevole, ma in questo caso è un'esplorazione molto interessante. Non solo quella di Sherlock che entra nel suo palazzo mentale, ma anche quella di chi legge le tue opere.
Complimenti ancora.
Koa